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Sciopero all'Ikea: “Siamo stufi di lavorare la domenica"

E' stato proclamato lo stato di agitazione e un primo pacchetto di 24 ore di sciopero, suddiviso in 8 ore a livello nazionale e 16 ore a livello territoriale

Sciopero all'Ikea: “Siamo stufi di lavorare la domenica"

Sciopero all'Ikea: “Siamo stufi di lavorare la domenica"

Lavoratori in sciopero per chiedere rispetto e condizioni di lavoro dignitose. È quanto deciso da Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs nazionali dopo l’interruzione delle trattative per il rinnovo del contratto integrativo aziendale con Ikea, la multinazionale svedese che - dicono i sindacati -, "mentre festeggia il raddoppio del fatturato, volta le spalle ai suoi dipendenti".

Le richieste dei sindacati sono chiare: riconoscere i diritti e il valore delle lavoratrici e dei lavoratori che ogni giorno contribuiscono al successo dell’azienda. Ma, dopo oltre un anno e mezzo di incontri, Ikea ha scelto di ignorare le istanze presentate. Tra i punti più contestati dai sindacati ci sono il mancato riconoscimento delle maggiorazioni ai nuovi assunti, un sistema che penalizza le professionalità acquisite, la cancellazione della “malattia statistica” e l’obbligatorietà del lavoro festivo.

«In un’impresa che riduce al minimo le relazioni territoriali», denunciano le organizzazioni sindacali, «un gran numero di lavoratori è assunto part-time senza possibilità di aumento delle ore. Inoltre, nei nuovi punti vendita di prossimità viene limitato il ruolo delle rappresentanze sindacali, compromettendo i diritti dei lavoratori».

Per questo motivo è stato proclamato lo stato di agitazione e un primo pacchetto di 24 ore di sciopero, suddiviso in 8 ore a livello nazionale e 16 ore a livello territoriale. A Collegno (TO), il primo sciopero si terrà giovedì 27 febbraio 2025, con un presidio di protesta davanti all’ingresso del negozio dalle 9.00 alle 12.00.

Nel frattempo, in tutta Italia, i lavoratori di Ikea stanno partecipando alle assemblee nei punti vendita, organizzando scioperi su base territoriale per far sentire la propria voce. E se l’azienda non farà marcia indietro? «Se Ikea non tornerà sui suoi passi, valuteremo tutte le azioni necessarie per tutelare i diritti dei dipendenti e raggiungere un’intesa dignitosa per tutti», avvertono i sindacati.

La battaglia è appena iniziata.



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