AGGIORNAMENTI
Cerca
Attualità
26 Gennaio 2025 - 14:52
L'ingresso del campo di concentramento di Auschwitz
Una mattinata per ricordare il passato e riflettere sui temi del presente. Questa è stata la conferenza aperta al pubblico che si è tenuta a San Mauro Torinese domenica 26 gennaio alla presenza della sezione locale dell'ANPI, dell'amministrazione comunale e del professor Claudio Vercelli.
«Il 27 gennaio ricorre il Giorno della Memoria, secondo una risoluzione dell'ONU, per ricordare le vittime dell'Olocausto e di ogni forma di soppressione o compressione dei diritti umani. La data fu scelta perché quel giorno le truppe dell'Armata Rossa liberarono il campo di annientamento di Auschwitz. Con la legge italiana del 20 luglio 2000, sono state definite le finalità delle celebrazioni: troppo spesso il contenuto di questa giornata viene dimenticato o alterato. Il fine è ricordare la Shoah, le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei che hanno subito la deportazione, la prigionia e la morte, oltre che in ricordo di chi si è opposto al progetto di sterminio e in ricordo dei deportati politici e militari», così la sezione "Leo Lanfranco" dell'ANPI ha aperto l'incontro rivolto alla cittadinanza.
Non si tratta solo di ricordare eventi accaduti ormai più di 80 anni fa, ma anche di riflettere sul presente e sulle sue complessità e sulle diverse forme di odio, che vanno dalla discriminazione verbale alla guerra e allo sterminio di massa.
L'assessore Matteo Fogli, nel portare i saluti dell'amministrazione comunale, ha voluto sottolineare proprio questo: «Quest'oggi riflettiamo su una pagina drammatica della storia dell'umanità: l'Olocausto. Una giornata che nasce come tributo alle milioni di vittime, che diventa però anche un invito pressante a meditare sulle cause di una tragedia che ha rivelato i lati più oscuri della natura umana. Non si tratta solo di una memoria storica, ma di una lezione civile. Oggi più che mai fronteggiamo la complessità e i problemi del nostro tempo, e nel ricordo degli oltre 6 milioni di ebrei sterminati, il conflitto israelo-palestinese li ha acutizzati tragicamente, a partire dal vile attacco terroristico del 7 ottobre 2023 che ci costringe a interrogarci davanti a una realtà devastante: oltre 46.000 morti, più di 100.000 feriti e la distruzione quasi totale della Striscia di Gaza. La sproporzione delle sue conseguenze hanno sollevato accuse di genocidio, alimentando un dibattito fortemente polarizzato, che però ha oscurato la questione più urgente: il rispetto della dignità umana».
Il professor Vercelli
La parola è passata poi all'ospite della mattinata, Claudio Vercelli, docente di studi ebraici presso l'Università di Poznan (Polonia) e presso la scuola europea di alta formazione "Pareto" di Lecco. Il professore ha posto la sua attenzione verso il «crescendo di violenza» che ha caratterizzato l'affermarsi dei regimi totalitari in Italia e in Germania: «Alla violenza ci si abitua progressivamente. A chi vengono imposte certe condizioni di discriminazione (gli ebrei, ndr), e ci si abitua a vivere in una condizione A, poi (i nazisti, ndr) hanno imposto delle condizioni B, e poi una C. Passo dopo passo, in un processo di 'radicalizzazione cumulativa', da alcune premesse si arriva ad altre considerazioni».
Vercelli ha poi ricordato come l'affermazione di regimi come il fascismo e il nazismo sia avvenuta a partire da contesti sostanzialmente democratici, a cui si è aggiunto il consenso, l'indifferenza e un cruciale controllo dei mezzi d'informazione.
«Oggi siamo in un 'regime' di social, dove tutto è frammentato, manipolabile e che dà voce a commenti raccapriccianti – ha affermato riferendosi ai messaggi presenti sotto i post che riguardano la senatrice Liliana Segre. Già all'epoca era fondamentale la comunicazione e il rapporto con le immagini che i regimi forniscono: Mussolini l'aveva capito molto bene. Le persone si comportano sulla base di quello che percepiscono e sentono: se si controlla quello, si controllano le persone. Se io oggi dico che il grande problema degli Stati Uniti sono gli immigrati, e li chiamo in altri modi rispetto a 'immigrati irregolari', ma 'immigrati clandestini', e li associo all'immagine del delinquente e riproduco quell'immagine nel corso del tempo, oriento una parte della discussione collettiva e, quando si va alle urne, oriento una parte del popolo».
Le parole del professore sono risuonate quindi come un monito per comprendere le questioni del presente in relazione a quelle passate, e per suscitare una riflessione sui mezzi di comunicazione e sul suo possibile controllo da parte della politica sia in regimi illiberali che anche in regimi che oggi stanno mostrando sempre di più delle incrinature – segno che «quel periodo storico che si è aperto nel 1945 oggi si è chiuso, lasciando spazio a un orizzonte nuovo».
Dopo aver commentato alcune parole di odio pronunciate nel 1943 da Heinrich Himmler, segno di come i nazisti intendessero lo sterminio anche e soprattutto come dimostrazione di forza, hanno fatto seguito alcune domande e interventi del pubblico su temi di attualità, segno che il Giorno della Memoria non è qualcosa legato a un passato da archiviare, ma un monito per il presente.
Come scriveva Primo Levi ne I sommersi e i salvati, «Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte ed oscurate: anche le nostre».
L'amministrazione comunale, l'ANPI e il professor Vercelli
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.