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Pannelli solari e frane: Gavazza sapeva?

Una decina di anni fa girammo per le colline del territorio comunale a fotografare il gran numero di strade franate...

Pannelli solari e frane: Gavazza sapeva?

Pannelli solari e frane: Gavazza sapeva?

Su queste pagine alcuni giorni fa è stato intervistato Gianluca Gavazza, fino all’anno scorso consigliere in Regione per la Lega Salvini. Gavazza è di Torrazza, lì ha la sua azienda e la sua famiglia, lì è stato consigliere comunale e pure candidato sindaco.

Gavazza ci racconta che, mancato il tentativo di entrare nuovamente in consiglio regionale, è tornato a fare il consigliere comunale. Dove? Ovviamente uno pensa: ma a Torrazza no? E dove mai potrebbe essere andato a fare l’amministratore comunale se non nella sua Torrazza? Invece no: è andato a fare il consigliere a San Sebastiano Po.
Perché mai a San Sebastiano Po? Le ragioni non sono chiarissime. Gavazza risponde: “San Sebastiano è un paese che ho seguito a livello istituzionale per anni”. D’accordo, ma quanti paesi ha seguito durante il suo mandato da consigliere regionale, lui che era stato il leghista più votato in Canavese e lo percorreva continuamente in lungo e in largo? L’instancabile Gavazza ne ha seguiti decine di paesi, non solo San Sebastiano.

Aggiunge che San Sebastiano “ha sia la pianura che la collina, e ho visto con mano i problemi del dissesto idrogeologico”.

Bravo! Però quasi tutti i paesi lungo la strada per Asti – da San Sebastiano a Casalborgone in avanti – sono parte in pianura e parte in collina, e quasi tutte soffrono di dissesto idrogeologico e di colline di tufo che franano. E dunque perché proprio San Sebastiano?

Escludiamo una sua generosa manifestazione di “internazionalismo proletario” da Terza Internazionale Comunista, perché Gavazza non propende per quella parte lì.

Il consigliere ripercorre però “le battaglie portate avanti in Regione [per la] riapertura della linea ferrovia Chivasso-Asti, per ora solo a scopo turistico”. Sarà, però gli abitanti dei paesi lungo la linea hanno cominciato la battaglia per la riapertura della Chivasso – Asti da oltre un decennio, e non hanno certo aspettato Gavazza per cominciare a combattere.

Lui è andato a farsi fotografare alle inaugurazioni e ai passaggi del “treno turistico”. Sulla linea infatti per ora transita ogni tanto solo qualche treno simbolico. I militanti dei comitati sanno bene che la battaglia per il ripristino delle corse è appena iniziata e sarà lunga.

Del resto, tutto quel che Gavazza fa e farà per la Chivasso – Asti lo possiamo considerare un risarcimento e una penitenza per il peccato originale commesso proprio dal suo schieramento politico, che in Regione nel 2012 tagliò i famosi “rami secchi” ferroviari, fra cui proprio la Chivasso - Asti. Lui forse non se lo ricorda, ma noi sì.

Ma torniamo a San Sebastiano. Questo giornale ha sempre scritto su quel Comune. Una decina di anni fa girammo per le colline del territorio comunale a fotografare il gran numero di strade franate. Venivano riparate, poi cedevano di nuovo, e poi venivano di nuovo riparate: dalla Regione su San Sebastiano piovevano euro, tanti euro. E le strade delle colline del paese continuano a franare: un anno fa due frane hanno costretto dodici famiglie a rimanere isolate.

Il grande impianto fotovoltaico della valle dei Nobiei

Ci occupammo anche del grande impianto di fotovoltaico della valle dei Nobiei. Se non l’ha ancora fatto, ci permettiamo di invitare Gavazza a farsi una gita. La valle è un magnifico e stretto posto appartato, con una strada che sale lungo i pendii ripidi un tempo coltivati con alberi da frutta, in cima alla quale si trovano le poche case della frazione Nobiei.
Ma quella pace bucolica cessò di esistere intorno al 2010. Un imprenditore del fotovoltaico ottenne dal Comune il permesso di coprire il magnifico pendio verde con i pannelli blu del fotovoltaico. Fu un pugno negli occhi. Ma non fu solo un danno al paesaggio. Forse era anche un rischio. La relazione geologica allegata al progetto riconosceva che parte del pendio è classificata come “Classe IIIa3”: cioè “aree di territorio collinare dissestate, in frana, o potenzialmente instabili”. Era proprio il luogo adatto per sradicare gli alberi, che trattenevano e consolidavano il terreno, per piantarvi pannelli fotovoltaici?

La relazione ammoniva anche che al fondo del pendio il terreno avrebbe potuto franare e trascinare la terra nell’impluvio, e consigliava la realizzazione di opere di protezione. Quelle opere furono costruite, e costruite bene? Sta di fatto che, puntualmente, un bel giorno la collina franò.

Chissà se Gianluca Gavazza, così affezionato al territorio di San Sebastiano, sa queste cose? Gavazza, dove ti sei nascosto?

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