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Caluso nel caos: cittadini indisciplinati, la sosta selvaggia regna sovrana. Ma i vigili che fine hanno fatto?

Nonostante i parcheggi disponibili e il lavoro della polizia locale, la sosta selvaggia dilaga: il paese paga il prezzo della disattenzione collettiva e dell’assenza di interventi risolutivi

Caluso e la sosta senza regole

Caluso e la sosta senza regole: tra incuria e disinteresse, un problema che nessuno affronta (foto archivio)

A Caluso, la battaglia contro la sosta selvaggia sembra essere ormai persa. Nonostante la disponibilità di parcheggi – sia gratuiti che a pagamento – il fenomeno dell’arroganza al volante continua a occupare strade, marciapiedi e incroci con una disinvoltura che ha poco a che fare con il caso e molto con la sistematica mancanza di rispetto delle regole.

La contraddizione è evidente: il paese dispone di ampie aree di sosta, come gli stalli bianchi vicino al poliambulatorio, i parcheggi delle terrazze dell’Erbaluce, l’area mercatale e perfino nuovi spazi ricavati in seguito alla riqualificazione del parco Spurgazzi. Eppure, in molte zone del centro, gli automobilisti sembrano ignorare ogni norma, occupando zone vietate, persino dove il divieto è chiaramente segnalato con cartelli ben visibili.

Emblematica è la situazione in via Morteo e nella piazzetta Ninfa Albaluce, dove gli stalli blu a pagamento restano spesso vuoti mentre le auto vengono lasciate in divieto, anche in prossimità dello stop che immette su via San Francesco, o sul lato sinistro della strada dove la sosta è vietata e soggetta a rimozione forzata. È uno scenario che si ripete giorno dopo giorno, con l’impressione che chi dovrebbe vigilare non riesca – o non voglia – intervenire con decisione.

Eppure la polizia locale non è sguarnita: in organico ci sono cinque agenti più un comandante, con sede proprio in piazza Ubertini, nel cuore del centro storico. Un presidio che, seppur presente, sembra non riuscire ad arginare una situazione che peggiora a vista d’occhio. Da anni, Caluso registra un calo significativo degli introiti derivanti dalle multe: un dato che fa riflettere, non tanto per le casse comunali, quanto per il segnale che manda alla cittadinanza. Se le sanzioni diminuiscono mentre le infrazioni aumentano, qualcosa non torna. Qualcuno suggerisce, con una punta di amaro realismo, di eliminare i parcometri dove non vengono usati, come è stato fatto in via Roma.

Intanto, mentre alcune zone migliorano grazie a interventi mirati, come nel parcheggio del supermercato Coop in corso Torino, dove la collaborazione tra direzione, carabinieri e vigili ha dato buoni risultati, altre continuano a essere terra di nessuno.

Il punto più critico resta l’incrocio tra via Micheletti e via Marconi, dove il segnale di stop sull’asfalto è ormai quasi cancellato e ignorato da molti. Non è solo una questione di decoro urbano, ma di sicurezza stradale: qui gli incidenti non sono un’ipotesi ma una realtà già verificata. In un contesto simile, la tolleranza rischia di trasformarsi in complicità silenziosa, e la vivibilità del paese viene sacrificata sull’altare della disattenzione collettiva.

Serve più controllo, ma anche una riflessione seria su educazione civica, senso di comunità e responsabilità individuale. Perché un paese che non riesce a gestire dove si parcheggia rischia di perdere molto più che qualche metro di carreggiata.

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