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14 Marzo 2025 - 17:54
Gli insegnanti del Piero Martinetti di Caluso esprimono il loro sostegno a Rivarolo
Nel contesto di una stagione segnata da accese polemiche e pressioni esterne, l'Istituto Piero Martinetti di Caluso ha scelto di prendere una posizione netta e chiara, manifestando in maniera decisa la propria vicinanza a un'altra istituzione che da tempo si trova sotto la lente delle controversie: l'Istituto Aldo Moro di Rivarolo Canavese. In un clima in cui la libertà di espressione e il ruolo educativo delle scuole sono messi in discussione da attori esterni, la decisione dei docenti e della dirigente scolastica Katia Milano assume un significato emblematico.
Il comunicato diffuso dagli insegnanti del Martinetti, infatti, sottolinea la necessità di preservare il carattere autonomo e indipendente della scuola, intesa non solo come luogo di istruzione, ma come baluardo del diritto alla libertà di pensiero e di espressione, sancita dai principi fondanti della nostra Costituzione. Tale atto di solidarietà si inserisce in un quadro più ampio di manifestazioni e iniziative volte a difendere il diritto degli educatori a organizzare attività didattiche senza subire ingerenze esterne che minaccino la loro professionalità e la funzione sociale dell’istituzione scolastica.
Il caso che ha portato alla cancellazione della conferenza dello storico Eric Gobetti all’Istituto Aldo Moro ha riacceso un dibattito all’interno del mondo dell’istruzione, dove la tensione tra esigenze istituzionali e pressioni mediatiche e politiche ha sollevato interrogativi in merito alla reale autonomia delle scuole pubbliche. La scelta dei docenti del Piero Martinetti di Caluso, intervenendo tempestivamente e con decisione, si configura come un segnale forte e simbolico: la scuola deve rimanere un ambiente libero, dove il dialogo e lo sviluppo di un pensiero critico possano prosperare senza subire influenze esterne che ne compromettano l’indipendenza.
Il comunicato, redatto con cura e spirito costruttivo, richiama l’attenzione sul fatto che ogni iniziativa didattica dovrebbe essere il frutto di una decisione collettiva, maturata in sede di collegio dei docenti, escludendo qualsiasi tipo di interferenza esterna. In questo senso, l’intervento del Martinetti si presenta non solo come un atto di solidarietà nei confronti dei colleghi di Rivarolo, ma anche come un invito alla riflessione più ampia sull’importanza di tutelare l’autonomia decisionale degli istituti scolastici.
La posizione espressa dalla dirigente Katia Milano e dai docenti si fonda sul principio cardine secondo cui l’educazione deve essere libera e indipendente, una condizione essenziale per formare cittadini capaci di analisi critica e di partecipazione attiva alla vita democratica. Questo episodio, seppur controverso, evidenzia come l’azione dei singoli operatori del sistema educativo possa contribuire a rafforzare la fiducia nelle istituzioni scolastiche, ribadendo l’importanza di una scuola che sappia difendere il diritto all’insegnamento libero e l’importanza di un ambiente formativo che, al di là delle pressioni esterne, mantenga salda la sua missione culturale e civica.
In un’epoca in cui le opinioni vengono spesso strumentalizzate e le decisioni prese in ambienti esterni al contesto scolastico rischiano di compromettere il percorso formativo, l’appello del Martinetti si inserisce in un percorso di rafforzamento del dialogo interno e di riaffermazione di una visione dell’istruzione come pilastro imprescindibile della democrazia. La riflessione che ne scaturisce è profonda e tocca il cuore della funzione sociale della scuola: essa deve essere il luogo in cui si costruisce il futuro attraverso la trasmissione del sapere, ma anche attraverso il dialogo aperto e libero, in cui ogni voce ha il diritto di esprimersi senza timore di censure o pressioni.
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