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28 Marzo 2025 - 11:32
Elena Piastra e le perdite dell'acquedotto
A Settimo Torinese non si beve, si naviga. Le fontanelle? Chiuse. I parchi giochi? A secco. Ma se vi trovate a passeggiare in via Martiri di Belfiore, portatevi un canotto: qui l’acquedotto ha deciso di prendersi una vacanza dalla logica e si è messo a sorgere spontaneamente dal marciapiede.
Una perdita d’acqua potabile che va avanti da settimane, forse mesi, scorre ininterrotta giorno e notte, regalando agli automobilisti una pista scivolosa e ai residenti un panorama da film post-apocalittico, versione bagnata. Tutto questo mentre in altre zone della città si sigillano le fontanelle, con la scusa della manutenzione o di non meglio precisate “scelte tecniche”.
La scena ha del grottesco: l’acqua che manca dove dovrebbe esserci, e che abbonda dove nessuno la vuole. A Settimo, l’unica a non soffrire la sete è l’asfalto.
E così, mentre le famiglie si arrabattano per dare un sorso d’acqua ai bambini nei parchi chiusi e i runner si portano dietro bottiglie manco fossero nel deserto, dal sottosuolo di via Martiri di Belfiore zampilla allegramente l’acqua potabile.
Uno spreco quotidiano, silenzioso, ignorato.
Il Comune? Tace. Anzi no, risponde con la solita tecnica. Acqua? Colpa di Smat! Che fa rima con "Buche? Colpa di Abaco!", "Illuminazione? Colpa di Enel!", "Autobus? Colpa di Gtt!", "Erba alta nei parchi? Colpa di Dio!".
Intanto, sullo sfondo, risuonano gli slogan della sindaca Elena Piastra, sempre pronta a raccontare “la città che tutto il mondo ci invidia”, a celebrare la transizione ecologica, la sostenibilità ambientale, la tutela della risorsa idrica. Tutte parole importanti, piene di futuro e buone intenzioni. Peccato che, a conti fatti, l’unica transizione reale a Settimo sia quella dell’acqua: dal tubo rotto al tombino.
Fosse almeno un esperimento chimico, uno di quelli da mostrare con orgoglio al Museo della Chimica, o durante il Festival dell’Innovazione e della Scienza. Invece no: è solo l’ennesima prova di una città dove si chiudono le fontanelle e si aprono le falle, dove l’acqua viene negata ai cittadini ma regalata all’asfalto, dove si parla di “futuro sostenibile” mentre si affoga nel presente disastroso.
Insomma, altro che città modello: Settimo laboratorio perfetto… del paradosso urbano non amministrato o amministrato male, per non dire malissimo.
Della serie: un commissario gestirebbe la città meglio di Elena Piastra...
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