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Calcio

Ufficiale: la Juve esonera Thiago Motta

I bianconeri scelgono l’ex difensore croato Tudor

La Juve esonera Thiago Motta, al suo posto Igor Tudor

La Juve esonera Thiago Motta, al suo posto Igor Tudor

La Juventus cambia ancora. E lo fa a stagione in corso, per la quarta volta in dieci mesi. È finita l’era di Thiago Motta, esonerato dopo appena 284 giorni in bianconero. Al suo posto arriva Igor Tudor, che da domani guiderà il primo allenamento alla Continassa. Il croato torna così in una casa che conosce bene, dopo l’esperienza da vice di Andrea Pirlo nel 2020-2021. Ora la missione è chiara: centrare il quarto posto, unico obiettivo rimasto, per evitare il disastro sportivo ed economico.

L’annuncio ufficiale è arrivato nel pomeriggio, alle 17 in punto, con un doppio comunicato del club: "La Juventus comunica di aver sollevato Thiago Motta dall'incarico di allenatore della prima squadra maschile. Il club ringrazia per la professionalità dimostrata e per il lavoro svolto in questi mesi con passione e dedizione, augurando loro il meglio per il futuro" e, subito dopo: "La Juventus comunica inoltre di aver affidato la guida della prima squadra maschile a Igor Tudor, che domani dirigerà il primo allenamento".

Dal 17 maggio 2024, giorno dell’esonero di Massimiliano Allegri, alla Juve si sono alternati Paolo Montero, Thiago Motta e ora Tudor. Cristiano Giuntoli, direttore tecnico bianconero, prova così a rimettere in piedi una stagione che rischia di sfuggire di mano, affidandosi a un nome di fiducia, profondamente legato all’ambiente.

Il contratto di Tudor sarà fino a giugno, appena due mesi per tentare la risalita. La classifica dice quinto posto, con la Champions League a rischio e una tifoseria furiosa, reduce da sette gol subiti contro Atalanta e Fiorentina. Il debutto del nuovo tecnico è previsto già sabato contro il Genoa, nello Stadium, primo dei nove esami di campionato rimasti.

Per Thiago Motta, l’avventura sognata sulla panchina di una big si chiude con numeri che non bastano a salvarlo: 18 vittorie su 42 partite, media di 1,67 punti a gara, 16 pareggi e 8 sconfitte. Ma non sono solo i risultati ad aver pesato.

La gestione tecnica e dello spogliatoio non ha convinto: dalla rottura con una bandiera come Danilo, alla bocciatura di Fagioli, protagonista proprio contro la Fiorentina. Scelte che hanno spaccato l’ambiente. In più, ci sono i grandi investimenti mai valorizzati: da Koopmeiners a Nico Gonzalez, rimasti sotto tono e fuori dai meccanismi dell’allenatore.

Ora tocca a Tudor dimostrare se i problemi erano del tecnico o della rosa. In ballo c’è molto più di un piazzamento europeo: c’è la credibilità del progetto, la posizione di Giuntoli e la tenuta dell’intera dirigenza, che per ora ha scaricato tutta la responsabilità su Motta. Ma se la squadra non risponderà nemmeno al nuovo allenatore, a fine stagione il redde rationem sarà inevitabile. Per tutti.

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