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Piemonte, destra chiude le porte alle donne: negato l’incontro alle manifestanti contro il fondo antiabortista

Il Consiglio regionale rifiuta il confronto con le attiviste di Non Una Di Meno e Più di 194 Voci, in presidio contro i 940mila euro destinati alle associazioni antiabortiste. L’opposizione insorge: “Atto antidemocratico”.

Proteste in Piemonte: Il Fondo Vita Nascente e le Controversie che Dividono

Proteste in Piemonte: Il Fondo Vita Nascente e le Controversie che Dividono

Il Consiglio regionale del Piemonte ha deciso di non ricevere le manifestanti che oggi hanno protestato davanti a Palazzo Lascaris contro il finanziamento del Fondo Vita Nascente, il fondo regionale che destina risorse alle associazioni antiabortiste. La decisione è stata presa dal presidente dell’Assemblea legislativa, Davide Nicco (Fratelli d'Italia), che ha negato alle manifestanti la possibilità di essere ascoltate in una pausa dei lavori consiliari.

Il fondo, fortemente voluto dall’assessore Maurizio Marrone (FdI), ha già ricevuto in passato finanziamenti per un totale di 3,2 milioni di euro negli ultimi quattro anni e nel bilancio previsionale della Regione è stato previsto un nuovo stanziamento di 940mila euro. Una misura contestata da larga parte dell’opposizione, che la ritiene un tentativo di minare la libertà di scelta delle donne, sottraendo fondi ad altri capitoli di spesa come la sanità pubblica e il potenziamento dei consultori.

La maggioranza di centrodestra difende però il provvedimento. Secondo la vicecapogruppo di FdI, Alessandra Binzoni, il fondo tutela il diritto di scelta delle donne: «A chi contesta rispondiamo in modo concreto per tutelare la libertà di scelta». Anche la consigliera Silvia Raiteri (FdI) ribadisce il valore della misura: «Ha aiutato in questi anni tante donne in difficoltà». Più netto il collega di partito Davide Zappalà, secondo cui «è giusto non audire chi a parole si definisce femminista ma nei fatti discrimina e aggredisce».

Decisamente diversa la lettura della vicenda da parte dell’opposizione. Per la capogruppo di AVS, Alice Ravinale, la scelta del Consiglio regionale è inaccettabile: «Questa destra ha un problema con la democrazia: è grave rifiutare il confronto con chi manifesta pacificamente e delegittimare un intero movimento». Secondo Ravinale, il centrodestra evita il confronto perché sa che la misura non regge dal punto di vista della gestione dei fondi pubblici.

Dello stesso parere anche la capogruppo del Pd, Gianna Pentenero, che ha partecipato al presidio insieme ad altre esponenti del centrosinistra: «Abbiamo manifestato con la Rete + di 194 Voci e Non Una Di Meno per chiedere che quei soldi siano destinati alla sanità pubblica, all’educazione affettiva nelle scuole e ai consultori».

Durissima la posizione della capogruppo del M5S, Sarah Disabato, che ha accusato la Giunta Cirio di continuare a finanziare la propaganda antiabortista: «Soldi regalati per un totale di circa 3,2 milioni in quattro anni. Il Movimento 5 Stelle si è opposto fin dal 2022, contestando non solo la misura in sé, ma anche le rendicontazioni fumose delle associazioni che ricevono questi fondi». Disabato ha poi attaccato la decisione di Nicco di non ricevere le manifestanti: «Una grave mancanza di rispetto che stride con i principi democratici».

L’opposizione, compatta, continua a chiedere l’abolizione del Fondo Vita Nascente e un diverso utilizzo delle risorse: potenziamento dei consultori, sostegno alla prima infanzia e riduzione delle rette per gli asili nido. Ma la maggioranza di Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia non sembra intenzionata a fare marcia indietro.

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