Cerca

Attualità

SP 40: una strada pericolosa ignorata dalla Città Metropolitana! San Giusto Canavese non ne può più!

Nonostante le continue segnalazioni e le richieste di intervento, la SP 40 rimane un’arteria ad altissimo rischio, con incidenti gravi che si susseguono e una sicurezza sempre più compromessa. La Città Metropolitana continua a ignorare l’emergenza, ma la legge parla chiaro: chi ha responsabilità deve agire

SP 40: una strada pericolosa

SP 40: una strada pericolosa ignorata dalla Città Metropolitana!

Una strada pericolosa, una carreggiata che si restringe progressivamente, fossati laterali che si trasformano in corsi d’acqua e una manutenzione che manca da troppo tempo. La SP 40, che attraversa il territorio di San Giusto Canavese, è ormai un’arteria a rischio costante, ma la Città Metropolitana di Torino continua a ignorare la questione, nonostante le ripetute richieste di intervento da parte delle amministrazioni locali e dei cittadini.

L'amministrazione di San Giusto Canavese non ci sta! Sui canali social, attraverso un post Facebook, il sindaco esprime il suo malcontento.

L’ultimo incidente, avvenuto solo pochi giorni fa, ha visto un’automobile finire ruote all’aria in uno dei fossati laterali, resi sempre più insidiosi dall’erosione continua del manto stradale. Un episodio che si aggiunge a una lunga lista di incidenti, spesso con conseguenze gravi, che dimostrano come percorrere questa strada equivalga a sfidare la sorte. Il punto non è solo la pericolosità della SP 40, ma l’assenza totale di risposte da parte della Città Metropolitana, che, pur essendo l’ente responsabile, continua a non prendere provvedimenti.

La legge è chiara. L’articolo 14 del Codice della Strada stabilisce che l’ente proprietario delle strade ha l’obbligo di garantire la sicurezza della circolazione con interventi di manutenzione e controllo. L’inosservanza di questo dovere può configurare responsabilità civili e penali, come ribadito da numerose sentenze della Corte di Cassazione.

La sentenza dell’8 marzo 2012, n. 9175 della Cassazione Penale ha stabilito che il dirigente pubblico incaricato della manutenzione stradale può essere ritenuto responsabile delle lesioni o della morte degli utenti in caso di incidenti legati a condizioni di pericolosità della strada. Non solo: la Cassazione Civile (sentenza n. 15975 del 21 luglio 2011) ha chiarito che un ente gestore è responsabile anche quando il pericolo è noto e non viene rimosso, confermando un principio fondamentale: ignorare il problema non esime dalle responsabilità.

E allora perché, nonostante tutto, non si interviene? Perché la Città Metropolitana continua a tacere di fronte a una situazione così grave? Il sindaco e i cittadini si chiedono se la sicurezza di chi percorre questa strada quotidianamente non meriti nemmeno un’attenzione minima da parte di chi dovrebbe garantirla. L’infrastruttura è ormai al limite: la carreggiata non offre margini di errore, le banchine laterali inesistenti aumentano il rischio di fuoriuscite e l’erosione del manto stradale rende ogni metro percorso una potenziale trappola.

Questa non è più una semplice richiesta di manutenzione, ma un vero e proprio allarme sicurezza che non può essere ignorato fino a quando non si verificherà l’irreparabile. La Città Metropolitana di Torino deve assumersi le proprie responsabilità e intervenire con urgenza, perché attendere ancora significa mettere a rischio vite umane.

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori