Secondo il testo della mozione, firmata dal consigliere comunale Massimo Iaretti, l’obiettivo principale è quello di analizzare e affrontare le problematiche legate alla mancata proroga dei termini fissati dalla Legge 120 del 7 agosto 2024 per l’aggiudicazione degli interventi infrastrutturali finanziati, incluso il progetto del Ponte Preti. La mozione sottolinea che l’assenza di una proroga potrebbe portare alla revoca dei fondi, generando conseguenze gravissime per l’intero territorio canavesano ed eporediese. "La realizzazione del nuovo Ponte Preti è un’opera di primaria importanza per il territorio sotto l’aspetto infrastrutturale, della viabilità e della sicurezza", si legge nella mozione.
Iaretti, nel commentare la situazione, ha voluto chiarire il suo approccio: "Non voglio entrare su chi abbia la responsabilità o meno della eventuale revoca dei finanziamenti per il Ponte Preti, anzi non me ne frega niente entrare in qualsivoglia rimpallo di responsabilità dell’una o dell’altra parte". Per il consigliere, la priorità è definire una linea d’azione chiara e condivisa: "C’è una situazione di fatto e occorre affrontarla coinvolgendo tutti, lo ripeto, tutti gli attori interessati. E la strada è quella di un consiglio comunale aperto a tutti da cui trarre una linea che consenta di andare verso l’obiettivo della costruzione del nuovo Ponte Preti".

Massimo Iaretti, consigliere comunale di Strambinello Futura
La mozione impegna il Sindaco e la Giunta comunale a convocare, entro brevissimo termine, un consiglio comunale aperto che coinvolga la popolazione, le associazioni civiche, i Comuni interessati, i consiglieri metropolitani e regionali, nonché i rappresentanti del Parlamento. L’obiettivo è discutere di tutte le iniziative necessarie per ottenere dal Governo una proroga dei termini o un nuovo stanziamento di fondi, così da salvaguardare un’opera considerata essenziale per la viabilità e lo sviluppo del territorio.
Questa nuova presa di posizione della minoranza a Strambinello si inserisce in un contesto di crescente frustrazione. A più di venti giorni dalla scadenza fissata dal Decreto Ponti, le istituzioni locali, regionali e nazionali continuano a dividersi sulle responsabilità e sulle soluzioni per evitare la perdita dei finanziamenti. La vicenda del Ponte Preti è ormai diventata il simbolo di una gestione burocratica che rischia di paralizzare il futuro del Canavese.
Lo scenario politico si fa sempre più acceso. Da un lato, il Movimento 5 Stelle ha proposto un emendamento al Decreto Milleproroghe per estendere i termini di aggiudicazione al 31 dicembre 2025, un’iniziativa sostenuta anche da alcuni esponenti locali come Elisa Pirro e Antonino Iaria. Dall’altro, il Governo ha ribadito che non ci saranno proroghe, alimentando le critiche delle opposizioni e dei cittadini. Anche a livello regionale, esponenti come Sergio Bartoli e Daniela Ruffino hanno chiesto con forza un intervento per salvaguardare i fondi e garantire la costruzione del nuovo ponte, denunciando i ritardi legati al trasferimento delle competenze ad Anas e all’aumento dei costi delle materie prime.
Nel frattempo, la protesta dei sindaci del 15 novembre scorso, che aveva visto la partecipazione di oltre quaranta primi cittadini sul Ponte Preti, rimane un punto fermo nella battaglia politica. Lo striscione “Il Canavese vuole il nuovo Ponte Preti” aveva sintetizzato l’urgenza e la determinazione di un intero territorio nel chiedere attenzione e risorse per un’infrastruttura cruciale.
La mozione di Iaretti rappresenta un tentativo di riportare il dibattito su un piano costruttivo, evitando ulteriori divisioni e puntando su un confronto aperto e inclusivo. Resta ora da vedere se la proposta troverà il sostegno necessario per tradursi in azioni concrete. Una cosa è certa: il futuro del Ponte Preti continua a essere al centro dell’attenzione politica e civile, e la comunità locale non intende arrendersi.