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Dall’Iraq al Canavese: un viaggio straordinario nel cuore della civiltà umana

I docenti Pierluigi Bernard e M. Cristina Martinetti raccontano il loro viaggio nella terra tra Tigri ed Eufrate, culla della scrittura, delle grandi civiltà e delle nostre radici storiche

Dall’Iraq al Canavese

Dall’Iraq al Canavese: un viaggio straordinario nel cuore della civiltà umana

Un viaggio che ha il sapore della storia e della scoperta, quello raccontato mercoledì 5 febbraio dai docenti Pierluigi Bernard e M. Cristina Martinetti, di Cuorgnè, che attraverso diapositive e spiegazioni dettagliate hanno trasportato il pubblico nel cuore dell’Iraq, terra che ha dato origine ad alcune delle più antiche civiltà umane.

L’incontro è stato un’occasione unica per rivivere, anche solo con l’immaginazione, un’esperienza che non è solo turistica ma profondamente culturale: un percorso nella memoria dell’umanità, dalla grandezza della Mesopotamia ai segni lasciati nel tempo da Babilonesi, Assiri e Sumeri.

Il viaggio dei due docenti è iniziato dalla capitale Baghdad, fondata nel 762 dal califfo Al Mansur con una struttura circolare, simbolo del potere e della grandezza del califfato. Oggi, la città conserva mercati storici, come il famoso mercato del rame, che ha ricordato ai docenti le antiche "boite" artigianali del Canavese.

Baghdad è anche sede della Madrasa al-Mustanṣiriyya, antico centro di studi islamici, e del suggestivo minareto Suq el-Ghazl del XII secolo. Attraverso le immagini, il pubblico ha potuto passeggiare virtualmente tra le strade dei librai, visitare la casa del Tè, il Palazzo del Governatorato Ottomano e il monumento ai martiri della guerra tra Iraq e Iran.

Tra le tappe più affascinanti, la visita a Ctesifonte, antica capitale persiana, e alla grande sala di Cosoé I, simbolo della maestosità dell’impero Sassanide. Il viaggio è poi proseguito con una visita al Museo Archeologico di Baghdad, fondato dall’esploratrice e archeologa inglese Gertrude Bell. Tra i reperti più imponenti, i Lamassù, giganteschi leoni alati che proteggevano i palazzi babilonesi, e il Codice di Hammurabi, la più antica raccolta di leggi scritte conosciuta.

Alla scoperta della storia

Toccante la visita alla città di Samarra, capitale del califfato Abbaside nel IX secolo, dove sorge la Grande Moschea di al-Mutawakkil, con il suo minareto a spirale alto 52 metri.

Ma il viaggio non poteva non passare per Babilonia, cuore dell’antica Mesopotamia. Qui i docenti hanno raccontato la storia della Porta di Ishtar, costruita nel 575 a.C. sotto Nabucodonosor II e dedicata alla dea dell’amore e della guerra. Il percorso ha portato i visitatori virtuali lungo l’imponente via delle Processioni, fino alle rovine della Ziggurat di Etemenanki, un tempo alta oltre 90 metri.

Il viaggio si è poi spostato verso sud, a Karbala, città sacra per gli sciiti, e poi a Kufa, dove sorge una delle più antiche moschee del mondo islamico. Tappa fondamentale, la visita a Uruk, la città sumera dove nacque la scrittura cuneiforme, e a Ur, luogo d’origine di Abramo, dove ancora oggi si trovano le imponenti rovine dello Ziggurat dedicato alla dea Inanna. Un momento di grande commozione è stato dedicato alla città di Nassiriya, tristemente nota in Italia per l’attentato del 17 novembre 2003, in cui persero la vita 19 italiani tra carabinieri e militari impegnati nell’operazione Antica Babilonia.

Infine, i docenti hanno raccontato la loro esperienza a Bassora, dove i fiumi Tigri ed Eufrate si uniscono per formare lo Shatt al-Arab, il grande corso d’acqua che sfocia nel Golfo Persico. Qui vive ancora il popolo dei Madan, gli "Arabi delle paludi", che abitano nelle tradizionali mudhif, capanne di canne intrecciate, e si muovono in agili canoe ricoperte di bitume.

In 12 giorni di viaggio, i docenti Bernard e Martinetti hanno mostrato quanto l’Iraq sia una terra di incredibile ricchezza storica e culturale. Dall’invenzione della scrittura all’architettura imponente delle civiltà mesopotamiche, passando per i segni lasciati dalle guerre moderne, il loro racconto ha messo in luce il valore di un patrimonio che appartiene all’umanità intera.

Un viaggio che, anche se fatto solo con la mente e le immagini, ha lasciato nel pubblico del Canavese meraviglia, rispetto e gratitudine per le radici della nostra civiltà.

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