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Cava in Canavese, colpo di scena: c'è un problema che rischia di bloccare il progetto

Si attende la conferma della Città Metropolitana di Torino

Cava in Canavese, colpo di scena: c'è un problema che rischia di bloccare il progetto

Cava in Canavese, colpo di scena: c'è un problema che rischia di bloccare il progetto

In merito alla questione della cava di Campore, sono arrivate le prime notizie – peraltro molto generiche – sulla Conferenza dei Servizi tenutasi martedì 4 febbraio. Alla riunione, oltre ovviamente alla Città Metropolitana, hanno partecipato i due comuni coinvolti (Cuorgnè e Pont), la Scavi-Ter Morletto Srl e la Regione. Mancava un terzo comune, quello di Alpette, che formalmente non è implicato nella vicenda ma che si ritroverebbe a subire le conseguenze del traffico nel caso venisse accolta la proposta dell’impresa di far arrampicare gli autocarri carichi di pietrame lungo una pista che sfocia sulla Provinciale Cuorgnè-Alpette.

Più che di notizie si dovrebbe in realtà parlare di un annuncio. Arriva dall’amministrazione di Cuorgnè che, in un comunicato inviato sabato 7 febbraio, precisa di essere ancora in attesa del verbale dell’incontro al quale “verranno allegate le osservazioni scritte degli enti partecipanti e quelle della ditta proponente”. Non entra quindi nei particolari ma precisa che “In questa primissima fase di valutazione, il Comune di Cuorgnè ha evidenziato alcune criticità del progetto presentato. In particolare è stato sollevato un elemento ostativo che di per sé potrebbe determinare la non procedibilità della richiesta e la conclusione del procedimento, prima ancora della valutazione del progetto vero e proprio”.

Non c’è altro per comprendere di quale natura sia l’elemento ostativo. Gira voce tra la gente – quanto fondata non si sa – che, oltre a tutti i problemi che la cava creerebbe, ce ne sarebbe pure uno capace di far accapponare la pelle: la presenza in quella roccia di amianto. Sarà questo il misterioso elemento ostativo?

In attesa di dire di più, l’amministrazione Cresto sottolinea un dato procedurale: “La conferenza di servizi in atto non è volta ad autorizzare o meno il nuovo sito estrattivo ma a stabilire quale iter procedurale il medesimo debba seguire, ovvero se debba essere o meno assoggettato a VIA (Valutazione di Impatto Ambientale). Questa fase dovrà concludersi entro la metà di aprile con una determina di Città Metropolitana che stabilirà se il progetto debba essere sottoposto alla fase di verifica successiva oppure, nel caso in cui si accerti la fondatezza dell'elemento ostativo sollevato dal comune di Cuorgnè, il procedimento non debba proseguire oltre. Non appena saremo in possesso di ulteriori informazioni le condivideremo”.

Le popolazioni interessate – cittadini di Cuorgnè, di Pont, di Alpette – attendono dunque che la Città Metropolitana si sbrighi ad inviare il verbale di quella prima seduta.

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