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31 Gennaio 2025 - 20:22
Il Tribunale di Ivrea si trova in una situazione di emergenza senza precedenti. Con un organico ridotto all’osso, il presidente vicario Alessandro Scialabba ha disposto il rinvio delle udienze preliminari e delle citazioni dirette a giudizio degli imputati liberi a dopo il 30 novembre 2025. L’unica eccezione riguarda gli affari urgenti, ossia i procedimenti che coinvolgono persone private della libertà personale o per cui la legge impone termini perentori.
Questa decisione ha un impatto significativo su alcune delle inchieste più delicate della Procura di Ivrea, tra cui il disastro ferroviario di Brandizzo e la caduta dell’aereo delle Frecce Tricolori a San Francesco al Campo, eventi che hanno scosso profondamente l’opinione pubblica.
Alla base di questi ritardi c’è una grave carenza di magistrati. L’ufficio Gip/Gup è rimasto con due soli giudici, Andrea Cavoti e Lucrezia Natta, dopo il trasferimento del gip Fabio Rabagliati a Torino. La Corte d’Appello aveva tentato di assegnare il gup Davide Paladino da Aosta, ma il CSM ha bocciato il decreto. Nel frattempo, per tamponare l’emergenza, Scialabba e il giudice Augusto Salustri, pur essendo giudici civili, si sono resi disponibili a svolgere funzioni di Gip.
Anche l’ufficio del dibattimento è in difficoltà: rimangono solo tre giudici, tra cui la presidente Stefania Cugge, affiancata da Edoardo Scanavino e Marianna Tiseo. Complessivamente, nel Tribunale di Ivrea sono attivi solo 17 magistrati su 23 previsti, mentre la mole di lavoro è immensa, gestita da 10 PM, tra cui la procuratrice capo Gabriella Viglione.
Il Tribunale di Ivrea
Oltre alla crisi dei magistrati, la Procura di Ivrea deve affrontare un altro grave problema: la carenza di polizia giudiziaria e di personale amministrativo. Gli investigatori a disposizione dei PM sono 8 su 24 previsti, mentre l’ufficio amministrativo della Procura opera con 16 dipendenti su 29.
Questa situazione ha prodotto un arretrato di oltre 2.000 fascicoli per ogni PM. Lo stesso problema si riflette anche in Tribunale, dove sono presenti 34 dipendenti amministrativi su 62 previsti. Questa carenza cronica rallenta tutte le attività giudiziarie, con ricadute dirette sulla tempistica dei processi.
Ad aggravare la situazione c’è l’assenza di un presidente di ruolo per il Tribunale di Ivrea. La nomina di Giuseppe Marra, escluso dalla Quinta Commissione del CSM per un errore formale (sei righe in più nell’autorelazione), è ancora sub judice. Dopo aver vinto il ricorso al TAR del Lazio, Marra ha portato la questione al Consiglio di Stato. Nel frattempo, però, il CSM lo ha indicato come unico candidato per la presidenza del Tribunale di Aosta, il che potrebbe significare la sua definitiva rinuncia a Ivrea.
La mancanza di chiarezza nella gestione della presidenza ha generato un altro pasticcio istituzionale: la giudice Antonia Mussa, già pronta a prendere possesso del ruolo a novembre 2024, è stata improvvisamente bloccata per un errore del Ministero della Giustizia, che ha pubblicato il suo decreto di nomina senza considerare la sentenza del TAR.
L’unica speranza per sbloccare questa situazione dipende dall’arrivo dei nuovi magistrati di prima nomina, attesi per fine 2025. Tuttavia, fino ad allora, il sistema giudiziario eporediese dovrà continuare a operare in condizioni di estrema emergenza.
Nel frattempo, i familiari delle vittime di Brandizzo e San Francesco al Campo attendono giustizia, consapevoli che il rinvio delle udienze preliminari potrebbe prolungare di molto i tempi per l’inizio dei processi. Il rischio, come già accaduto in altri casi, è che la giustizia lenta si trasformi in giustizia negata.
La notte del 30 agosto 2023, cinque operai furono investiti da un treno in transito presso la stazione di Brandizzo, mentre eseguivano lavori di manutenzione sui binari. Persero la vita Michael Zanera, 34 anni, di Vercelli; Giuseppe Sorvillo, 43 anni, Capua di Brandizzo); Saverio Giuseppe Lombardo, 52 anni, di Marsala; Giuseppe Aversa, 49 anni, di Chivasso; Kevin Laganà, 22 anni, di Vercelli.
L’indagine della Procura di Ivrea si concentra su presunte violazioni delle procedure di sicurezza, con l’ipotesi che il cantiere sia stato attivato senza la necessaria autorizzazione e con una catena di comunicazione inefficiente tra i responsabili della sicurezza ferroviaria.
L'inchiesta è ancora in corso. La Procura di Ivrea ha iscritto nel registro degli indagati 15 soggetti, tra cui quattro società, con accuse di disastro ferroviario e omicidio, sia con dolo eventuale che colposo. Tra gli indagati figurano Antonio Massa, caposcorta di Rete Ferroviaria Italiana (RFI), e Andrea Gibin Girardin, caposquadra della Sigifer, l'azienda per cui lavoravano le vittime. Entrambi sono accusati di disastro ferroviario e omicidio con dolo eventuale. Inoltre, sono stati iscritti nel registro degli indagati cinque dirigenti della Sigifer, tra cui il direttore generale Franco Sirianni, il direttore tecnico Cristian Geraci, la legale rappresentante Simona Sirianni e il socio Daniele Sirianni, con l'accusa di disastro e omicidio colposo. Successivamente, l'indagine si è estesa a RFI, con l'iscrizione di due dirigenti: Gaetano Pitisci, superiore gerarchico di Massa, e Andrea Bregolato, responsabile della sicurezza nei cantieri. Anche RFI stessa è stata indagata come persona giuridica per responsabilità amministrativa.
Inoltre, la Clf, società di Bologna che aveva subappaltato i lavori alla Sigifer, è stata coinvolta nell'inchiesta, con l'iscrizione di tre manager, tra cui l'amministratore delegato Enrico Peola, accusati di disastro e omicidio colposo. La Uniferr Srl, controllata di Clf, è la quarta azienda indagata.
Le indagini proseguono con l'acquisizione di documenti, protocolli di sicurezza e testimonianze per chiarire le dinamiche dell'incidente e le eventuali responsabilità dei soggetti coinvolti.
L'inchiesta è ancora in corso, ma anche se la Procura chiudesse ora le indagini, l’udienza preliminare potrebbe slittare di quasi un anno.
Il 16 settembre 2023, un aereo delle Frecce Tricolori si schiantò al suolo nei pressi di San Francesco al Campo, in fase di atterraggio dopo un’esibizione. Nello schianto perse la vita Laura Origliasso, una bambina di cinque anni che viaggiava in auto con la sua famiglia. L’indagine mira a stabilire se vi siano responsabilità tecniche e organizzative dietro l’incidente, inclusi eventuali problemi di manutenzione o errori di gestione del volo. A novembre a Volpiano, sono iniziati gli accertamenti tecnici disposti dalla Procura di Ivrea sulla carcassa della Freccia Tricolore. Una delle ipotesi al vaglio è che il velivolo sia andato in avaria a causa dell'impatto con un volatile, un fenomeno noto come 'bird strike', subito dopo il decollo dall'aeroporto. I primi accertamenti, esaminando dall'esterno la feritoia, hanno dato esito negativo, ma l'analisi interna potrebbe fornire nuove informazioni.
Lì dentro c'è la soluzione del caso, sospettano gli investigatori. E con ogni probabilità dovrebbe trattarsi di un "bird strike", ossia l'impatto tra l'aeromobile e un volatile. Emblematica, sul punto, è la foto scattata da un amatore, acquisita agli atti dell'inchiesta dai carabinieri del Nucleo investigativo di Torino, di un gabbiano che vola in asse proprio con la Freccia precipitata. Potrebbe essere l'uccello che ha determinato l'incidente?
Laura Origliasso, aveva appena 5 anni
La consulenza era stata ordinata il 5 marzo 2024, ma l'operazione, nonostante le ripetute sollecitazioni dei pubblici ministeri eporediesi, è potuta cominciare solo il 14 novembre a causa della complessità e della necessità di dispositivi non facilmente reperibili. L'apparecchio è custodito in un hangar di pertinenza dei carabinieri.
Anche in questo caso, quando verranno chiuse le indagini, il rinvio dell’udienza preliminare allunga notevolmente i tempi della giustizia.
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