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26 Febbraio 2025 - 12:00
Sciopero all’Italdesign di Moncalieri: tre giorni di protesta per il rinnovo del contratto
L’industria metalmeccanica italiana si trova di fronte a una nuova fase di tensione. Dal 26 al 28 febbraio 2025, i cancelli della Italdesign di Moncalieri sono rimasti chiusi a causa di uno sciopero indetto dai sindacati FIM, FIOM e UILM. La protesta nasce dalla mancata intesa sul rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro (CCNL), tema che da mesi agita il settore.
La trattativa tra i sindacati e Federmeccanica, l’associazione che rappresenta le imprese del comparto, si è interrotta su posizioni inconciliabili. Secondo le organizzazioni dei lavoratori, le condizioni proposte non tutelano adeguatamente i dipendenti. “Non possiamo accettare condizioni che non rispettano i diritti fondamentali dei lavoratori”, ha dichiarato Edi Lazzi, segretario generale della FIOM-CGIL di Torino, presente ai presidi.
Il caso Italdesign segue un precedente simile avvenuto a Ivrea il 18 febbraio, dove si è tenuto un altro sciopero per la stessa rivendicazione. Nonostante la pressione esercitata, Federmeccanica non ha ancora dato segnali di apertura al dialogo.
I lavoratori in sciopero sottolineano che il CCNL non è solo una questione burocratica, ma una garanzia di diritti, sicurezza e dignità. “Vogliamo un contratto che riconosca il nostro impegno e garantisca condizioni di lavoro adeguate”, ha affermato un operaio della Italdesign. Dall’altra parte, Federmeccanica sostiene di aver avanzato proposte che tengano conto del contesto economico e delle difficoltà del mercato globale. Tuttavia, per i sindacati le misure proposte risultano insufficienti e inadeguate rispetto alle esigenze dei lavoratori.
Con le posizioni ancora distanti, resta da vedere quale sarà il prossimo passo. I sindacati sembrano pronti a continuare la protesta, mentre le aziende del settore osservano con attenzione gli sviluppi. L’esito di questa vertenza potrebbe avere ripercussioni su tutto il comparto metalmeccanico italiano, un settore chiave per l’economia del Paese. L’unica via d’uscita sembra essere una ripresa del confronto tra le parti per scongiurare nuove mobilitazioni e garantire un accordo equo per i lavoratori.
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