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13 Marzo 2025 - 08:41
Crisi industriale in Canavese: l'azienda sposta la produzione, incognite sullo stabilimento
La storia industriale di Cuorgnè è a un bivio. Dopo cento anni di attività, lo stabilimento Tenneco si svuota: 111 lavoratori saranno trasferiti a Chivasso tra aprile e novembre, lasciando in paese solo la fonderia con 29 operai. Un ridimensionamento che ha il sapore di un addio.
La multinazionale, ex Federal Mogul, ha deciso di concentrare le attività produttive altrove, smembrando una filiera che fino a oggi garantiva la lavorazione completa dei componenti. Il trasferimento non è solo una questione logistica: potrebbe segnare l’inizio della fine per la sede di Cuorgnè, già in calo occupazionale da anni.
Federal Mogul di Cuorgné: oggi è Tenneco
Il territorio reagisce con preoccupazione. Sinistra Italiana Alto Canavese ha espresso solidarietà ai lavoratori, chiedendo un intervento urgente delle istituzioni per tutelare l’occupazione e contrastare un modello economico che, sotto il peso della ricerca del massimo profitto, sacrifica intere comunità.
Nel comunicato diffuso dal partito si sottolinea come lo stabilimento abbia un valore storico e produttivo, con una tradizione che ha legato generazioni di operai al settore automotive. Lo spostamento delle linee a Chivasso rischia di far perdere competitività e di lasciare Cuorgnè con un’attività ridotta all’osso, preludio di una possibile chiusura definitiva.
Non si tratta solo di un problema aziendale, ma di un’intera economia locale che scricchiola. Il Canavese ha già visto troppi stabilimenti chiudere o ridimensionarsi, in un ciclo che da anni porta cassa integrazione, licenziamenti e precarietà. Una situazione aggravata dalla mancanza di un piano industriale concreto e da una politica che non sembra in grado di contrastare le strategie delle multinazionali.
Anche il trasferimento dei dipendenti a Chivasso solleva interrogativi. Chi si occuperà di garantire condizioni dignitose per gli operai? Per molti sarà un disagio economico e logistico, aggravato dall’assenza di collegamenti adeguati tra le due città. Alcuni potrebbero trovarsi nell’impossibilità di raggiungere il nuovo stabilimento.
Nel frattempo, si moltiplicano le richieste di un consiglio comunale aperto per discutere la questione e dare voce ai lavoratori. La CGIL Canavese e la sindaca Gianna Cresto hanno espresso l’intenzione di organizzare un confronto pubblico tra istituzioni, sindacati e cittadini per chiarire il futuro dello stabilimento.
La Tenneco, ora di proprietà del fondo Apollo, segue una logica che sta diventando la norma nel panorama industriale: massimizzare i profitti nel minor tempo possibile, senza considerare l’impatto sulle comunità. Un copione già visto troppe volte, che lascia sul campo posti di lavoro persi, territori svuotati e famiglie in difficoltà.
A Cuorgnè, l’industria ha rappresentato per un secolo un pilastro economico e sociale. Oggi, invece, l’ennesima decisione presa altrove potrebbe trasformare la città in un altro simbolo di una crisi senza fine. I lavoratori non vogliono rassegnarsi. Ma senza un’inversione di rotta nelle politiche industriali, la storia sembra già scritta.
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