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17 Marzo 2025 - 10:05
Piemonte, il welfare al collasso: senza fondi a rischio servizi e posti di lavoro
Il sistema socio-sanitario e assistenziale del Piemonte è a un passo dal tracollo. L’allarme lanciato da Confcooperative Piemonte non è solo una denuncia, ma un chiaro segnale di una crisi che potrebbe avere conseguenze gravissime per migliaia di famiglie, lavoratori e persone fragili. Il problema principale è l’assenza di un adeguamento delle tariffe per le cooperative sociali, nonostante l’aumento dei costi e degli stipendi stabilito dal rinnovo del contratto collettivo nazionale. Se le istituzioni non interverranno, molti servizi essenziali rischiano di interrompersi.
In Piemonte, il settore pubblico sanitario conta 55.000 lavoratori, mentre il comparto socio-assistenziale e socio-sanitario impiega altre 50.000 persone, di cui più di 30.000 operano nelle cooperative. Numeri enormi che confermano il peso di questo settore nella vita quotidiana dei cittadini. Tuttavia, il mancato adeguamento delle tariffe nei contratti pubblici sta mettendo le cooperative in difficoltà economica, con molte realtà che rischiano di chiudere i bilanci in pesante perdita. La situazione è resa ancora più critica dal fatto che il Patto per il welfare, che prevedeva un aumento delle rette fino al 10% entro il 2026, è rimasto solo sulla carta.
La protesta è particolarmente accesa a Torino, dove le cooperative sociali hanno deciso di impugnare al TAR la convenzione con la Regione, l’ASL e il Comune, giudicata insostenibile per via della mancanza di risorse adeguate. La situazione non è migliore nel resto del Piemonte, con molte cooperative che segnalano gravi difficoltà nel mantenere operativi i servizi dedicati a minori, anziani, disabili, persone con dipendenze e problemi di salute mentale. Se non verranno stanziati fondi sufficienti, l’intero sistema rischia di crollare, con conseguenze devastanti per le fasce più deboli della popolazione.
I vertici di Confcooperative Piemonte sono unanimi nel chiedere un intervento immediato. Enrico Pesce, presidente di Confcooperative Federsolidarietà Piemonte, ha avvertito che senza un adeguamento tariffario il sistema non reggerà. Irene Bongiovanni, presidente di Confcooperative Piemonte Nord, ha ribadito che il tempo delle parole è finito, ora servono fatti concreti per evitare la chiusura di molte realtà. Mario Sacco, presidente di Confcooperative Piemonte Sud e Confcooperative Sanità Piemonte, ha accusato la Regione di ritardi inaccettabili nel dare risposte.
L’appello al governo regionale è chiaro: servono risorse immediate per garantire la continuità dei servizi e la stabilità occupazionale. Se la politica non interverrà, il prezzo più alto sarà pagato da chi dipende da questi servizi per vivere dignitosamente. Il rischio non è solo economico, ma sociale, con migliaia di persone fragili che potrebbero trovarsi improvvisamente senza assistenza.
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