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Sanità

Quale futuro per l’ospedale di Lanzo? Tra carenze, promesse e rabbia

L’assessore Riboldi ha promesso l’acquisto dell’Ospedale da parte della Regione. Il Direttore Vercellino ha annunciato l’apertura di nuove sale operatorie e ambulatori. Il Comitato continua a “volere i fatti”

Ospedale di Lanzo, incontro aperto: la Regione promette nuovi servizi

Giovedì 6 marzo, presso il centro “Lanzo Incontra”, in Piazza Generale Ottavio Rolle, si è svolta l’incontro aperto per discutere del futuro dell’ospedale di Lanzo, che sta attraversando una fase critica, e della rete sanitaria delle Valli di Lanzo. All’incontro hanno partecipato gli assessori regionali alla Sanità, Federico Riboldi, e al Patrimonio e Fondi Sviluppo e Coesione, Gian Luca Vignale, insieme al sindaco Fabrizio Vottero, Daniela Majrano, sindaca di Viù e presidente dell’Unione Montana, il Direttore Generale dell’AslTo4 Luigi Vercellino e il Direttore Sanitario Sara Marchisio.

L’incontro è stato organizzato per rispondere alle crescenti domande dei cittadini, che hanno più volte espresso la loro preoccupazione per la chiusura degli ambulatori e per la possibilità che la struttura sanitaria venga resa marginale. In particolare, i fari si sono accesi in seguito alle dimissioni del Responsabile del reparto di Medicina Interna e alla chiusura di due ambulatori.

Dopo i saluti e i ringraziamenti di Fabrizio Vottero, che ha voluto ricordare la centralità di questo tema per le amministrazioni locali, ha preso la parola la presidente dell’Unione Montana Alpi Graie, che ha parlato di una “comune battaglia per la difesa della sanità del nostro territorio, che portiamo avanti da tanto tempo. Il territorio deve prendere in considerazione l’intero problema, non solo l’ospedale di Lanzo”. Majrano ha inoltre ricordato che è il momento di portare al tavolo le preoccupazioni principali che interessano il territorio: la carenza dei medici di famiglia e le condizioni dell’ospedale di Lanzo.

La parola è poi passata a Luigi Vercellino, subentrato alla guida dell’AslTo4 a dicembre del 2024. Il Direttore ha voluto mettere le mani avanti fin da subito, sostenendo che “quando si inizia il mandato c’è un primo periodo bianco, un tempo in cui ci si ambienta. Noi questo tempo non l’abbiamo avuto perché le sollecitazioni dal punto di vista comunale e regionale sono state indirizzate ad avere delle risposte in tempi brevi”. Dopo questa infelice introduzione, Vercellino ha poi parlato di cambiamenti importanti previsti per il presidio di Lanzo.

La Dottoressa Marchisio ha dato un quadro completo della situazione proiettando numeri e tabelle, la maggior parte delle quali non era visibile per le ridotte dimensioni dei caratteri. Dei tanti numeri riportati, è importante ricordare che il 38% dei ricoveri viene fatto in un ospedale diverso da quello di Lanzo, in particolare per quanto riguarda la chirurgia maggiore, cioè i grandi interventi. “È quindi necessario avviare un potenziamento interno per quanto riguarda le prestazioni ambulatoriali” ha infine specificato Marchisio.

A questo proposito, il Direttore ha ripreso la parola annunciando che dal 4 di aprile saranno disponibili nuove sale operatorie. “Da giugno si partirà con la chirurgia generale, con interventi di bassa complessità”. Per quanto riguarda le attività ambulatoriali, dal 15 aprile verranno aperte nuove agende, tra cui l’ambulatorio scompenso cardiaco, l’ambulatorio doppler e l’ambulatorio diagnostica per immagini.

L’assessore Vignale ha aggiunto poco all’intervento della dottoressa Marchisio, riprendendo i numeri presenti nelle slides, a conferma del fatto che è necessario potenziare il presidio ospedaliero: “esiste una possibilità di recupero – ha commentato l’assessore –  l’ospedale ha una capacità di attrazione, 7000 pazienti che provengono da fuori l’area di Lanzo. Ha grandi potenzialità, garantisce tempi di attesa minori rispetto ad altri presidi”.

“Non posso resistere! –  Ha interrotto un cittadino – Mi danno molto fastidio, ogni volta che ci riferiamo al CUP, non veniamo mandati a Lanzo o a Ciriè, ma in altri presidi. Quei numeri lì sono delle balle!” ha commentato il cittadino, scatenando l’applauso della platea. “Noi chiediamo che questo ospedale abbia dei servizi che funzionino, non che si mandi in altri posti. Se mettete a posto il CUP regionale, questo potrebbe essere un punto da cui partire”.

A questo commento Riboldi ha risposto confermando che “il cup regionale non funziona. È stato mal progettato, infatti la prima cosa che ho fatto è stata avviare il processo di modernizzazione del cup. Avrà una prenotazione migliore e più efficace”. L’obiettivo dichiarato dall’assessore alla Sanità è di diminuire le liste di attesa. “Abbiamo alcuni dati, che sono positivi, e testimoniano come si possa sostenere un miglioramento delle tempistiche. Eviterei di guardare al passato”.

Il futuro disegnato da Riboldi si caratterizza di due obiettivi principali: il primo è l’acquisto della struttura, che oggi è a gestione diretta. “Se non abbiamo la proprietà delle strutture, non andiamo da nessuna parte – ha sostenuto l’assessore – la proprietà della struttura può essere un primo passo verso una soluzione diversa. Da li bisogna continuare e fare sì che venga popolata di professionisti.

Da qui deriva il secondo punto critico toccato da Riboldi: la mancanza di personale. “Nessuno vuole spremere il personale. Stiamo cercando di assumere tutte le professionalità, l’obiettivo è di completare le 2000 assunzioni entro la fine dell’anno. Posso assicurarvi che porterò in giunta regionale la deroga per istituire una struttura complessa nell’ospedale di Lanzo” ha commentato l’assessore, guadagnandosi l’applauso di buona parte della platea.

La serata si è conclusa con l’intervento del portavoce del Comitato per la difesa dell’Ospedale di Lanzo.

“Abbiamo una struttura che è come una bella scatola di cioccolatini, dove però dentro non ce ne sono moltissimi” ha esordito il cittadino. Le rivendicazioni del Comitato sono chiare e semplici e non escludono la possibilità di portare avanti gli obiettivi promessi dall’assessore Riboldi e dal Direttore Vercellino. La prima richiesta è la riapertura del punto di primo intervento, chiuso nel 2020 a causa della pandemia. “Parliamo di un punto che deve fare poi da smistamento di quelle che sono le patologie di bassa entità quelle che possono essere curate eventualmente anche in ambulatori che però a volte non sono aperti”. Il secondo punto è il potenziamento del reparto di Medicina Interna, che in questo momento è sottoutilizzato del 50%. Il terzo punto è la riabilitazione del centro per curare i disturbi alimentari. “Noi vogliamo dei fatti!” ha infine concluso il portavoce.

L’assessore Riboldi ha infine dato un nuovo appuntamento per il prossimo mese per “parlare dell’acquisto dell’ospedale, dei numeri, delle prestazioni e del personale”.   

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