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Dal Corpo filarmonico al teatro Ariston. Ecco la storia di Alessandro Corradi

Il batterista sanmaurese si è raccontato in un'intervista. Ecco come è arrivato a Sanremo

Dal Corpo filarmonico al teatro Ariston. Ecco la storia di Alessandro Corradi

Alessandro Corradi, 48 anni, nato e cresciuto a San Mauro Torinese, grafico pubblicitario di professione e batterista per passione. Questo è il profilo del cittadino sanmaurese che ha avuto l’onore di suonare al teatro Ariston in occasione dell’appena trascorso 75esimo Festival della Canzone Italiana.

Alessandro ha mosso i suoi primi passi proprio nella città della periferia torinese, grazie al Corpo Filarmonico di San Mauro: «Ho iniziato da piccolo, alle elementari, frequentando la loro scuola di musica. Ero clarinettista, e la musica mi ha sempre attratto sin da bambino. Sotto casa dei miei, in centro a San Mauro, c’era la cantina dei miei vicini. La signora sopra di me suonava sempre la fisarmonica in cantina. Quando suo figlio, diventato un po’ più grande, aveva iniziato a suonare la batteria, mi piaceva tantissimo ascoltarlo. Da lì forse è nata la mia passione».

Alessandro Corradi all'Ariston

La sua esperienza è iniziata quindi a circa 14 anni, quando si ritrovava in una cantina per suonare strumenti improvvisati insieme a degli amici suoi coetanei. «Io battevo veramente sulle pentole; avevamo solo catini e cose del genere. Poco dopo, invece, mi chiamarono i miei amici delle elementari. Sapendo che suonavo la batteria, mi avevano coinvolto per formare una band. Ufficialmente, quindi, io suono la batteria dal 3 settembre 1991: il giorno esatto in cui ho noleggiato la mia prima batteria e ho iniziato a suonare», ha raccontato Alessandro.

La sua band storica esiste ancora oggi, e si chiama “Rabèl” (“rumore” in piemontese), visto che il suo vicino di casa si lamentava con lui e suoi amici del chiasso proveniente dalla cantina in cui si esercitavano; la band è arrivata anche in finale del premio PagellaRock nel 1992. La formazione di Alessandro è avvenuta quasi interamente da autodidatta, per poi allontanarsi un po’ dalla batteria negli anni successivi a causa del lavoro e di altre vicissitudini della vita.

Si è poi riavvicinato alla musica nel 2022, anno dell’Eurovision Song Contest a Torino, quando l’organizzazione dell’evento era in cerca di batteristi per girare la sigla televisiva della kermesse: «Un mio ex-collega, anche lui batterista, mi fa che i Rockin’1000 sarebbero venuti qua a Torino. Io non sapevo di questo progetto. Per cui poi mi sono iscritto al gruppo, ed eravamo in 250 in piazza San Carlo a registrare. Mi sembrava una bella occasione per ricominciare a suonare la batteria».

Attraverso quindi il progetto Rockin’1000, Alessandro ha partecipato a diversi eventi sia in Italia che all’estero, ed è riuscito a iscriversi online proprio per la prima serata di Sanremo2025: «All’inizio c’era la massima segretezza sull’artista per cui avremmo suonato, e non potevamo fare menzione di niente. Poi hanno iniziato a circolare le prime notizie, e Carlo Conti aveva detto che l’ospite della prima sera sarebbe stato Jovanotti. Visto che però avevano invitato a suonare solo bassi e batterie, 70 batterie e 20 bassi, cosa puoi pensare di suonare? ‘L’ombelico del mondo’!».

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Il post su Instagram di Jovanotti

L’esibizione di Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti, è avvenuta in esterna, lungo via Matteotti di fronte al teatro Ariston di Sanremo. Come ci ha raccontato Alessandro, la volontà del cantante era quella di «far suonare tutta la città». Le prove sono avvenute solo poco prima dell’evento, con i batteristi che hanno dovuto smontare e rimontare le batterie sotto la pioggia il giorno prima, aiutati comunque dallo staff: «Quando provavamo sotto la pioggia, è stato molto bello vedere le gocce d’acqua che si alzavano dappertutto quando suonavamo. Era un’esplosione».

Alessandro ci ha raccontato infine di un piccolo disguido tecnico all’inizio dell’esibizione ufficiale di Jovanotti, durante la prima serata del Festival: «Arriva il giorno della diretta e bisogna partire a mille. Non c’è più tempo per scaldarsi, e continua a piovere fino a qualche minuto prima. È successo che il click in cuffia, che avevamo per essere tutti sincronizzati, era fuori sincrono rispetto alla base. Partiamo e c’è un attimo di smarrimento tra di noi. La Rai per fortuna ha alzato la base per i primi cinque secondi circa, poi il problema è stato risolto subito. Ho provato comunque una grande emozione quella serata, e quei quattro minuti di medley mi sono sembrati lunghissimi, contrariamente ad alte volte in cui il momento del concerto sembra volare. Per la prima volta, oltre a pensare a cosa suonare, ho goduto del momento. Ti redi conto che stai facendo una cosa più grossa del solito. Inoltre, ero nelle prime file, e quindi sono stato inquadrato dalla Rai in diretta, in eurovisione e con una media di 14 milioni di telespettatori».

Fortissima quindi è stata l’emozione di Alessandro, così come la sua soddisfazione. I suoi progetti continuano ora con la band “In Rodriguez”, fondata nel 2022 con il sanmaurese Oscar Bresolin e il torinese Davide Ibba, che suona post-punk ma è un gruppo che non ama molto le etichette.

E il progetto Rockin’1000? «Quando c’è qualcosa che riuscirò a fare, parteciperò, tenendo conto che siamo tutti volontari e che non percepiamo compensi. Dobbiamo sistemarci per le trasferte e c’è il problema di portarsi dietro o noleggiare, spesso a prezzo molto caro, la batteria sul posto. Tra qualche giorno saprò se mi hanno preso per un concerto che ci sarà a Leiria, in Portogallo, il bis di quello dello scorso anno che è andato benissimo. Sarà a settembre. Devo vedere però se riuscirò a organizzarmi per la trasferta».

Una carriera quindi che oggi è diventata ricca di eventi sia nazionali che internazionali, per un musicista amatoriale che ha mosso i primi passi proprio grazie al Corpo Filarmonico di San Mauro Torinese e ai suoi amici storici. Non possiamo che rinnovargli il nostro augurio di partecipare a concerti sempre più di spicco e di realizzare la sua priorità artistica: divertirsi suonando.

Il post dei Rockin'1000

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