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11 Marzo 2025 - 11:32
Qualità dell’aria in Italia: miglioramenti nel 2024, ma l'ozono resta un problema
La qualità dell’aria in Italia continua a mostrare segnali positivi anche nel 2024, con un calo delle concentrazioni di Pm2.5 e biossido di azoto in gran parte delle aree monitorate, come emerge dal rapporto del Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente (Snpa). Tuttavia, persistono alcune criticità, soprattutto per quanto riguarda il Pm10 e l'ozono.
Tra le buone notizie, le concentrazioni medie annuali di Pm2.5 restano entro i limiti di legge, fissati a 25 microgrammi per metro cubo, e lo stesso vale per il Pm10, con una media di 40 microgrammi per metro cubo. Tuttavia, i valori giornalieri di Pm10 continuano a registrare frequenti superamenti, un segnale che indica come l’inquinamento atmosferico resti una sfida aperta. Sul fronte del biossido di azoto (NO2), si evidenzia una riduzione costante delle concentrazioni, con il 98% delle stazioni di monitoraggio che riportano valori nei limiti consentiti.
L’aspetto più preoccupante riguarda invece l’ozono, con livelli ancora troppo elevati: solo il 16% delle stazioni ha registrato valori compatibili con l’obiettivo a lungo termine per la protezione della salute umana. Un dato che sottolinea come la qualità dell’aria, pur migliorando complessivamente, presenti ancora sacche di criticità che necessitano di interventi mirati.
Le autorità europee si stanno già muovendo in questa direzione: la recente Direttiva sulla qualità dell’aria, che entrerà in vigore dal 2030, imporrà limiti ancora più stringenti rispetto a quelli attuali, anche nelle aree che oggi rispettano le soglie di legge.
Il Snpa sottolinea l’importanza di mettere in campo azioni concrete e tempestive per ridurre ulteriormente le emissioni inquinanti, con strategie a breve e medio termine che possano garantire un’aria sempre più pulita e salubre per i cittadini italiani. Il miglioramento c’è, ma la strada da percorrere è ancora lunga.
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