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Miranda Casale, la sarta dei sogni: un addio tra ago, filo e amore

La sua vita è stata un tessuto prezioso fatto di talento, generosità e passione che hanno lasciato il segno nella sua Brandizzo

Miranda Casale aveva 92 anni

Miranda Casale aveva 92 anni

Con ago e filo ha intrecciato la sua vita con passione, dedizione e generosità. Miranda Rita Casale Ughetti se n'è andata a Miranda Casale aveva 92 anni lasciando dietro di sé non solo ricordi, ma un'eredità di eleganza e bontà, di sogni mai abbandonati e di talento trasformato in arte.

Ha cucito la sua vita con Amore, Fede e Carità”, hanno scritto i suoi familiari per ricordarla. Parole semplici, ma intense, che racchiudono l'essenza di una donna dal cuore grande, capace di ascoltare, di comprendere e di donare con la leggerezza e la grazia che le appartenevano.

Miranda aveva la stoffa di chi non si arrende, di chi crede nei propri sogni anche quando il destino sembra ostacolarli. Fiera, determinata, raffinata. Se fosse nata in un altro contesto storico, sarebbe stata una firma dell'alta moda. Eppure, il suo talento ha trovato comunque la strada per brillare, tra le boutique torinesi e l’atelier di casa sua, tra i dettagli preziosi di un abito da sera e la magia di un vestito da sposa.

A undici anni, con la caparbietà che l’avrebbe sempre contraddistinta, decise che il cucito sarebbe stato il suo mondo. “Voglio imparare a cucire”, disse con fermezza, convincendo la sua famiglia a mandarla a Settimo da una cugina sarta. Non c’erano soldi, ma c’era il baratto: farina, uova e polli in cambio della sua formazione.

E fu così che, ago dopo ago, punto dopo punto, Miranda diventò la sarta che sognava di essere. A Torino affinò il suo talento, frequentando una prestigiosa scuola di taglio in via Pietro Micca e lavorando per le boutique del centro. Creava abiti di alta moda, capi che sfilavano anche sulle passerelle di Saint Vincent, eppure il suo cuore era rimasto sempre legato a casa, alla sua famiglia, ai suoi affetti.

La determinazione non le mancava e, con la stessa sicurezza con cui da bambina aveva deciso il suo destino, da adulta sognò di aprire una boutique di abiti da sposa in via Garibaldi, a Torino. Ma il richiamo della famiglia fu più forte. “Se apri il negozio, i bambini chi te li tiene?”, le disse sua madre. Miranda scelse l’amore per i suoi figli, anteponendo il bene della famiglia alle proprie ambizioni.

Non si fermò, però. Continuò a creare abiti nel suo piccolo atelier di via Gondolo, dove molte giovani ragazze imparavano da lei il mestiere. E soprattutto, continuò a realizzare i suoi vestiti da sposa, quelli che amava di più. “Il più bello? Uno tutto in organza bianca, ma anche quello in seta azzurra era meraviglioso, tutto ricamato”, raccontava con orgoglio.

In foto, la prima Bela Cossotera del 1951 e (a sinistra) Miranda, la sarta che ha creato gli abiti di moltissime Cossotere e corti dal 1991 in poi.

Miranda non ha mai smesso di donare il suo talento. Quando nel 1991 il Carnevale di Brandizzo rinasce, è lei a confezionare l’abito della Bela Cossotera, indossato da sua figlia Angela Ughetti. Da quel momento, molti costumi delle maschere storiche del paese hanno portato la sua firma. Con pazienza e passione, Miranda cuciva, decorava, rifiniva. “Lo faccio per il mio paese, per il Carnevale. È il mio piccolo contributo da pensionata”, diceva con umiltà.

Miranda se n’è andata, ma il suo ricordo resta intessuto nei suoi abiti, nei suoi gesti, nelle persone che l’hanno conosciuta. Resta nelle mani della figlia Angela, che condivideva con lei la passione per i dettagli e per la bellezza. Resta nel suo sorriso dolce e travolgente, nello sguardo buono e vivace che ha accompagnato ogni punto, ogni cucitura, ogni creazione.

Ha cucito la sua vita con Amore, Fede e Carità, e quel filo, invisibile ma resistente, continuerà a legare i suoi cari e tutti coloro che hanno avuto il privilegio di incrociare il suo cammino.

Addio, Miranda. Che il tuo ago continui a tessere sogni, anche lassù.

Riproponiamo integralmente l'intervista fatta nel gennaio 2017 a Miranda Casale

Fiera, determinata, dotata di grande estro artistico, gusto e raffinatezza. Miranda Casale, 84 anni, se fosse nata in un altro contesto storico e culturale, sarebbe, indubbiamente, diventata una firma dell’alta moda.

Le sue origini contadine, la guerra e la mentalità di quegli anni, invece, han fatto sì che parte di questa favola svanisse. Sì, ma solo in parte, perché Miranda, ai sogni, non ha mai smesso di crederci. “Dopo la quinta elementare - ci racconta - mio padre voleva che continuassi a studiare, ma l’avviamento era solo a Chivasso. Non volevo andarci. Volevo imparare a cucire”.

La guerra le dà una mano. Il 24 luglio, era il 1944, nel corso di un bombardamento, crolla il ponte sull’Orco, tra Brandizzo e Chivasso. Miranda ha solo 11 anni, ma la sua caparbietà vince su tutto: “Il giorno stessa sono andata in stazione a fare l’abbonamento per Settimo. Lì viveva una mia cugina che faceva la sarta. Per tre anni sono andata ad imparare il lavoro da lei. Affinché mi insegnasse, i miei genitori le mandavano farina, uova e polli. Eravamo contadini. Soldi non ce n’erano. Davamo quel che avevamo”. A 15 anni per Miranda si aprono le porte della città: “Ho frequentato un’importante scuola di taglio in via Pietro Micca a Torino. Amavo passeggiare per la città, guardare le vetrine dei negozi. Arrivavo fino a Porta Nuova per ammirare i meravigliosi negozi del centro”.

Miranda Casale in uno scatto del 1951

Terminati gli studi Miranda iniza a confezionare i suoi primi abiti nella sua abitazione di via Gondolo 27, a pochi passi dalla casa in cui vive ora. Ma le soddisfazioni più grandi continua a dargliele la città: “Ho lavorato per diverse boutique del centro, abiti da sera, collezioni d’alta moda. Una di queste, dell’imprenditore torinese Fusco, era in via Pietro Micca, proprio sotto il campanile. Un’altra in via Barbaroux. Qui organizzavano anche sfilate con le creazioni. Tutti abiti da sera d’alta moda in tessuti pregiati che calcavano anche le passerelle di Saint Vincent”.

In questo contesto nasce il grande sogno di Miranda: “Volevo aprire un negozio di abiti da sposa in via Garibaldi a Torino. Ero determinata a farlo. Mi fermai solo perché mia madre mi disse chiaramente che lei i bambini non me li avrebbe tenuti. E così ho anteposto il bene della famiglia”. Nell’atelier di via Gondolo c’era un gran fermento: “Molte ragazze venivano ad imparare il mestiere. Cucivo un po’ di tutto, ma la mia passione erano gli abiti da sposa. Uno dei più belli l’ho realizzato negli anni ‘50: tutto in organza bianca, ma era meraviglioso anche quello realizzato in seta azzurra. Era tutto ricamato”. Quando nel 1991 rinasce il Carnevale, Angela Ughetti, sua figlia, viene invitata dal parroco, Don Luigi Manassero, ad indossare gli abiti della Bela Cossotera.

Miranda con la figlia Angela Ughetti

E’ Miranda a cucirle l’abito, impreziosito dai pregiati ricami realizzati da Angela stessa. Da quell’anno, quasi tutti gli abiti realizzati per le maschere storiche brandizzesi, portano la firma di Miranda. “Lo faccio per dare un contributo al mio paese e al Carnevale. Il mio modesto contributo da pensionata”. E, a darle un grande aiuto è Angela che racconta: “Io sono più appassionata di dettagli, finiture, ricami”. Gli abiti di quest’anno sono già pronti, ma tutto è ancora top secret. Un dettaglio, però Miranda ce lo svela: sono  stati utilizzati centoventi metri di nastro di velluto verde per realizzarli. Tutto il resto è una sorpresa...

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