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Piemonte al collasso: si lavora di più ma si diventa più poveri

L'annuario ISTAT rivela l'aumento della povertà in Piemonte nonostante il calo della disoccupazione e l'aumento del lavoro

Piemonte al collasso

Piemonte al collasso: si lavora di più ma si diventa più poveri

Il Piemonte, una delle regioni più produttive e industrializzate d'Italia, sta affrontando un'inquietante contraddizione economica: i piemontesi lavorano di più, ma sono sempre più poveri. Secondo l'annuario statistico regionale "I numeri del Piemonte", elaborato dall'ISTAT, la povertà relativa ha colpito l'11,7% della popolazione nel 2023, contro il 10% del 2021, un trend che si discosta da quello nazionale, dove la percentuale è scesa dal 14,8% al 14,5%. Un fenomeno che preoccupa economisti e cittadini, soprattutto considerando che la disoccupazione è in calo: il tasso regionale è sceso dal 7,3% al 6,2%, mentre in provincia di Torino è passato dall'8,3% al 7%. Se il lavoro aumenta, perché la ricchezza non segue lo stesso andamento?

Una delle risposte sta nel drastico aumento dei prezzi al consumo, che ha reso il costo della vita insostenibile per molte famiglie. I dati parlano chiaro: la ristorazione ha registrato un incremento del 5,4%, mentre i beni di prima necessità come alimentari e bevande sono aumentati del 9,8%. Le spese legate alla casa, incluse bollette e utenze, hanno subito un'impennata del 9,4%. Non sorprende quindi che il 56,1% delle famiglie piemontesi ritenga le spese per l'abitazione "troppo alte", un aumento significativo rispetto al 44,9% di due anni fa.

Il mercato immobiliare riflette questa crisi: il numero di compravendite è sceso da 84.531 a 79.100 in un solo anno e la percentuale di chi vive in una casa di proprietà è calata dal 77% al 76,6%, in controtendenza con il dato nazionale, che è aumentato dal 79,5% all'84,6%. Un altro segnale evidente che il potere d'acquisto dei piemontesi è in declino. Il lavoro non basta più per garantire la stabilità economica e l'accesso alla proprietà immobiliare sta diventando un lusso.

Stipendio medio in calo

A tutto questo si aggiunge l'impatto della cancellazione del reddito di cittadinanza, che ha lasciato senza supporto economico circa 18mila famiglie solo nella provincia di Torino. L'inflazione, poi, ha ridotto il valore reale degli stipendi, che non riescono a stare al passo con il costo della vita. La situazione è talmente critica che il direttore della Caritas di Torino ha dichiarato che anche chi guadagna 1400 euro al mese è costretto a chiedere aiuto per far fronte alle spese quotidiane. Secondo l'indagine ISTAT, per il 30% delle famiglie piemontesi la situazione economica è "un po' peggiorata", mentre per l'8,1% è "molto peggiorata". Solo il 10% delle famiglie ha dichiarato di aver visto un miglioramento.

L'inverno si avvicina e il Piemonte rischia un'emergenza sociale senza precedenti: il 7% delle famiglie potrebbe restare senza riscaldamento e luce a causa dell'incapacità di pagare le bollette. Gli esperti avvertono che senza interventi mirati e urgenti, il divario economico nella regione potrebbe aggravarsi ulteriormente, portando a una vera e propria crisi sociale. È necessario che le istituzioni agiscano con misure concrete per sostenere il potere d'acquisto delle famiglie e rilanciare l'economia regionale, affinché il lavoro torni a essere sinonimo di benessere e non di precarietà.

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