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07 Febbraio 2025 - 11:04
Non ci sono i soldi per i poveri, ma per il teatro sì: chiude il dormitorio, vergogna a Chivasso
Non ci sono i soldi per i poveri, ma per il teatro sì: chiude (o quasi) il dormitorio, più fondi per la stagione teatrale.
Succede a Chivasso ed è questo il messaggio che emerge dai numeri messi nero su bianco nel DUP (Documento Unico di Programmazione) approvato lunedì sera dal Consiglio comunale.
L’Amministrazione di centrosinistra guidata dal sindaco Claudio Castello, infatti, ha previsto 56 mila euro per il dormitorio nel 2024 (già decurtati rispetto al recente passato), 28 mila nel 2025 e zero nel biennio 2026-2027. Parallelamente, salgono a 51.300 euro gli stanziamenti per la Stagione teatrale (dai 44.085 del 2024) e crescono quelli destinati a “Lampi d’estate” (da 18 mila a 31.350).
La cifra che progressivamente si riduce fino all’azzeramento per il dormitorio ha scatenato le proteste dell’opposizione in Consiglio comunale. Come, d'altronde, era inevitabile.
Claudia Buo, consigliera di Liberamente Democratici, ha parlato di una “scelta che grida vendetta”, specie per un’Amministrazione che si professa di centrosinistra:
“Si è scelto di non occuparci più di chi non ha una dimora - ha inforcato Buo -. Il capitolo è dimezzato e non più previsto nelle future annualità. Tutta la buona volontà di trovare un servizio alternativo, oggi, non ha fondi a bilancio né per il 2025 né per il 2026 né per il 2027. Arriviamo a giugno, dopodiché chi è senza fissa dimora si deve aggiustare. Queste sono le vostre scelte, non potete chiederci di condividerle”.
Dal fronte della maggioranza, Stefano Mazzer (Pd) ha negato la chiusura del dormitorio — “Questa giunta non chiude nulla” —, mentre il consigliere Adriano Pasteris ha risposto in modo colorito, definendo “catoniani” i toni dell’opposizione e sottolineando come non ci sia l’intenzione di “lasciare la gente fuori al freddo”: “Non ha detto ‘chiudiamo il dormitorio e quindi creeremo gente in coda infinita che vuole andare a dormire e noi li mandiamo via’ - ha spiegato Pasteris - Non è vero. Si sta parlando di ottimizzare i servizi. Se i tempi e i costi sono quelli che sono, ben venga una scelta come questa di andare a cercare soluzioni alternative. Non stiamo facendo lo spauracchio di lasciare fuori i senzatetto. Semplicemente cerchiamo di migliorare l’offerta e di utilizzare al meglio le risorse”.
Cristina Varetto assessore alle Politiche Sociali
A difendere la bontà dell’intervento si è esposta anche l’assessore alle Politiche Sociali, Cristina Varetto, che in Consiglio ha garantito: “Non ho mai parlato di chiusura del dormitorio: stiamo studiando un’alternativa. È una nostra premura, mia e dell’amministrazione, non precludere questa possibilità ai senza tetto. Vogliamo solo una progettualità un po’ diversa”.
Sarà. Ma intanto, al di là delle buone intenzioni dichiarate, il Documento Unico di Programmazione certifica che dal 2026 non ci saranno più fondi in bilancio per sostenere il dormitorio o eventuali soluzioni analoghe.
Nel dibattito è intervenuto anche Bruno Prestìa, consigliere comunale del gruppo “Per Chivasso”, che ha messo in evidenza come, a oggi, contino i numeri più che le promesse: “La questione dormitorio è venuta alla scoperto. I numeri parlano chiaro, al di là delle promesse, e dicono che l’intenzione è quella di smantellare pian piano un luogo di aiuto per persone in estrema difficoltà. Siamo certi delle buone intenzioni dell’assessore Varetto, ma non possiamo ignorare il documento che la Giunta Castello ha portato in Consiglio: il dormitorio non è una priorità. Si vocifera già che ci sia la volontà di darlo in gestione a terzi, magari verranno fuori, come spesso accade, cooperative più o meno vicine al centrosinistra. Il tempo ci dirà la verità”.
Il dormitorio comunale di Chivasso nasce concretamente nel 2015, in via Nino Costa 48, con un obiettivo semplice ma fondamentale: dare un tetto a chi non ce l’ha, almeno per una notte o per brevi periodi. 12 i posti letto (oggi di nuovo 12 dopo le riduzioni per il Covid), destinati esclusivamente a uomini in difficoltà. La sveglia suona alle 6, si fa colazione e poi si lascia la struttura.
All’inizio, il progetto era sostenuto anche dall’Asl (con un contributo di 32 mila euro all’anno), ma nel tempo questa partnership è saltata, lasciando al Comune tutti gli oneri economici di gestione. Già l’anno scorso l’Amministrazione aveva cercato di alleggerire i costi, provando ad aprire la strada alla partecipazione dei Comuni limitrofi. Evidentemente, la soluzione trovata è quella di tagliare i fondi.
Nel DUP approvato lunedì, la forbice è chiarissima: risorse in aumento per il teatro e le manifestazioni estive, riduzione e poi azzeramento del sostegno al dormitorio. L’assessore Varetto assicura di voler conservare il servizio, ma l’opposizione – con Buo, Prestìa e altri – parla di un’evidente contraddizione.
“Se davvero la volontà è non chiudere – incalza l’opposizione – si trovino i fondi e lo si scriva chiaro nei documenti ufficiali. Per ora, cifre e tabelle parlano di un’altra realtà”.
Il tempo (e i prossimi bilanci) dirà se l’Amministrazione Castello troverà un “piano B” per i senzatetto o se questa storia, iniziata con le tariffe e proseguita con il taglio dei fondi, si concluderà con un duro colpo al servizio sociale più essenziale di tutti: un letto e un tetto per chi non ne ha.
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