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“La violenza non prende il treno”: il grido disperato del personale ferroviario abbandonato

Aggressioni in aumento, lavoratori in protesta: i sindacati chiedono sicurezza e rispetto per chi garantisce il servizio ferroviario ogni giorno

Basta violenza sui treni

Basta violenza sui treni: il grido disperato del personale ferroviario abbandonato

Negli ultimi mesi, l’Italia ha assistito a un allarmante aumento delle aggressioni ai danni del personale ferroviario. Questi episodi di violenza, che colpiscono uomini e donne impegnati ogni giorno a garantire la sicurezza e il comfort dei viaggiatori, rappresentano un problema sociale di proporzioni sempre più preoccupanti. La campagna “La violenza non prende il treno”, promossa dai sindacati del settore, è un appello accorato a cittadini, istituzioni e aziende per fermare questa spirale di aggressioni.

Gli episodi di violenza contro il personale front-line non sono casi isolati. Dalle aggressioni verbali agli atti fisici, le testimonianze raccontano di una realtà in cui chi lavora a contatto con il pubblico si sente sempre più esposto e vulnerabile. “Abbiamo paura, ma continuiamo a svolgere il nostro lavoro con professionalità e dedizione”, racconta un capotreno di Milano, vittima di un’aggressione durante un controllo biglietti. Solo pochi giorni fa, a Roma, un altro episodio ha visto un capostazione aggredito da un viaggiatore sprovvisto di biglietto, mentre a Napoli una capotreno è stata insultata e strattonata per aver chiesto il rispetto delle norme di sicurezza.

La risposta dei lavoratori: una spilla e uno sciopero per dire basta

Per denunciare questa situazione, il personale ferroviario ha organizzato una serie di iniziative. Dal 28 gennaio al 4 febbraio 2025, i lavoratori indosseranno una spilla personalizzata con il logo “La violenza non prende il treno”, un segno visibile di protesta e solidarietà. Inoltre, uno sciopero recente ha voluto portare l’attenzione sul tema, non per interrompere il servizio ma per sollecitare soluzioni concrete. “Scioperiamo per denunciare, non per stare a casa”, sottolineano i sindacati, rispondendo a chi ha criticato l’iniziativa come uno strumento politico.

L'iniziativa del personale ferroviario per tutelarsi dagli atti di violenza

Le richieste avanzate dai lavoratori sono chiare e mirate:

  • Installazione di tornelli di accesso alle stazioni per controllare meglio il flusso dei viaggiatori.

  • Aumento dei presidi e delle scorte di polizia ferroviaria per garantire un ambiente sicuro su treni e banchine.

  • Inasprimento delle pene per chi commette reati a bordo treno o nelle stazioni.

Nonostante queste istanze siano state avanzate più volte, poco sembra essere cambiato. “Ci sentiamo soli e abbandonati”, denunciano i lavoratori, evidenziando come la mancanza di azioni concrete da parte delle istituzioni stia peggiorando una situazione già critica.

Un appello alla comunità: solidarietà e rispetto

La campagna non si rivolge solo alle istituzioni, ma chiama in causa anche i cittadini. Ogni viaggiatore è invitato a fare la propria parte, sostenendo le richieste dei lavoratori e segnalando episodi di violenza. “Siamo tutti parte di un sistema che funziona meglio solo se c’è rispetto reciproco”, ricordano i promotori dell’iniziativa.

La solidarietà può manifestarsi anche attraverso piccoli gesti: denunciare un comportamento aggressivo, sostenere moralmente chi lavora per garantire un servizio essenziale e, soprattutto, promuovere una cultura del rispetto.

La lotta contro la violenza sui treni e nelle stazioni non è solo una battaglia del personale ferroviario, ma una sfida che riguarda tutta la società. Garantire sicurezza e serenità a chi lavora e a chi viaggia è un obiettivo che richiede l’impegno congiunto di Stato, aziende e cittadini. Come recita lo slogan della campagna, “La violenza non prende il treno”, ma sta a tutti noi fare in modo che non abbia spazio nella nostra società.

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