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Ospedale di Lanzo: una lenta agonia o un futuro possibile?

Medici in fuga, ambulatori chiusi reparti svuotati: il presidio sanitario di Lanzo è in pericolo

Ospedale di Lanzo: una lenta agonia o un futuro possibile?

L'ospedale di Lanzo

Cresce l'allarme per il futuro dell'Ospedale di Lanzo. Il Comitato per la difesa del presidio sanitario ha indetto per mercoledì 26 febbraio una riunione straordinaria per affrontare una situazione sempre più critica. La chiusura di ambulatori essenziali e le dimissioni del responsabile del reparto di Medicina interna hanno fatto scattare l'ennesimo campanello d'allarme.

"Il progressivo impoverimento della struttura con la chiusura di ambulatori e posti letto mette in crisi il sistema sanitario delle Valli. L'ospedale deve essere riempito di servizi per essere efficiente, non svuotato. Non siamo più disposti a compromessi", afferma con fermezza il Comitato, che annuncia la richiesta imminente di un incontro con il Direttore generale dell'Asl TO4 e con l'Assessore regionale alla sanità. "Le Valli di Lanzo esigono risposte".

La denuncia arriva dopo l'annuncio delle dimissioni del responsabile del reparto di Medicina interna, previste per il 1° marzo. Un addio che rischia di lasciare il reparto ancor più depotenziato, visto che attualmente il tasso di occupazione dei posti letto è inferiore al 50%. Come se non bastasse, la chiusura degli ambulatori di ecodoppler e geriatria - fino a pochi mesi fa considerati fiori all'occhiello del nosocomio lanzese - aggrava ulteriormente il quadro già critico.

"Basta ambiguità, basta incertezze. È il momento di fare chiarezza sul futuro dell’ospedale di Lanzo, un presidio sanitario fondamentale per il territorio che, negli ultimi anni, è stato purtroppo oggetto di continui tagli e di una progressiva dismissione dei servizi", dichiarano Sarah Disabato, capogruppo regionale M5S Piemonte, e Alberto Unia, consigliere regionale M5S. "Le ultime notizie sono preoccupanti. Facciamo riferimento in primo luogo alle dimissioni del responsabile del reparto di Medicina interna, a decorrere dal 1° marzo. Il reparto attualmente presenta un tasso di occupazione minore del 50% e la riduzione dei ricoveri pone seri dubbi sulla volontà di investire sulla struttura, nonostante la sua importanza per le Valli".

La capogruppo in Regione dell'M5S, Sarah Disabato con il consigliere M5S Alberto Unia

Questa situazione si inserisce in un contesto di progressivo depotenziamento della struttura, iniziato con la chiusura del Pronto Soccorso nel 2020 durante l'emergenza Covid. Una chiusura accompagnata dalla promessa di una riorganizzazione del servizio, promessa che non si è mai concretizzata. "Non possiamo dimenticare gli annunci in pompa magna del presidente Cirio, in piena campagna elettorale, che con 300mila euro di investimenti sembrava dovesse risollevare le sorti del nosocomio. Tutte chiacchiere", attaccano i consiglieri M5S.

La Giunta Cirio viene quindi ritenuta la principale responsabile dell'attuale situazione. "Si continua inoltre a vociferare su ipotesi di privatizzazione dell’intero ospedale o, appunto, del pronto soccorso. Ipotesi che vanno accantonate senza se e senza ma, a difesa di una sanità pubblica svincolata dalle esigenze dei privati", avvertono Disabato e Unia. Il Movimento 5 Stelle, a questo proposito, ha annunciato la richiesta di un’informativa all’Assessore Riboldi in Commissione Sanità e la presentazione di un’interrogazione urgente in Consiglio regionale.

Il Partito Democratico chiede chiarezza: "Non scaricare tutto su Cirié"

Non meno dura la posizione del consigliere regionale Pd Alberto Avetta, che ha presentato un’interrogazione urgente sul tema. "Le preoccupazioni espresse dal Comitato a difesa dell’ospedale di Lanzo sono concrete e condivisibili: le dimissioni del responsabile del reparto di medicina e la chiusura degli ambulatori di ecodoppler e geriatria sono le prove di una riduzione dei servizi che penalizza i cittadini costretti a rivolgersi o a Cirié o al privato. La Regione Piemonte con quali strumenti e con quali tempistiche intende intervenire per garantire ai cittadini di Lanzo e delle sue valli il diritto alla salute? Oppure si deve accettare il progressivo svuotamento di questo presidio sanitario, con l’esito che abbiamo già visto verificarsi altrove?". Avetta sottolinea inoltre come la chiusura di servizi a Lanzo comporti una ricaduta negativa su Cirié, con il rischio di sovraccaricare un sistema già sotto pressione.

Il consigliere regionale Pd Alberto Avetta

A difesa del presidio sanitario si schiera anche Marco Bussone, presidente Uncem: "Sul futuro dell'ospedale di Lanzo ho fiducia nella Regione e nell'Asl To4. Con il presidente Uncem Roberto Colombero chiederemo all'Assessorato Riboldi di agire, come la Politica sa e deve fare, in piena sinergia con i Sindaci, i Presidenti delle due Unioni montane, i Cittadini riuniti in Comitato ormai da 15 anni, per potenziare il presidio ospedaliero, insieme con Ciriè. Lanzo deve essere potenziato, lo diciamo da tempo, lo dice il Sindaco della Città, con l'Assessore Assalto che fa parte del Consiglio Uncem. E non si possono avere, ogni cinque anni o meno, cambi di rotta e nuove incertezze. Sono certo che si troveranno soluzioni e strategie per rafforzare i servizi, per dare opportunità ai cittadini, per dire che quella struttura è fondamentale per le Valli alpine e per 40 Comuni del territorio".

Il Comitato non si arrende: "Non vogliamo un ospedale fantasma"

La riunione del 26 febbraio sarà un momento chiave per decidere le prossime mosse. Il Comitato per la difesa dell'ospedale di Lanzo ribadisce la propria determinazione a non permettere ulteriori smantellamenti: "Non siamo più disposti a compromessi. Le Valli di Lanzo meritano risposte e soprattutto un ospedale funzionante. Non possiamo permettere che diventi un guscio vuoto, un ospedale fantasma. La sanità pubblica va difesa, qui e ora".

Il Presidente nazionale Uncem, Marco Bussone

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