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Rocchietti al contrattacco: "Nessuna colpa del Comune su Casa Chantal"

Il sindaco di Mathi respinge le accuse della cooperativa Sanitalia Service e ribalta le responsabilità sui ritardi nei lavori. Intanto la comunità protesta contro la chiusura della RSA

Non abbiamo preconcetti ma...

Vittorio Rocchietti

Il futuro di Casa Chantal, la storica Residenza Sanitaria Assistenziale (RSA) di Mathi, continua a essere oggetto di polemiche accese. Al centro della questione, la presunta responsabilità del Comune per il mancato avvio dei lavori di ristrutturazione e la possibile trasformazione della struttura in centro di accoglienza per migranti. Ma il sindaco Vittorio Rocchietti non ci sta e respinge al mittente tutte le accuse mosse dalla cooperativa Sanitalia Service, gestore della struttura.

"Il Comune ha sempre agito con trasparenza e correttezza", ha dichiarato Rocchietti. "Non accettiamo che venga scaricata su di noi la responsabilità di ritardi che dipendono esclusivamente dalla gestione della cooperativa. La documentazione presentata era incompleta o non conforme ai requisiti richiesti per avviare i lavori. È troppo facile puntare il dito contro l’amministrazione quando non si riesce a rispettare le proprie scadenze."

La crisi di Casa Chantal inizia a novembre 2023, quando i 25 anziani ospiti vengono trasferiti presso la RSA "Villa Lina" di Corio. La motivazione ufficiale fornita da Sanitalia Service è la necessità di effettuare lavori di ristrutturazione a Mathi per adeguare la struttura agli standard richiesti. Tuttavia, i lavori non sono mai partiti, lasciando spazio a una serie di speculazioni e polemiche.

A dicembre 2024, la situazione si complica ulteriormente. Durante un incontro con i familiari degli anziani trasferiti, la cooperativa annuncia che Casa Chantal potrebbe non riaprire come RSA. Viene ipotizzata una nuova destinazione della struttura: un centro per l’accoglienza di circa 50 migranti, principalmente provenienti da Pakistan e Marocco. Una proposta che accende il dibattito pubblico e provoca una forte reazione da parte della comunità locale.

Il sindaco Rocchietti ha immediatamente chiesto chiarezza, sottolineando che il Comune non è stato formalmente informato di alcun cambio di destinazione. "Non possiamo accettare decisioni unilaterali che non tengano conto delle esigenze del territorio e delle famiglie degli anziani coinvolti", ha ribadito. La sua posizione è supportata anche dal fatto che la cooperativa, a suo dire, non avrebbe presentato i documenti necessari per avviare i lavori di ristrutturazione.

Nel frattempo, la comunità di Mathi si è mobilitata. È nato il "Comitato Chantal RSA", che ha avviato una petizione per chiedere che la struttura torni alla sua destinazione originaria. I membri del comitato sottolineano l'importanza di mantenere un presidio per l’assistenza degli anziani nel paese, evidenziando come il trasferimento a Corio abbia creato disagi alle famiglie.

la protesta

 Blitz nella notte, mercoledì 22 gennaio 2025, da parte dei militanti di Forza Nuova a Mathi dove è stato posizionato uno striscione fuori dall'ingresso principale di «Casa Chantal», Rsa che a breve potrebbe diventare un centro di accoglienza per migranti.

Dal canto suo, Sanitalia Service ha accusato il Comune di rallentare il processo con cavilli burocratici. Secondo i responsabili della cooperativa, la mancanza di collaborazione da parte dell’ufficio tecnico comunale avrebbe impedito l’avvio dei lavori. Ma la replica del sindaco è secca: "Non accettiamo lezioni da chi non ha rispettato i propri impegni. Le colpe di questa situazione non possono ricadere sull’amministrazione comunale."

La vicenda è ben lontana da una soluzione. I cittadini attendono risposte e chiarezza, mentre il futuro di Casa Chantal rimane sospeso. In un clima di crescente tensione, l’unica certezza è che la questione rappresenta un banco di prova per la cooperativa, il Comune e l’intera comunità. Insomma, una pagina ancora tutta da scrivere nella storia di Mathi.

È difficile però, non notare una certa ipocrisia in questa vicenda. Da un lato, si invoca la necessità di tutelare gli anziani e di mantenere un tessuto sociale coeso. Dall'altro, si diffondono paure infondate e si strumentalizzano le preoccupazioni dei cittadini.

E gli immigrati, in tutto questo?

Sembrano essere ridotti a una minaccia astratta, un pericolo incombente.  Ridurli a una categoria omogenea, associata automaticamente a criminalità e degrado, è un atto di profonda ingiustizia...

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