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17 Febbraio 2025 - 15:27
«Cosa faresti per amore?»
Una domanda semplice, diretta, quasi disarmante è apparsa da giorni sui muri della città: Cosa faresti per amore? Non è un messaggio legato a San Valentino, né un richiamo al romanticismo. Dietro quelle parole c'è molto di più: un invito alla responsabilità, un'esortazione alla prevenzione, un gesto concreto che può fare la differenza tra la vita e la malattia.
In questi giorni, la città si riempie di un messaggio forte e inequivocabile: vaccinarsi per proteggere se stessi e le persone che si amano. Un atto d’amore che va oltre le parole e si trasforma in un impegno reale contro l’HPV, un virus insidioso che spesso passa inosservato ma può avere conseguenze devastanti. Tumori alla cervice uterina, al pene, alla vagina, all’ano, al cavo orale: la sua pericolosità è silenziosa, invisibile, ma terribilmente concreta.
Eppure, la prevenzione esiste, è accessibile e sicura. Il vaccino è l'arma più potente contro il Papilloma Virus, eppure in troppi ancora lo ignorano o lo sottovalutano. I numeri parlano chiaro: solo il 50% degli uomini e il 60% delle donne in Italia risultano vaccinati, mentre almeno l’80% delle persone sessualmente attive contrae il virus nel corso della propria vita. Numeri allarmanti, che raccontano una disaffezione crescente nei confronti della prevenzione, un fenomeno accentuato dalla pandemia.
Per invertire questa tendenza, la Rete Oncologica Piemonte-Valle d'Aosta, l'Ospedale Regina Margherita e la Scuola di Specializzazione in Igiene di UniTo hanno lanciato una campagna che parla il linguaggio dei giovani, che li coinvolge direttamente, che si fa sentire nel modo più immediato possibile: attraverso i social, i video, i volti di chi può davvero fare la differenza.
Tra i testimonial ci sono Pecco e Domizia Bagnaia, impegnati a diffondere un messaggio semplice ma fondamentale: vaccinarsi è un atto di amore. Un piccolo gesto che può salvare vite, che può fermare il virus prima che diventi una minaccia.
E poi, c’è la realtà concreta. Il vaccino è gratuito per le categorie a rischio, la procedura è semplice: due dosi a distanza di sei mesi per chi ha meno di 15 anni, tre dosi per chi lo fa più tardi. Non c'è dolore, non c'è sacrificio, solo una scelta consapevole che può prevenire una malattia devastante.
Proteggersi significa proteggere anche gli altri. Non si tratta solo di una questione individuale, ma di una responsabilità collettiva. Perché l’amore vero non si dimostra solo con parole o promesse: si dimostra con gesti concreti, con scelte che fanno la differenza. E tra queste, c'è anche quella di vaccinarsi.
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