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Caro Sindaco, ma perché il Comune deve ancora finanziare quest'ANPI?

Perché deve erogare contributi a un’associazione che sembra avere smarrito due valori che dovrebbero costituire la sua ragion d’essere, cioè la democrazia e l’interesse nazionale?

Caro Sindaco, ma perché il Comune deve ancora finanziare quest'ANPI?

Caro Sindaco, ma perché il Comune deve ancora finanziare quest'ANPI?

Caro sindaco Castello, perché il Comune deve finanziare l’ANPI, l’associazione nazionale partigiani d’Italia? Perché deve erogare contributi ad una associazione che sembra avere smarrito due valori che dovrebbero costituire la sua ragion d’essere, cioè la democrazia e l’interesse nazionale?

Due valori che hanno animato la Resistenza e sui quali si fondano le nostre istituzioni, compreso il Comune di Chivasso. Si avvicina il 25 aprile: è il momento giusto per porre la domanda al sindaco di Chivasso.

Per quanto riguarda la “democrazia”, dal febbraio 2022 ANPI si contorce per trovare giustificazioni all’invasione russa dell’Ucraina.

Uno stato autocratico come la Russia di Putin ha scatenato le sue forze armate contro uno stato che, fra tante difficoltà e resistenze interne, tentava di raggiungere un passabile livello di democrazia, e l’ANPI va alla ricerca di alibi per Putin.

Per quanto riguarda l’interesse nazionale, nel CLN, il Comitato di Liberazione Nazionale, l’aggettivo “nazionale” non era stato messo lì a caso. Non stava lì per caso perché i partigiani lottavano anche per liberare il suolo “nazionale” dall’invasore nazista e dai suoi alleati repubblichini. Certo lottavano per sconfiggere una dittatura, quella di Mussolini: ma al tempo stesso si battevano per liberare l’Italia dallo straniero.

Non a caso i comunisti dettero alle loro brigate il nome dell’eroe del Risorgimento Giuseppe Garibaldi. Erano due guerre insieme, una democratica e l’altra di liberazione nazionale.

Pure oggi c’è una guerra. Di fatto la Russia fa la guerra all’Europa, e quindi anche all’Italia Per ora non la fa con i cannoni. Ma, aggredendo l’Ucraina, la Russia ha fatto esplodere l’economia mondiale, e l’Italia, come tanti altri paesi, ne fa le spese.

Del resto, la Russia non ha bisogno di mandare i carri armati a Roma. Come ogni grande potenza imperiale, la Federazione russa alcuni stati li occupa militarmente (Cecenia, Transnistria, parte dell’Ucraina), mentre su altri si limita a fare pressione affinché si allineino politicamente e concedano condizioni economiche di favore. Forse a Putin piacerebbe far nascere in Italia un “governo amico”. Imprenditori politici spregiudicati come Salvini e Conte potrebbero offrirsi - naturalmente per il bene del paese, per evitare danni maggiori - insieme a cespugli vari, politici disoccupati, anziani eskimi di estrema sinistra in saldo.

Di fronte a questo attacco portato dalla Russia contro di noi, cosa dice l’ANPI? Ad esempio, quello di Chivasso?

Maria Teresa Blatto dell'Anpi di Chivasso con Vinicio Milani

Il 14 marzo, il giorno in cui a Roma si svolge la manifestazione per l’Europa lanciata da Michele Serra, sul proprio facebook Maria Teresa Blatto, presidente di ANPI Chivasso, pubblica un veemente attacco alla piazza romana, pur senza nominarla. “Togliamoci i paraocchi… “, invoca Blatto. “A me il racconto della Russia, che ti invade, perché Putin è un dittatore, non mi ha mai convinto. Troppo semplicistico”. Infatti è troppo semplicistico. Lo abbiamo appena detto: a Putin non occorre “invadere” l’Italia. Gli basta trovare in Italia tanti amici: come quelli dell’ANPI?

Per fortuna è arrivato Trump: è un brutalone, ma parla chiaro: La signora Blatto ne tratteggia la figura con signorile linguaggio, citando la biancheria intima: “Un manigoldo come Trump, con le sue martellate dadaiste, ha tolto le mutande a molti soggetti in campo”. E chiude con una elegante invettiva: “Ma che si attacchino piuttosto loro, i bellicisti, al tram, insieme a quella scellerata della Von Truppen!”

Nel novembre scorso la presidente Blatto pubblica lo scritto di un certo Menandro. Il quale accusa l’Occidente di non voler avviare trattative con Putin: “All'opposto, Joe Biden s'inventa l'inasprimento della tensione”.

Qui rispunta l’arcaico antiamericanismo della sinistra, già invecchiato ai tempi della guerra in Vietnam. Col suo fallimento, Biden ha favorito la vittoria di Trump. Ecco, ora ci troviamo negli USA un presidente di estrema destra come Trump, ma la colpa è dei democratici di Biden, cioè di quella che negli USA è la sinistra.

L’anno scorso, alla vigilia del 25 aprile, Blatto riporta la frase di uno dei padri della patria, Piero Calamandrei: “chi prepara la guerra, anche a fini che crede difensivi, non fa altro, senza accorgersene, che volere la guerra”.

È l’intervento alla Camera dei Deputati col quale nel 1949 Calamandrei votò contro l’adesione dello Stato italiano alla Nato.

Il discorso andrebbe contestualizzato, non ritagliato per ridurlo a uno slogan di facile presa: Calamandrei temeva che la Nato avrebbe inasprito lo scontro fra i due blocchi che si stava delineando. Una posizione che oggi forse l’ANPI condividerebbe. Ma nell’intervento di Calamandrei non c’è nulla dell’antiamericanismo odierno dell’ANPI: “Né d’altra parte potrei sentirmi solidale con alcune delle dichiarazioni udite finora, le quali, mentre hanno espresso la loro solidarietà col popolo russo, hanno in termini talvolta assai aspri accentuato la loro ostilità contro l’America”.

Da resistente quale era stato, Calamandrei richiama quegli anni duri: “Non posso pensare che gli italiani della Resistenza abbiano già dimenticato che, se la libertà ci fu restituita perché l’eroico popolo russo seppe compiere il miracolo di Stalingrado, essa ci fu restituita anche perché nell’agosto del 1940 il popolo inglese resisté eroicamente all’uragano di fuoco che infuriava sul cielo di Londra, e perché l’America portò nella mischia lo schiacciante peso delle sue armi formidabili”.

E infine: “Né possiamo scordare che per molti di noi il ritorno della libertà fu annunciato dall’apparire lungamente invocato, nel polverone di una strada, del primo brillio di un carro armato americano”.

E l’ANPI nazionale? Su “Patria Indipendente” l’anno scorso Susanna Florio scrive un articolo intitolato “Pace e guerra”.

Immancabilmente, l’esponente dell’ANPI deplora la spedizione di aiuti militari all’Ucraina, cioè al più debole. E sentenzia: “Gli investimenti nell’industria bellica e l’invio delle armi non hanno mai rappresentato una soluzione possibile al conflitto, che si sta prolungando ed aggravando”. Peccato che un qualsiasi manuale di storia di liceo la smentisca: fu la potente industria americana delle armi, e quelle armi mandate in Inghilterra, che servirono a liberare l’Europa dalle armate naziste. E che aiutarono anche i nostri partigiani a resistere: ma l’ANPI se ne è già scordata.

Ecco perché oggi mi chiedo: perché il Comune dovrebbe elargire contributi economici a “questa” ANPI. Non sono tanti soldi: ad esempio per la mostra “Città ferite”, ingresso gratis, il Comune ha concesso all’ANPI di Chivasso 1.598 euro. Sono pochi euro, tuttavia non sono sicuro che siano ben spesi.

Sarebbe stato meglio distribuirli alle tante associazioni di volontariato della cui opera beneficiano tutti i chivassesi, non solo una parte. Basta andare sul sito del Comune, alla voce “Albo delle associazioni”, per rendersi conto della straordinaria vitalità dell’associazionismo chivassese: dalla Samco alla Fidas, dall’Avis alla Fand, dalla “Punto a capo” alla Lilt, e mi scuso con le tante che per brevità non menziono.

Caro sindaco Castello, non è arrivato il momento, in questo tempo di guerra e di restrizioni economiche, di abbandonare al suo destino questa ANPI antinazionale e usare meglio i soldi dei chivassesi?

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