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Report, dichiarazioni shock di Germani sull'inchiesta Juventus: Agnelli ha incontrato la ‘ndrangheta di Rosarno

Le rivelazioni del chivassese Fabio Germani alla trasmissione televisiva riaccendono il caso: "Io aspettavo Dominello fuori, loro ridevano dentro"

Report, rivelazioni shock di Germani sull'inchiesta Juventus: Agnelli ha incontrato la ‘ndrangheta di Rosarno

Report, rivelazioni shock di Germani sull'inchiesta Juventus: Agnelli ha incontrato la ‘ndrangheta di Rosarno

Domenica 2 febbraio, alle 20.30 su Rai 3, fa il suo ritorno il programma d’inchiesta “Report”, condotto da Sigfrido Ranucci. In questa nuova puntata verrà trasmesso il servizio “Il derby d’Italia”, firmato da Daniele Autieri in collaborazione con Andrea Tornago, che solleva interrogativi sulle infiltrazioni mafiose e sulle dinamiche finanziarie che ruotano intorno all’attuale squadra Campione d’Italia.

L’indagine mette in luce diversi retroscena relativi alla presenza di soggetti legati alla criminalità organizzata all’interno della tifoseria dell’Inter e ne evidenzia un possibile legame con episodi analoghi riscontrati nel 2017 a carico della Juventus.

In questo contesto, l’inchiesta richiama l’attenzione sulle responsabilità dei club e degli organismi sportivi, sia dal punto di vista criminale sia sotto il profilo economico.

“Il sistema l’hanno costruito loro, non Dominello”.

A riferirlo è Fabio Germani, presidente di Italia Bianconera di Chivasso.

Le sue parole, raccolte da “Report”, raccontano una realtà complessa in cui – a suo dire – la società juventina avrebbe aperto porte importanti all’infiltrazione della ‘ndrangheta, senza che tutto fosse stato creato dal solo Rocco Dominello, esponente della cosca Pesce di Rosarno, poi condannato definitivamente per associazione mafiosa.

Germani, ultras e presidente della fondazione Italia Bianconera, era stato inizialmente condannato con l’accusa di aver mediato tra uomini della ‘ndrangheta e la Juventus, per poi essere assolto con formula piena.

Nel corso dell’intervista, Germani ricostruisce i rapporti tra Andrea Agnelli (all’epoca presidente della società bianconera) e Dominello, definito “referente” del club nelle relazioni con la tifoseria.

In un secondo momento ho realizzato che Dominello stava diventando un punto di riferimento per la Juventus nei rapporti con i tifosi, prosegue Germani. L’ultras racconta di aver visto Dominello in “atteggiamenti molto amichevoli” con diversi dirigenti bianconeri, incluso Agnelli. Secondo il suo racconto, in una circostanza si sarebbero incrociati per strada a Torino: Ci siamo fermati e la guardia del corpo di Agnelli ha salutato Dominello con grande confidenza.

Durante il processo Last Banner contro gli ultrà, Agnelli avrebbe dichiarato di aver incontrato Dominello soltanto in presenza di altri tifosi, e mai con anticipo superiore a dieci minuti rispetto alle riunioni. Germani, però, contesta questa versione: Non è vero, diverse volte è stato nel suo ufficio in piazza CLN, dove c’è l’immobiliare di famiglia. Io aspettavo fuori”.

Germani aggiunge di aver trovato Agnelli, Dominello, un altro dirigente e un amministratore delegato di un’immobiliare riconducibile alla famiglia Agnelli a ridere e conversare cordialmente nello stesso ufficio.

La Juventus, secondo quanto riportato da “Report”, non avrebbe voluto rilasciare alcun commento ufficiale di replica alle dichiarazioni di Germani. L’inchiesta, dunque, getta un’ulteriore luce sui possibili intrecci fra ambienti criminali e mondo del pallone, ponendo ancora una volta il tema della responsabilità diretta dei club e delle istituzioni calcistiche.

Chi è Fabio Germani?

Fabio Germani intervistato da Report

Fabio Germani è un ex ultrà e presidente di “Italia Bianconera” di Chivasso. In passato, è stato al centro di uno dei casi più complessi riguardanti i rapporti tra tifoserie e criminalità organizzata. Accusato di essere il canale di contatto tra la curva e alcuni uomini della ‘ndrangheta, ha vissuto un iter giudiziario molto travagliato, conclusosi con la recente sentenza di assoluzione nel processo “Alto Piemonte”.

Il processo e l'assoluzione

Il peso dell’accusa era notevole: concorso esterno in associazione mafiosa. Dopo un primo verdetto di assoluzione e una condanna, è arrivata l’ennesima decisione dei giudici, che permette a Fabio Germani, ex ultrà bianconero, di uscire vittorioso dal procedimento relativo all’indagine “Alto Piemonte”. Nel processo d’appello bis, infatti, Germani è stato assolto.

Difeso dall’avvocato Michele Galasso, Germani aveva già ottenuto un pronunciamento favorevole in primo grado, ma l’esito del secondo grado iniziale aveva ribaltato la situazione, condannandolo a 4 anni, 5 mesi e 10 giorni di reclusione. Secondo quei giudici, Germani sarebbe stato il tramite tra la tifoseria organizzata e rappresentanti della criminalità, in particolare per aver agevolato Rocco Dominello (poi condannato a 4 anni e 4 mesi) nell’entrare nel circuito ultras.

La Corte di Cassazione, però, aveva disposto di rivedere la sentenza d’appello, e in questa nuova fase di secondo grado si è giunti a un nuovo giudizio favorevole nei confronti di Germani. Per quanto riguarda gli altri imputati, l’impianto accusatorio del pubblico ministero è stato prevalentemente confermato e le sanzioni per nove di loro sono state ricalibrate. La pena più alta, pari a 14 anni e due mesi, è toccata a Diego Raso, considerato un membro della ‘ndrangheta attivo a Santhià.

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