AGGIORNAMENTI
Cerca
Attualità
21 Febbraio 2025 - 18:59
Il ministro della Salute, Orazio Schillaci
Il dibattito sul fine vita torna al centro dell’agenda politica italiana, con un’importante apertura del ministro della Salute, Orazio Schillaci, alla possibilità di una legge nazionale che regolamenti la materia. Un’iniziativa volta a garantire certezza normativa ed evitare che le Regioni e i tribunali procedano in modo differenziato su un tema estremamente delicato.
"I tempi sono giusti e maturi per una legge che sia buona per tutti", ha dichiarato Schillaci, sottolineando l’importanza di una sintesi condivisa, per evitare che le singole Regioni adottino iniziative autonome. Il tema, infatti, rimane altamente divisivo, con sensibilità politiche differenti, ma il ministro ritiene fondamentale arrivare a una norma chiara e univoca.
La necessità di una legge nazionale si è fatta più urgente dopo che la Toscana, l’11 febbraio, è diventata la prima Regione italiana ad approvare una legge che regolamenta la morte volontaria medicalmente assistita. Nel frattempo, altre Regioni come Lombardia e Veneto hanno avviato un percorso normativo senza ancora giungere a una decisione definitiva, mentre Puglia ed Emilia-Romagna hanno adottato delibere tecniche in attuazione delle sentenze della Corte Costituzionale.
Ad oggi, il principale riferimento giuridico è rappresentato dalla sentenza n. 135 del 2024, che ha confermato i quattro requisiti per l’accesso al suicidio assistito, già stabiliti nella storica sentenza n. 242 del 2019 relativa al caso di Dj Fabo:
Patologia irreversibile;
Sofferenze fisiche o psicologiche ritenute intollerabili dal paziente;
Dipendenza da trattamenti di sostegno vitale;
Capacità del paziente di prendere decisioni libere e consapevoli.
L'assenza di una normativa nazionale chiara costringe le aziende sanitarie locali a gestire i singoli casi, creando disparità e tempi di attesa incerti.
A favore di una legislazione chiara e condivisa si schiera l’Associazione Luca Coscioni, che ha elogiato l’iniziativa della Toscana come "un passo storico" e ha esortato altre Regioni a seguire l’esempio. Marco Cappato, attivista dell’Associazione, ha dichiarato: "La richiesta di una legge nazionale non deve diventare un alibi per il legislatore regionale. Le Regioni devono assumersi le proprie responsabilità".
Per rafforzare la pressione istituzionale, l’Associazione ha annunciato una serie di mobilitazioni in tutta Italia dal 1° al 13 aprile, con una giornata clou il 5 aprile, per sollecitare la discussione immediata di una legge regionale.
L’apertura del ministro Schillaci è stata accolta con favore dal presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, che ha sottolineato la necessità di una legge nazionale, definendo il tema una "competenza concorrente" tra Stato e Regioni. Fontana ha ribadito che lo Stato dovrebbe definire una legge cornice, lasciando poi alle Regioni il compito di legiferare i dettagli operativi.
Anche nel Parlamento cresce la richiesta di un intervento normativo chiaro e definitivo. Alessandra Maiorino del Movimento 5 Stelle ha sollecitato il legislatore ad accelerare sull’approvazione di una legge in linea con i principi della Corte Costituzionale, mentre Licia Ronzulli di Forza Italia ha avvertito che "non si può più lasciare questa materia in mano ai tribunali, creando incertezza giuridica e il rischio di un Far West legislativo tra le Regioni".
Il dibattito sul fine vita si avvia verso un possibile punto di svolta. Con il sostegno di più forze politiche e l’apertura del ministro Schillaci, la possibilità di una legge nazionale appare più concreta. Tuttavia, l’iter legislativo resta complesso, con i disegni di legge ancora fermi al Senato dopo il fallimento della proposta discussa nel 2022. Nel frattempo, la società civile e le associazioni proseguono la battaglia affinché la normativa venga affrontata con urgenza, evitando ulteriori ritardi e incertezze per i cittadini.
Il dibattito sul fine vita torna al centro dell’agenda politica italiana, con un’importante apertura del ministro della Salute, Orazio Schillaci, alla possibilità di una legge nazionale che regolamenti la materia
Edicola digitale
I più letti
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.