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28 Marzo 2025 - 10:02
Una fontanella al Borgo Nuovo
Un tempo era la città dei lavandai, dove l’acqua scorreva generosa tra rogge e lavatoi. Oggi, Settimo Torinese si scopre paradossalmente a secco, nel silenzio generale di chi amministra. Fontanelle chiuse, sbarrate, inutilizzabili, trasformate in rottami urbani che raccontano l’ennesimo capitolo dell’arte del degrado.
Passeggiare con un bambino per mano, fare sport o semplicemente cercare un po’ di ristoro in un parco? A Settimo è un’impresa. Perché l’acqua pubblica non c’è più. Sparita. Rubata all’uso quotidiano con la stessa disinvoltura con cui si taglia un nastro per un’opera incompiuta.
Le proteste montano da sempre. Famiglie, anziani, pendolari e runner si trovano a vagare nei parchi alla ricerca di una fontanella che funzioni. Spoiler: non ce ne sono. O ce ne sono talmente poche che sembrano uscite da una caccia al tesoro. La richiesta dei cittadini è semplice, chiara, inequivocabile: riaprire tutte le fontanelle, soprattutto nei parchi giochi e nelle aree pubbliche come via Schiapparelli e l’ex mercato di via Fantina.
Una fontanella in centro
Dalle istituzioni? Zero risposte. Solo una lunga, fastidiosa coda di silenzi, rimpalli e scaricabarile. Come se garantire l’accesso all’acqua potabile fosse diventato un lusso, un favore da chiedere a voce bassa e non un diritto dettato dal buon senso.
La situazione non è nuova, ma peggiora ogni anno. Le fontanelle prima chiuse “per manutenzione”, poi transennate, infine dimenticate. Una moria lenta, costante, sistematica, che ha trasformato Settimo in un luogo dove ci si disseta solo al bar – se si ha qualche spiccio in tasca – o ci si arrangia portando da casa bottigliette, nella città che avrebbe l’acqua ovunque... ma non dove serve.
E intanto si parla di sostenibilità, di ambiente, di città a misura di cittadino. Peccato che poi manca l’acqua per riempire una borraccia. Un dettaglio, certo. Ma è nei dettagli che si misura la civiltà.
Insomma, a Settimo Torinese le fontanelle sono diventate simboli chiusi, come tante altre promesse mancate.
La verità è che l’amministrazione sembra più preoccupata a celebrarsì sui social, piuttosto che aprire un rubinetto.
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