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Peste suina africana: nuovi casi e allarme per la diffusione del virus

Gli allevatori adottano protocolli di sicurezza per evitare la diffusione del virus negli allevamenti.

Peste suina africana

Peste suina africana: nuovi casi e allarme per la diffusione del virus (foto di repertorio)

Continua a preoccupare l'epidemia di peste suina africana in Piemonte, dove l'Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta ha accertato 4 nuovi casi nell'ultima settimana. Tre di questi sono stati individuati nel Comune di Cerano, in provincia di Novara, che registra per la prima volta la presenza del virus, mentre un altro caso è stato rilevato a Molare, in provincia di Alessandria. Con l'aggiornamento degli ultimi giorni, il totale dei casi accertati in Piemonte sale a 688, mentre in Liguria, dove non si segnalano nuovi focolai, il numero resta fermo a 1.050.

Il numero di Comuni coinvolti nell'epidemia continua a crescere, raggiungendo quota 170. Questo dato evidenzia come la malattia si stia diffondendo in nuove aree, richiedendo un'attenzione costante da parte delle autorità sanitarie.

Nonostante il numero crescente di casi, non sono stati rilevati nuovi focolai negli allevamenti suinicoli piemontesi, un elemento fondamentale per il contenimento della malattia. Il virus, che colpisce cinghiali selvatici e suini domestici, è altamente contagioso e può portare alla necessità di abbattimenti preventivi per evitare la sua diffusione nelle aziende zootecniche.

L’epidemia di peste suina africana rappresenta una grave minaccia per l’intero comparto agroalimentare e zootecnico, con pesanti ripercussioni economiche. La diffusione del virus ha già portato a restrizioni per il commercio di carne suina in alcune aree e potrebbe compromettere ulteriormente la filiera, creando danni alle aziende del settore.

Le istituzioni stanno adottando misure di biosicurezza, intensificando i controlli nei boschi e nelle aree agricole per limitare il contatto tra cinghiali infetti e allevamenti. Gli interventi di monitoraggio e sorveglianza sono stati potenziati per individuare tempestivamente nuovi casi e attuare strategie di contenimento più efficaci.

Per limitare la diffusione del virus, agli allevatori è stato chiesto di applicare rigorosi protocolli di biosicurezza. L’accesso agli allevamenti deve essere consentito solo a personale autorizzato, con la necessità di disinfettare mezzi e attrezzature per prevenire contaminazioni. I casi sospetti devono essere segnalati immediatamente alle autorità competenti, in modo da poter intervenire con tempestività.

L’epidemia di peste suina africana è una sfida complessa che richiede un’azione coordinata tra enti pubblici, veterinari e operatori del settore per contenere la diffusione del virus e salvaguardare il comparto suinicolo nazionale.

Il virus, che colpisce cinghiali selvatici e suini domestici, è altamente contagioso e può portare alla necessità di abbattimenti preventivi per evitare la sua diffusione nelle aziende zootecniche

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