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26 Marzo 2025 - 18:51
Nuove norme “salva-lavoro” per i malati oncologici: un passo storico verso la tutela dei diritti (foto di repertorio)
Dopo la storica approvazione della legge sull’oblio oncologico, il Parlamento italiano compie un ulteriore e significativo passo in avanti nella tutela dei diritti dei pazienti oncologici. La Camera dei deputati ha approvato all’unanimità, in prima lettura, una proposta di legge che introduce nuove norme “salva-lavoro”, destinate a migliorare concretamente la vita di oltre 4 milioni di italiani colpiti da tumore.
Il provvedimento, accolto con entusiasmo dalle associazioni di pazienti e dagli esperti del settore, prevede permessi più lunghi, maggiore stabilità lavorativa e tutele rafforzate per chi si trova ad affrontare malattie oncologiche, invalidanti o croniche. Un cambiamento epocale che, secondo Franco Perrone, presidente dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom), si inserisce in un contesto in cui sempre più persone, grazie ai progressi della scienza, guariscono dal cancro: oggi in Italia si contano oltre un milione di guariti.
Cuore della proposta è l’estensione del diritto alla conservazione del posto di lavoro: il lavoratore potrà mantenere l’impiego fino a 24 mesi, anche in caso di assenze prolungate per motivi di salute. I primi sei mesi saranno coperti dalla retribuzione, mentre per i successivi diciotto mesi il dipendente potrà assentarsi senza stipendio, ma con il posto garantito. Viene così superato il limite del cosiddetto “periodo di comporto”, che fino a oggi prevedeva la possibilità di licenziamento una volta superato il semestre di assenza giustificata. La nuova normativa prevede inoltre un aumento dei permessi retribuiti per i pazienti fragili, portandoli da 18 a 28 ore annue, in considerazione delle numerose visite ed esami medici cui sono sottoposti. Un ulteriore elemento innovativo riguarda la possibilità per i genitori con figli malati di ottenere permessi retribuiti per assistere i propri cari, riconoscendo l’importanza fondamentale del supporto familiare nel percorso di cura.
La legge, che prevede una copertura economica annua di 20 milioni di euro, è il risultato dell’impegno pluriennale del Gruppo “La salute: un bene da difendere, un diritto da promuovere”, che raccoglie oltre cinquanta associazioni di pazienti, sotto la guida di Annamaria Mancuso, presidente di Salute Donna Odv. “Questa legge – afferma Mancuso – garantisce che i lavoratori non perdano il posto durante il periodo di malattia, offrendo loro maggiore sicurezza e stabilità professionale”. Per Mancuso si tratta di una conquista attesa da anni e costruita ascoltando le istanze reali di chi si trova ad affrontare una diagnosi di tumore e, contemporaneamente, le difficoltà nel conciliare cure e vita lavorativa.
Per il presidente Aiom Franco Perrone, si tratta di un provvedimento che affronta una delle principali cause di ansia e difficoltà economiche tra i malati: la perdita del lavoro. Questo elemento, ha spiegato, è uno dei maggiori fattori di quella che viene definita “tossicità finanziaria”, ovvero l’impatto economico diretto della malattia, che oggi colpisce oltre il 30% dei pazienti oncologici. Mantenere il proprio impiego, secondo Perrone, è essenziale in una fase in cui le terapie oncologiche puntano a restituire piena operatività alle persone curate. Il lavoro non è solo fonte di reddito, ma rappresenta anche identità, dignità e futuro.
Questa nuova norma si inserisce in un percorso più ampio intrapreso dal legislatore italiano, che ha già visto l’approvazione della legge sull’oblio oncologico, la quale sancisce il diritto delle persone guarite dal cancro a non dover rivelare il proprio passato clinico, evitando ogni forma di discriminazione. Anche in quel caso, come oggi, il Parlamento ha votato all’unanimità, segno di una crescente consapevolezza e attenzione nei confronti delle fragilità legate alla malattia.
Resta ancora molto da fare. Perrone sottolinea come la prossima battaglia sia quella per l’equità di accesso alle cure su tutto il territorio nazionale. Le disparità tra regioni, i tempi d’attesa e la mancanza di omogeneità nei servizi rappresentano ostacoli ancora troppo frequenti per i pazienti italiani. Ma il segnale che arriva da Montecitorio è chiaro: il lavoro è un diritto da proteggere anche – e soprattutto – nella malattia, e l’Italia è finalmente sulla strada giusta.
La Camera dei deputati ha approvato all’unanimità, in prima lettura, una proposta di legge che introduce nuove norme “salva-lavoro”, destinate a migliorare concretamente la vita di oltre 4 milioni di italiani colpiti da tumore
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