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WWF denuncia: interventi dannosi sui fiumi, le Regioni ignorano l’equilibrio naturale

Tagli indiscriminati e escavazioni mettono a rischio ecosistemi e sicurezza idrogeologica, servono azioni concrete per la tutela

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WWF denuncia: interventi dannosi sui fiumi, le Regioni ignorano l’equilibrio naturale

I fiumi italiani sono in pericolo, e a minacciarli non sono solo i cambiamenti climatici, ma anche le azioni umane incontrollate. È l’allarme lanciato dal WWF Italia nella Giornata internazionale di Azione per i fiumi, che denuncia interventi regionali devastanti sui corsi d’acqua, con tagli della vegetazione ripariale ed escavazioni in alveo realizzati senza alcuna attenzione per gli indispensabili servizi ecosistemici che i fiumi garantiscono alla sicurezza e al benessere delle persone.

Il grido d’allarme arriva in un momento critico: il maltempo che sta colpendo il Paese in questi giorni sta mettendo a dura prova numerosi fiumi, mostrando quanto sia fondamentale un’azione consapevole e sostenibile nella gestione delle risorse idriche. "I fiumi contano e rispettarli significa rispettare la nostra sicurezza" è il messaggio che il WWF rilancia, sottolineando la necessità di un cambio di rotta nelle politiche ambientali.

Nel mirino dell’organizzazione ci sono le Regioni, accusate di portare avanti piani di gestione inefficaci, che non solo non risolvono i problemi di rischio idrogeologico, ma li aggravano, aumentando fenomeni pericolosi come la velocità delle acque, l’erosione spondale e i picchi di piena. Questi interventi, invece di migliorare la stabilità delle aree vicine ai corsi d’acqua, la mettono in pericolo, incidendo negativamente sulle infrastrutture e causando danni a lungo termine all’equilibrio idrologico.

Il WWF ricorda che il rispetto dei fiumi passa attraverso la tutela della loro vegetazione e della loro capacità naturale di autoregolazione. Tagliare indiscriminatamente le piante lungo le sponde e alterare gli alvei significa annullare la capacità di assorbire CO2, compromettere la regolazione del regime idrologico e ridurre la qualità dell’habitat, con effetti negativi non solo sull’ecosistema, ma anche sull’agricoltura e sulla stabilità delle coste. Meno sedimenti che arrivano al mare significano spiagge che arretrano e intrusione salina nei terreni coltivati, con conseguenze pesanti sull’intero sistema economico e ambientale.

La difesa dei fiumi è al centro anche della prossima edizione di Earth Hour 2025, l’evento globale promosso dal WWF che il 22 marzo vedrà persone di tutto il mondo mobilitarsi per la tutela della natura. Tra le azioni proposte, l’invito a diventare, anche solo per un giorno, "custodi" dei corsi d’acqua, segnalando situazioni di degrado, accumuli di rifiuti e problemi ambientali, ma anche organizzando pulizie collettive delle sponde per restituire ai fiumi il rispetto che meritano.

La richiesta del WWF è chiara: serve una pianificazione seria e sostenibile, che segua le direttive europee sulle Acque, Alluvioni e Habitat, evitando interventi dannosi e mettendo al centro la sicurezza ambientale e idrogeologica. Il futuro delle nostre acque dipende dalle scelte che verranno fatte oggi: ignorare il problema significa mettere a rischio ecosistemi, territori e vite umane.

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