AGGIORNAMENTI
Cerca
Attualità
05 Marzo 2025 - 11:31
Bruno Pizzul, l’ultima voce del calcio italiano
Se il calcio italiano ha avuto una voce che lo ha raccontato con eleganza, passione e competenza, quella voce è stata senza dubbio Bruno Pizzul. Nato a Udine l’8 marzo 1938, la sua vita è sempre stata legata al pallone, prima come giocatore e poi come storico telecronista della Nazionale italiana. Cresciuto in Friuli, Pizzul ha intrapreso inizialmente una carriera da calciatore, vestendo le maglie di squadre come Pro Gorizia, Catania, Ischia e Cremonese nel ruolo di centromediano. Tuttavia, un grave infortunio al ginocchio pose fine alla sua esperienza sul campo, spingendolo verso un'altra strada: quella del giornalismo.
Dopo la laurea in giurisprudenza, Bruno Pizzul entrò in Rai nel 1969, iniziando un percorso che lo avrebbe reso la voce più amata del calcio italiano. Il suo debutto come telecronista avvenne nel 1970, durante lo spareggio tra Juventus e Bologna, ma fu nel 1986 che divenne il commentatore ufficiale delle partite della Nazionale, ruolo che mantenne fino al 2002. In questo periodo, Pizzul raccontò alcune delle pagine più importanti della storia del calcio azzurro, dagli Europei ai Mondiali, accompagnando intere generazioni di tifosi con il suo stile inconfondibile, pacato ma intenso, capace di trasmettere emozioni senza mai scadere nell’enfasi eccessiva.
Tra i momenti più significativi della sua carriera, spiccano i Mondiali di Italia ‘90, un evento che gli valse il soprannome di "voce di Italia ‘90" e che consolidò ulteriormente il suo status di icona della telecronaca sportiva. Ma il suo lavoro non si limitò solo ai momenti di gloria. Nel 1985, Pizzul fu anche testimone della tragedia dell’Heysel, l’orribile notte della finale di Coppa dei Campioni tra Juventus e Liverpool, in cui persero la vita 39 persone. Il suo racconto, misurato e rispettoso, fu un esempio di giornalismo sportivo di altissimo livello, capace di bilanciare il dovere della cronaca con la sensibilità necessaria in una serata drammatica.
Oggi, 5 marzo 2025, all’età di 86 anni, Bruno Pizzul si è spento all’ospedale di Gorizia, dove era ricoverato da due settimane. La notizia ha scosso il mondo del calcio e del giornalismo sportivo, con tantissimi tributi da parte di colleghi, calciatori ed ex calciatori, dirigenti sportivi e semplici tifosi, che lo hanno sempre considerato una presenza familiare e rassicurante nelle notti di calcio.
Nella sua vita privata, Bruno Pizzul era legato alla moglie Maria, con la quale ha avuto tre figli: Fabio, giornalista ed ex consigliere regionale della Lombardia; Silvia, insegnante di matematica e scienze a Milano; e Carla, assistente sociale. Con undici nipoti, la sua famiglia è sempre stata un punto di riferimento importante, così come lo è stata la sua passione per il calcio e la narrazione sportiva.
La sua voce inconfondibile e il suo stile sobrio resteranno per sempre nella memoria degli italiani. Con la sua scomparsa, si chiude un’epoca della telecronaca calcistica, ma resta vivo il ricordo di un uomo che ha saputo raccontare il calcio con competenza, misura ed eleganza, senza mai essere sopra le righe. Il calcio italiano perde una leggenda, ma il suo racconto vivrà nelle menti e nei cuori di chiunque abbia ascoltato almeno una volta una sua telecronaca.
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.