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20 Marzo 2025 - 10:10
"Non siamo gira-manovella": la paura degli operai Tenneco
Sono giorni di attesa e di preoccupazione ma anche di lotta quelli che gli operai della Tenneco di Cuorgnè stanno vivendo. Ieri, lunedì 17 marzo, si sono tenute le assemblee dei lavoratori – una per ciascuno dei tre turni – mentre per mercoledì 19 è fissato il nuovo incontro fra azienda e sindacati presso l’Unione Industriale.
Intanto proseguono gli scioperi a singhiozzo: il lavoro viene sospeso per un’ora, in orari diversi di volta in volta e con preavviso molto breve. Non si tratta di entrare in fabbrica più tardi o di tornare a casa prima: chi volesse fare insinuazioni al proposito (senza pensare che lavorare di meno vuol dire anche rinunciare ad una parte dei guadagni) sbaglierebbe. Ci si ferma, ad esempio, fra le 3 e le 4, dalle 10,30 alle 11,30, dalle 16 alle 17.
Le preoccupazioni non riguardano soltanto lo spostamento a Chivasso della stragrande maggioranza dei lavoratori ma soprattutto l’incertezza per il futuro. Il trasferimento era stato comunicato in modo improvviso il 24 febbraio, senza che ci fossero stati segnali precedenti né tantomeno un confronto con lavoratori e sindacati.
“E’ stata una mazzata” – commenta Davide Pieruccini, che affronta il momento di crisi da un duplice punto di vista: quello del lavoratore coinvolto in prima persona e quello del consigliere comunale, che pensa alle conseguenze per la sua città. “La cosa peggiore – dice – è stata la mancanza di comunicazione. Un progetto apparentemente negativo può anche essere condiviso quando se ne conoscono le motivazioni ma l’azienda ti deve avvisare delle cose che non vanno: non siamo dei gira-manovella, siamo teste pensanti! Accettare di lavorare su 18 turni, ad esempio, non era stato semplice ma lo avevamo fatto, ci eravamo resi disponibili perché c’erano un motivo ed una finalità comprensibile e chiara”.
Spostarsi tutti i giorni fino a Chivasso – sostiene – “è il minore dei problemi anche se 34 chilometri di distanza incidono sulla vita quotidiana. Parlo ovviamente di chi non è alle prese con particolari problemi familiari: le cose stanno diversamente se si hanno figli piccoli o genitori anziani”.
Continua: “La cosa che più spaventa è la mancanza di certezze sulla continuità del lavoro: se l’obiettivo è una maggior competitività riesce difficile capire come la si possa raggiungere con queste misure. Il nostro è un processo produttivo completo: si parte dalla fonderia e si arriva all’impacchettamento. Dividerlo non è un buon segnale anche perché oggi, per trasferire nastri per la trasformazione in cuscinetti da un reparto all’altro, si utilizza un carrello; domani serviranno i camion. Inoltre lo stabilimento di Cuorgnè è di proprietà dell’azienda: potranno al massimo risparmiare sul riscaldamento…”.
Federal Mogul, ora Tenneco, a Cuorgnè
Essendo consigliere comunale di minoranza, Pieruccini - come già detto – si preoccupa anche delle conseguenze sulla vita della sua città. “L’impatto ci sarà, a livello occupazionale e commerciale. Nei prossimi anni si avranno parecchi pensionamenti: se i posti da coprire saranno a Chivasso, la maggior parte dei nuovi assunti proverrà inevitabilmente da quell’area. Perderemo così altri posti di lavoro e l’economia cittadina ne risentirà: la sosta al bar quando si entra o si esce dalla fabbrica, qualche acquisto nei negozi, possono sembrare poca cosa ma moltiplicati per un certo numero di persone acquistano un peso”.
Il drastico ridimensionamento dello stabilimento di Cuorgnè viene avvertito dai dipendenti come una ferita emotiva. “E’ come un padre che abbandona i suoi figli – spiega il nostro interlocutore - Quest’azienda è l’ultima di una certa dimensione rimasta in città, ha segnato la sua storia e a fondarla – mi piace ricordarlo – era stato un operaio specializzato. Giovanni Trione non era Olivetti però aveva un’attenzione per il sociale: penso alla Mutua interna, che ancora esiste. Gli operai sono sempre stati parte dell’impresa, c’è chi ha avuto qui il padre, chi il padre ed il nonno… Abbiamo un modo di lavorare diverso rispetto alla maggior parte delle aziende in quanto non si tratta di singoli macchinari ma di linee produttive, cosa che ha delle implicazioni. Non puoi fare a meno di collaborare col tuo vicino; se sbagli fai sbagliare anche gli altri per cui devi stare attento a lavorare bene. Con i colleghi si crea un rapporto che va al di là della fabbrica”.
Oltre ai meriti storici ci sono anche aspetti positivi legati al presente, come l’attenzione per la sicurezza… elemento imprescindibile del pensiero Tenneco. Perché buttare tutto all’aria?
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