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Nel bosco di Casaleggio, a caccia del futuro che ci toglierà il lavoro

Il SUM#09 torna a Ivrea il 12 aprile. Davide Casaleggio raduna esperti e nostalgici per discutere dell’impatto dell’intelligenza artificiale sul lavoro, tra algoritmi, memorie del padre e uno spettacolo ispirato a Steinbeck

Nel bosco di Casaleggio, a caccia del futuro che ci toglierà il lavoro

Gianroberto Casaleggio

C’è chi va nei teatri, chi nelle università. E poi c’è Davide Casaleggio, che anche quest’anno, per la nona volta, ha scelto il bosco di famiglia, alle porte di Ivrea, per radunare gli orfani della galassia 5 Stelle e gli irriducibili della democrazia digitale. L’evento si chiama SUM#09, ha un titolo altisonante – Capire il futuro – e si terrà sabato 12 aprile in quello che è ormai noto come il Bosco di Gianroberto: un sentiero costellato di aforismi, massime, pensieri, citazioni e memorie di quel visionario – per alcuni profeta, per altri manipolatore – che fu Gianroberto Casaleggio.

È lì, tra gli alberi, che si discuterà del tema centrale di questa edizione: L’impatto dell’Intelligenza Artificiale sul lavoro. Con una domanda che non è solo tecnologica, ma profondamente politica e sociale: quali professioni scompariranno, quali resisteranno, e chi potrà permettersi di scegliere?

Gianroberto con Beppe Grillo

Gianroberto con Beppe Grillo

L’annuncio è arrivato con una newsletter dal tono garbato, quasi confidenziale: “Ti scrivo perché hai partecipato alle edizioni precedenti del SUM ed ho pensato potesse farti piacere ricevere le indicazioni sull’edizione 2025”.

Il mittente è lo stesso Davide Casaleggio, che dal 2016 – anno della morte del padre – porta avanti il progetto dell’Associazione Gianroberto Casaleggio, tra memoria, filosofia della rete e business.

Ma chi erano – e sono – i Casaleggio?
Gianroberto, manager milanese, fondatore della Casaleggio Associati, è stato il motore intellettuale del Movimento 5 Stelle, l’architetto dell’utopia web-based che ha fatto irruzione nella politica italiana all’alba degli anni Dieci.

È sua l’idea di una democrazia orizzontale e digitale, in cui la rete sarebbe dovuta diventare il nuovo Parlamento. È suo il sogno (o l’incubo) del “Gaia”, il mondo interamente governato da algoritmi e reti distribuite. Ma è anche sua – e di Beppe Grillo – la piattaforma che ha portato in Parlamento centinaia di cittadini eletti online. Un esperimento che, tra derive e conflitti, ha finito per scontrarsi con la realtà della politica.

Davide Casaleggio, più schivo e meno carismatico, ha ereditato quella visione e ne ha fatto un marchio. Prima la piattaforma Rousseau (oggi archiviata), poi l’Associazione che ogni anno organizza il SUM: una giornata sospesa tra celebrazione, riflessione e suggestione. Per questa edizione 2025, Casaleggio figlio ha coinvolto “i migliori esperti italiani” – rigorosamente anonimi – che attraverso il metodo Delphi hanno tentato di prevedere il futuro occupazionale italiano sotto l’assedio dell’intelligenza artificiale. Si parlerà di lavori che spariranno, di aziende che dovranno reinventarsi, di enti pubblici chiamati a rincorrere l’innovazione.

Dopo la camminata tra gli alberi e la presentazione dello studio, i partecipanti – se lo desiderano – potranno fermarsi per il rinfresco e per lo spettacolo culturale “Polvere”, ispirato al romanzo Furore di John Steinbeck. Si racconterà, tra parole e musica, l’arrivo dei trattori nelle campagne statunitensi, e la fine di un mondo. Una metafora perfetta per parlare del nostro tempo: la tecnologia che avanza e i lavoratori che restano indietro.

Il tutto, ovviamente, avvolto nella ritualità laica del bosco. Un luogo quasi mitologico per i fan della democrazia digitale, dove ogni anno si rinnova un’alleanza tra natura e futuro, tra memoria e algoritmi.

L’ingresso è gratuito ma l’iscrizione è obbligatoria. Chi desidera partecipare anche al pranzo e allo spettacolo deve versare un contributo di 25 euro. Il sito per iscriversi è già online:
www.gianrobertocasaleggio.com/sum-2025

Nel silenzio del bosco, Davide Casaleggio continua la sua battaglia contro l'oblio, rivendicando un’eredità che, tra politica, filosofia e provocazione, resta più attuale che mai. Perché, come scriveva il padre, “il futuro non si subisce, si fa”. A patto di avere abbastanza follower.

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