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04 Settembre 2024 - 11:52
Antonio Massa, caposcorta di Rfi
La sera del 30 agosto 2023 sarà ricordata come una delle più tragiche nella storia recente della stazione di Brandizzo, in provincia di Torino. Cinque operai – Kevin Laganà, Michael Zanera, Giuseppe Sorvillo, Giuseppe Aversa e Giuseppe Saverio Lombardo – hanno perso la vita, travolti da un treno in transito mentre lavoravano sui binari. Ora, nuove rivelazioni gettano ombre sul comportamento di Antonio Massa, il caposcorta di Rfi responsabile della sicurezza in quel momento.
Secondo quanto emerso dalle indagini della Procura di Ivrea, Massa potrebbe essere stato distratto dal telefono cellulare pochi minuti prima dell'impatto fatale. Un nuovo elemento chiave è uno screenshot consegnato agli inquirenti lo scorso 28 novembre da un collega di Massa, responsabile della sicurezza di Rfi. L'immagine catturata mostra che Massa aveva aggiornato il proprio stato su WhatsApp alle 23:45, appena quattro minuti prima del tragico incidente avvenuto alle 23:49.
Il contenuto dello stato di WhatsApp, secondo quanto riportato, era un link a un articolo su Facebook. Questo dettaglio ha colpito particolarmente il collega di Massa, che ha deciso di effettuare lo screenshot il giorno seguente. "Ho proceduto ad effettuare lo screenshot il pomeriggio del giorno seguente, poiché la cosa mi colpì molto", ha spiegato l’autore dell’immagine, facendo mettere a verbale il suo gesto.
Gli inquirenti stanno ora cercando di stabilire se la distrazione causata dall'uso del telefono possa aver giocato un ruolo nella tragedia. La conferma definitiva su questo aspetto arriverà dall'analisi dei tabulati telefonici e delle celle di collegamento al web, che potrebbero determinare l’effettivo utilizzo del telefono da parte di Massa nei minuti cruciali prima dello schianto.
Quella della distrazione provocata dal cellulare, tuttavia, è solo una delle ipotesi al vaglio degli investigatori. Fin dall'inizio, le autorità hanno esaminato questa pista, considerandola integrativa rispetto alle condotte già contestate a Massa. Nonostante sia stato convocato in procura per chiarire la sua versione dei fatti, il caposcorta si è avvalso della facoltà di non rispondere, citando le difficoltà psicologiche che ha patito dopo l’incidente.
Il ruolo di Massa quella notte è sotto stretta osservazione anche a causa di un video postato da Kevin Laganà, una delle vittime, su Instagram poco prima della tragedia. Nel video si sente chiaramente la voce del caposcorta che raccomanda agli operai della ditta Sigifer: "Ragazzi, se vi dico treno, andate da quella parte eh!". Nonostante l’avvertimento, la sequenza di eventi che ha portato all’incidente appare ora segnata da momenti di possibile disattenzione.
La Procuratrice Gabriella Viglione
Nel frattempo, si è conclusa l'analisi delle scatole nere del treno, che ha confermato ancora una volta l'impossibilità del macchinista di evitare l’impatto. Il treno viaggiava a una velocità di 157 chilometri orari mentre attraversava la stazione di Brandizzo. Il macchinista ha attivato i freni 135 metri prima del punto d'impatto, ma per fermare il convoglio sarebbero stati necessari circa 1.300 metri. Alla fine, il treno si è arrestato 1.250 metri dopo l'impatto e ben 50 secondi dopo l'inizio della frenata d'emergenza.
L’inchiesta, ancora in corso, conta finora 15 indagati, tra cui 11 persone fisiche e 4 società. La Procura di Ivrea ha recentemente prorogato di sei mesi l’indagine per poter completare il quadro degli eventi e determinare eventuali responsabilità aggiuntive.
Mentre la comunità piange la perdita di cinque vite umane, la speranza è che le indagini possano fare piena luce su questa tragedia e che venga fatta giustizia per le vittime e le loro famiglie.
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