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05 Marzo 2025 - 09:51
Torino, un passo avanti per il diritto all'aborto: i ginecologi non obiettori superano gli obiettori!
Un cambiamento significativo sta avvenendo a Torino: per la prima volta, i ginecologi non obiettori di coscienza superano quelli obiettori. Un dato che segna un passo avanti importante nella garanzia del diritto all'aborto sicuro. Secondo i dati del ginecologo Silvio Viale, responsabile del reparto IVG dell'ospedale Sant’Anna, gli obiettori sono calati dal 57,5% del 2021 al 44,2%, mentre i non obiettori sono saliti al 55,8%. Un'inversione di tendenza che ha un impatto diretto sulla possibilità per le donne torinesi di accedere all'interruzione volontaria di gravidanza senza ostacoli burocratici o ideologici.
In un paese civile, il diritto di scegliere sul proprio corpo deve essere garantito con un'assistenza medica sicura ed efficiente. Le donne hanno sempre praticato l’aborto, indipendentemente dal contesto legale o sociale: la questione non è se l’aborto debba esistere, ma come garantirne la sicurezza. Non è legalizzando l’aborto che se ne incentiva la pratica, ma è attraverso l’accesso sicuro alle strutture sanitarie che si evitano situazioni pericolose e clandestine.
I numeri parlano chiaro: più accesso, più sicurezza...
Oltre al calo degli obiettori, altri dati confermano il mutamento in corso. L’età media delle donne che interrompono la gravidanza a Torino è 33 anni, la stessa di quelle che scelgono di portarla a termine, segno di scelte ponderate e consapevoli. Inoltre, nel 2024 le IVG sono aumentate del 2,4%, passando da 2.372 a 2.430, mentre anche le nascite sono cresciute del 3,7%, in controtendenza rispetto ai dati nazionali. Questo dimostra che una maggiore disponibilità di ginecologi non obiettori non corrisponde a un aumento indiscriminato degli aborti, ma piuttosto a una migliore gestione della salute riproduttiva.
Un passo avanti per il diritto all'aborto
Nei consultori torinesi, su 23 ginecologi solo 2 sono obiettori, ma è negli ospedali che si pratica l’aborto. Il Sant’Anna, che esegue l’83,9% delle IVG a Torino, è un punto di riferimento fondamentale. Qui, il numero crescente di ginecologi non obiettori ha permesso una migliore gestione delle richieste, garantendo alle donne un’assistenza tempestiva e priva di ostacoli ideologici.
Nel frattempo, si accende la polemica sulla “stanza dell’ascolto”, concessa ai movimenti antiabortisti all’interno dell’ospedale Sant’Anna. Un’iniziativa che il dottor Viale ha definito "una trovata inutile e ideologica", criticata per limitare la laicità delle cure ospedaliere. La stanza, pur inaugurata più volte, resta chiusa e inutilizzata, mentre la città di Torino si è schierata apertamente contro questa iniziativa. Il TAR ha respinto la richiesta di chiusura della stanza, ma il dibattito resta acceso.
Il calo degli obiettori a Torino segna un cambiamento culturale: sempre più ginecologi scelgono di garantire un diritto essenziale senza lasciarsi condizionare da pressioni ideologiche. Resta da vedere se questo trend si consoliderà anche a livello regionale e nazionale, ma il segnale è chiaro: l’accesso all’aborto sicuro non può essere ostacolato.
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