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Stellantis: crisi del settore, cassa integrazione e stipendi insufficienti

Stellantis, la Fiom avvia la raccolta firme per l’integrazione salariale

Crisi del settore

Crisi del settore, cassa integrazione e stipendi insufficienti: sindacati in pressing su azienda e governo

La crisi dell'automotive continua a colpire duramente i lavoratori del settore, e in particolare quelli di Stellantis, costretti a fare i conti con il costante ricorso alla cassa integrazione in tutti gli stabilimenti italiani del gruppo. Una situazione che si trascina da tempo e che non sembra destinata a risolversi senza un cambio di rotta deciso sul fronte industriale e occupazionale. Per questa ragione, la Fiom-Cgil nazionale ha deciso di lanciare una raccolta firme per chiedere un’integrazione salariale a favore delle lavoratrici e dei lavoratori colpiti dalla riduzione dell’attività produttiva.

Secondo Samuele Lodi, segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile del settore mobilità, il problema principale resta l’assenza di un piano industriale concreto da parte del colosso automobilistico, che continua a far pagare la crisi ai propri dipendenti, lasciati senza garanzie su nuovi modelli produttivi e sull’occupazione futura.

La richiesta di integrazione del reddito non è rivolta soltanto a Stellantis, ma anche al governo e alle Regioni, che possono e devono intervenire con strumenti di sostegno economico, in particolare attraverso finanziamenti destinati alla formazione dei lavoratori, come già avviene in Piemonte.

Ma la battaglia del sindacato non si ferma qui. Il tema del salario dignitoso verrà portato direttamente sul tavolo automotive in programma venerdì 14 marzo presso il Mimit (Ministero delle Imprese e del Made in Italy), dove i sindacati presenteranno una posizione unitaria per affrontare l’emergenza lavorativa del settore. L’obiettivo è chiaro: accanto alla necessità di un piano di investimenti strutturali in progettazione, ricerca e produzione, è essenziale avviare un percorso di riduzione dell’orario di lavoro per contrastare gli effetti della crisi e garantire stabilità salariale.

Il destino di migliaia di lavoratori e lavoratrici è legato alle scelte che verranno fatte nei prossimi mesi. Il settore automotive sta vivendo una fase di profonda trasformazione, tra la transizione all’elettrico, la concorrenza globale e l’incertezza sulle strategie industriali delle multinazionali. Ma senza un intervento immediato e incisivo, il rischio è che a pagare il prezzo più alto siano ancora una volta gli operai, costretti a tirare avanti con ammortizzatori sociali insufficienti e stipendi sempre più bassi.

Per questo la mobilitazione prosegue, con la speranza che Stellantis, governo e istituzioni ascoltino finalmente la voce dei lavoratori.

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