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27 Gennaio 2025 - 18:41
Genocidio? I dati lo smentiscono. L’appello del rabbino Ariel Finzi (foto di repertorio)
In occasione del Giorno della Memoria, il rabbino capo di Torino, Ariel Finzi, ha lanciato un messaggio allarmante durante la cerimonia a Palazzo Civico, sottolineando come le attuali dinamiche di antisemitismo e le accuse rivolte a Israele possano condurre a una nuova tragedia per il popolo ebraico. “La distruzione dello Stato di Israele e, di conseguenza, un nuovo sterminio degli ebrei diventano ora un rischio reale”, ha dichiarato con fermezza.
Partendo da un episodio del 1144 a Norwich, quando la comunità ebraica fu ingiustamente accusata di infanticidio e poi sterminata, il rabbino ha tracciato un parallelo con le accuse moderne rivolte a Israele di uccidere bambini palestinesi. “Come nel 1144, nessuno oggi si pone domande sulle vere responsabilità di chi usa bambini come scudi umani”, ha aggiunto.
Il rabbino ha poi sottolineato come queste accuse, spesso alimentate da un pregiudizio inconscio, trovino terreno fertile sui social media, nei giornali e nei dibattiti pubblici, contribuendo a diffondere sentimenti antisemiti.
Ariel Finzi ha contestato con forza le accuse di genocidio mosse contro Israele, sostenendo che i dati demografici smentiscono tali affermazioni. “Nel 1948, la popolazione palestinese contava circa 700mila persone; oggi si dichiara oltre 12 milioni. Come può un popolo che si è moltiplicato di un fattore 17 parlare di genocidio?”, ha affermato, criticando anche le dichiarazioni del Papa in merito.
Un appello è stato rivolto anche alle organizzazioni internazionali come la Croce Rossa e ai movimenti femministi, accusati di non aver denunciato le violenze subite dai prigionieri di Hamas. “Prigionieri e prigioniere hanno subito violenze fisiche e sessuali, sono stati ridotti in schiavitù per oltre 17 mesi. Speriamo tornino presto a casa”, ha concluso.
Non sono mancate le polemiche. La capogruppo di Sinistra Ecologista a Torino, Sara Diena, ha definito “inopportuno” l’uso della commemorazione per lanciare messaggi controversi. “La memoria non è un’arma e ci insegna che ogni vita umana conta. Dobbiamo evitare di deumanizzare chiunque, a Gaza come alle frontiere d’Europa”, ha dichiarato.
L’intervento di Ariel Finzi riporta al centro del dibattito il delicato equilibrio tra memoria storica e attualità, aprendo riflessioni su quanto sia urgente prevenire un ritorno a sentimenti di odio e discriminazione.
L’intervista del rabbino di Torino, Ariel Finzi, all'ANSA
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