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06 Febbraio 2025 - 10:17
Precariato scolastico, un quadro drammatico: l'Italia dell'incertezza per gli insegnanti
Il precariato nel mondo della scuola italiana continua a essere una piaga che mina la stabilità del sistema educativo e la qualità dell’insegnamento. Negli ultimi anni, il numero di docenti precari è raddoppiato, passando dal 12% nel 2015 al 24% nel 2023, con un totale di 234.576 insegnanti a tempo determinato su 943.688 in servizio. A soffrire maggiormente di questa instabilità sono gli insegnanti di sostegno: su 217.796 docenti di sostegno, ben 129.298 sono precari, una crescita del 349% dal 2015 a oggi.
Anche il personale ATA (amministrativo, tecnico e ausiliario) non è esente da questa dinamica: nel 2015 i precari erano 26.402, mentre nel 2023 il numero è salito a 50.421, un incremento che evidenzia la crescente difficoltà nel garantire continuità lavorativa a tutti i livelli del sistema scolastico.
La situazione ha attirato l’attenzione della Commissione Europea, che ha deciso di deferire l’Italia alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea per l’uso eccessivo dei contratti a tempo determinato e per le condizioni di lavoro discriminatorie nei confronti dei docenti precari, in particolare la mancata progressione stipendiale in base all’anzianità di servizio, un diritto riconosciuto solo ai docenti di ruolo.
Precariato nella scuola italiana
Nonostante il governo abbia avviato un piano di assunzione che ha portato all’immissione in ruolo di oltre 62.000 risorse tra docenti, dirigenti scolastici e personale ATA, il precariato continua a colpire circa 200.000 insegnanti per l’anno scolastico 2023/2024, rendendo ancora più fragile il sistema educativo. Le conseguenze di questa instabilità non ricadono solo sugli insegnanti, ma anche sugli studenti: la mancanza di continuità didattica incide sulla qualità dell’insegnamento, ostacolando il percorso educativo e la crescita formativa degli alunni.
Il precariato scolastico non è solo un problema occupazionale, ma un’emergenza che coinvolge l’intera società, penalizzando una delle professioni più fondamentali per lo sviluppo del Paese. Per uscire da questa spirale, è necessario adottare misure strutturali che garantiscano un numero adeguato di immissioni in ruolo, maggiore tutela per i docenti precari e un piano pluriennale che riduca drasticamente il ricorso ai contratti a tempo determinato. Fino a quando il precariato sarà la norma nella scuola italiana, l’istruzione resterà priva di quella stabilità necessaria a formare al meglio le nuove generazioni.
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