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23 Gennaio 2025 - 09:27
Canavese spezzato in due: "Così siamo isolati dal mondo!"
A distanza di oltre venti giorni dalla scadenza dei termini fissati dal Decreto Ponti al 31 dicembre 2024, il Canavese non si arrende. La richiesta di una proroga per garantire i fondi destinati alla costruzione del Ponte Preti è al centro del dibattito politico. Mercoledì 22 gennaio, nuovi comunicati e prese di posizione hanno riportato la questione alla ribalta.
Il Movimento 5 Stelle ha presentato in Senato un emendamento al decreto Milleproroghe per estendere fino al 31 dicembre 2025 i termini di aggiudicazione degli interventi finanziati dal Decreto Ponti. I parlamentari piemontesi Elisa Pirro e Antonino Iaria, autori dell’iniziativa, hanno sottolineato l’importanza di questa infrastruttura. “Il nuovo Ponte Preti è un’opera strategica attesa da decenni e indispensabile per il territorio. Abbiamo lavorato con determinazione per ottenere i finanziamenti e ora è fondamentale garantire che non vadano persi a causa di scadenze troppo rigide”, hanno dichiarato. Secondo Pirro e Iaria, l’estensione dei termini è una soluzione di buon senso per superare le difficoltà burocratiche che hanno finora rallentato il progetto, a partire dal trasferimento delle competenze ad Anas e dall’aumento dei costi delle materie prime. “La sicurezza e lo sviluppo del Canavese non possono essere sacrificati a causa di scadenze prorogabili”, hanno aggiunto.
Daniela Ruffino (Azione) e Sergio Bartoli (Lista Civica Cirio Presidente)
Nonostante queste sollecitazioni, il Governo ha ribadito la sua posizione: nessuna proroga per i termini del Decreto Ponti. Lo ha confermato l’onorevole Daniela Ruffino (Azione), intervenendo alla Camera durante un question time con il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani. “Nonostante le numerose sollecitazioni, il Governo non intende prorogare il Decreto Ponti scaduto il 31 dicembre 2024”, ha dichiarato Ruffino. “Parliamo di interventi per quasi 100 milioni di euro che interessano opere strategiche, tra cui il Ponte Preti, fondamentale per collegare il Canavese occidentale e Ivrea”. La deputata ha denunciato come i ritardi nella progettazione siano stati causati da fattori straordinari, come il Covid, il caro materiali e il passaggio delle competenze ad Anas, e ha chiesto al Governo di mostrare attenzione verso un territorio che non può permettersi di perdere risorse fondamentali.
Sulla stessa linea, il consigliere regionale Sergio Bartoli ha espresso pieno sostegno all’intervento di Ruffino, definendolo un esempio di politica al servizio del territorio. Bartoli ha sottolineato come la mancata proroga rischi di spezzare in due il Canavese, isolando le comunità locali e creando gravi ripercussioni sulla mobilità, sulla sanità e sull’economia. “Non possiamo permettere che l’inabilità del ponte isoli ulteriormente il Canavese. La mancata proroga rischia di spezzare in due il territorio, con l’impossibilità di raggiungere gli ospedali, oltre a creare ulteriori difficoltà per le imprese e le famiglie”, ha dichiarato. Bartoli ha inoltre evidenziato che i ritardi non sono da imputare alle amministrazioni locali, ma a condizioni straordinarie che hanno reso impossibile rispettare i termini fissati.
Le preoccupazioni espresse da Ruffino e Bartoli trovano eco nelle parole del Movimento 5 Stelle di Ivrea, che ha voluto ribadire l’importanza di garantire la realizzazione del nuovo ponte. “Non possiamo permettere che i cittadini del Canavese vedano sfumare un’opportunità così importante a causa di ritardi non imputabili alle comunità locali”, hanno dichiarato i rappresentanti pentastellati, che considerano l’estensione dei termini al 31 dicembre 2025 una soluzione di buon senso per salvaguardare i fondi e completare la progettazione.
Il Ponte Preti, che attraversa il torrente Chiusella tra i Comuni di Baldissero Canavese e Strambinello, è una delle infrastrutture più strategiche del territorio. Da anni, però, è anche simbolo di ritardi e difficoltà burocratiche. I fondi stanziati attraverso il Decreto Ponti ammontano a 19,5 milioni di euro, una cifra che rischia di essere persa se i termini non verranno prorogati. L’infrastruttura, fondamentale per il collegamento tra il Canavese occidentale e Ivrea, rappresenta un nodo cruciale per la mobilità e la sicurezza dell’intera area.
La vicenda del Ponte Preti si inserisce in un contesto di generale difficoltà legata alla manutenzione delle infrastrutture nel territorio. Basti pensare al caso del Ponte Sant’Anna di Verolengo, anch’esso oggetto di promesse e ritardi. Come per il Ponte Preti, anche qui i fondi sono stati stanziati, ma i lavori procedono a rilento, alimentando la frustrazione delle comunità locali.
Il 15 novembre scorso, oltre 40 sindaci del territorio hanno manifestato sul Ponte Preti per chiedere al Governo di concedere una proroga. Con lo striscione “Il Canavese vuole il nuovo Ponte Preti”, i primi cittadini hanno espresso l’urgenza di salvare un’opera cruciale per il futuro del territorio. Alla protesta hanno partecipato anche esponenti politici di diversi schieramenti, che hanno ribadito la necessità di un intervento immediato.
La decisione del Governo di non concedere la proroga rappresenta un duro colpo per il Canavese, ma il territorio non sembra intenzionato ad arrendersi. Le sollecitazioni politiche continuano e il Movimento 5 Stelle, Azione e altre forze politiche locali promettono di fare pressione affinché la questione venga rivista. “La sicurezza e lo sviluppo del Canavese non possono aspettare. Il Governo ha il dovere di intervenire e garantire il futuro delle nostre infrastrutture”, ha concluso Bartoli.
Con il tempo che stringe e i fondi ancora in bilico, la battaglia per il Ponte Preti è tutt’altro che conclusa. Ma una cosa è certa: il Canavese non ha intenzione di rimanere a guardare.
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