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Ivrea ricorda la Shoah: studenti in un viaggio nella memoria

Dal Rifugio antiaereo al Cippo delle Donne Deportate, fino alla maratona di letture sui lager nazisti: un viaggio emozionale tra le ferite della Storia per non lasciare che l’oblio vinca sulla memoria

Il Giorno della Memoria non è solo una ricorrenza, ma un impegno. Un dovere. Un ponte tra il passato e il futuro, per impedire che l’oblio inghiotta ciò che è stato. A Ivrea, l’ANPI ha trasformato questa giornata in un’esperienza intensa, coinvolgendo gli studenti in un viaggio nel cuore della Storia, là dove il buio dell’odio ha lasciato segni indelebili.

Il 27 gennaio, due classi dell’Istituto Cena hanno varcato la soglia del Rifugio antiaereo di Ivrea, un luogo che ancora oggi conserva il respiro trattenuto di chi ha vissuto la guerra sulla pelle. Prima di scendere nel ventre della città, però, i ragazzi si sono fermati davanti al Municipio, accanto al totem dedicato a Ferruccio Nazionale, giovane partigiano strappato alla vita dai fascisti della X Mas. Le sue ultime ore, il suo sacrificio, il suo coraggio sono diventati racconto, grazie alla voce di Mario Beiletti, presidente dell’ANPI di Ivrea e Basso Canavese.

Poi, un’altra tappa, un altro dolore da raccogliere con rispetto: il Cippo alle Donne Deportate, nei Giardini Giusiana. Un frammento di memoria che ricorda quelle donne – madri, figlie, sorelle, combattenti – trascinate nei lager, torturate, umiliate, cancellate dai loro sogni e dal mondo. Donne la cui storia, troppo spesso, è rimasta sottovoce nei libri di scuola.

Nei giorni 30 e 31 gennaio, il testimone è passato agli studenti dello Spazio Comunitario del Liceo Gramsci, protagonisti di una maratona di letture sui lager nazisti. Le loro voci hanno dato corpo e anima alle parole delle vittime, rievocando il dolore insopportabile di chi è stato privato della dignità, della famiglia, della vita. Un viaggio nella sofferenza, con gruppi di studenti che si sono alternati, ascoltando in silenzio, lasciando che ogni parola scavasse dentro. Alcuni di loro si sono poi recati nel saloncino della CGIL, dove Mario Beiletti li ha guidati in un momento di riflessione. Domande, emozioni, incredulità. E una sola certezza: questo orrore non deve ripetersi.

“Per ricordare, sempre”, perché la memoria non è solo un esercizio di ricordo, ma un atto di responsabilità. Il rischio più grande non è il tempo che passa, ma l’indifferenza che cresce. E l’ANPI, con queste iniziative, ha ribadito ancora una volta che il passato non può e non deve essere dimenticato.

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