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Piemonte, salute mentale al collasso: milioni spesi in farmaci, ma pazienti abbandonati

La regione spende milioni in farmaci, ma l'assistenza è carente. Famiglie e associazioni chiedono più risorse e personale

Piemonte

salute mentale al collasso: milioni spesi in farmaci, ma pazienti abbandonati

La salute mentale in Piemonte è un tema che merita attenzione, non solo per le cifre che emergono, ma per le storie di vita che queste cifre rappresentano. Vi siete mai chiesti quanto sia complesso il panorama della salute mentale in una regione come il Piemonte? Con una spesa di 62 milioni di euro in antidepressivi e antipsicotici, la regione sembra investire molto in farmaci, ma i pazienti psichiatrici si sentono spesso abbandonati.

Sessanta associazioni stanno lottando da un anno per ottenere 125 milioni di euro in più per la salute mentale. È una battaglia che coinvolge non solo i pazienti, ma anche i loro familiari, che lamentano "poco personale e scarsa assistenza". Il problema non è solo economico, ma anche strutturale: "vengono dati troppi farmaci e per una visita si aspetta anche sei mesi", affermano i familiari. Un'attesa che può sembrare un'eternità per chi è in cerca di aiuto.

Il Piemonte è indietro sulla salute mentale, e le cifre lo raccontano in modo chiaro. La regione destina circa 64 euro per persona, l'8,4% in meno rispetto ai valori medi nazionali, che si attestano a 70 euro a persona, secondo i dati del 2022. In valori assoluti, sono 300 milioni di euro le risorse annuali destinate alla salute mentale. Tuttavia, il personale è un terzo in meno rispetto al resto d’Italia, un dato che sottolinea la carenza di risorse umane nel settore.

Psicofarmaci

Farmaci: una soluzione o un palliativo?

Un altro dato significativo riguarda l'uso dei farmaci. Dei 300 milioni di euro di budget complessivo, il 14,5% viene usato per i farmaci antidepressivi mentre il 6% per farmaci antipsicotici. Calcolatrice alla mano, sono 61,5 milioni di euro destinati solo ai medicinali. Ma è sufficiente? O meglio, è la soluzione giusta? Troppi accessi al pronto soccorso e una permanenza prolungata nelle residenze indicano un approccio terapeutico insufficiente. I farmaci possono essere una parte del trattamento, ma non dovrebbero essere l'unica risposta.

Le famiglie dei pazienti e le associazioni sono in prima linea per chiedere un cambiamento. "Poco personale e scarsa assistenza" sono le parole che risuonano più spesso. La richiesta è chiara: più risorse e più personale per garantire un'assistenza adeguata. È una questione di dignità e di diritti umani, non solo di numeri e bilanci.

Il Piemonte ha bisogno di un piano strategico per la salute mentale che vada oltre la semplice distribuzione di farmaci. È necessario investire in personale qualificato, strutture adeguate e programmi di supporto che possano realmente fare la differenza nella vita dei pazienti. Solo così si potrà sperare in un futuro migliore per chi lotta ogni giorno con problemi di salute mentale.

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