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Vercelli: alla vigilia della decisione commissariale
26 Gennaio 2025 - 14:47
Mariella Moccia, segretaria provinciale del Pd, e Davide Gilardino, presidente della Provincia di Vercelli
VERCELLI. A un mese dalla scadenza del mandato (già prorogato una volta) con cui il presidente della Regione Alberto Cirio ha incaricato un commissario, Andrea Fluttero, di scegliere il modello di gestione del servizio idrico (tre le opzioni: totalmente pubblico in house, misto pubblico-privato, affidamento mediante gara) nell'area Vercellese, Biellese e Casalese per i prossimi trent'anni, la politica vercellese si muove per tentare di condizionare il commissario.
La decisione, a ben vedere, spettava ai sindaci dei Comuni che fanno parte dell'Ambito, che hanno avuto tempo fino a dicembre 2023 per individuare il modello di gestione. Dopo una serie di rinvii, anche l'ultima conferenza (assemblea dei Comuni, Province, Unioni montane) convocata il 22 gennaio 2024 nella sede di Egato2 si era chiusa con una votazione dall'esito chiaro ma non decisivo: il 67,73% dei rappresentanti aveva votato per la gestione in house con affidamento a soggetto pubblico, ma non era stato raggiunto il quorum del 75% necessario per deliberare. Ecco quindi che la Regione ha affidato la decisione a un commissario ad acta.
Andrea Fluttero
La lettera di Fluttero
Il commissario Fluttero nel corso del 2024 ha esaminato i pro e i contro dei tre modelli di gestione e, relativamente a quello in house, ha chiesto e ottenuto dalla società a totale partecipazione pubblica BCV Acque (che riunisce i gestori Am+, Cordar Biella, Cordar Valsesia e Sii) un rafforzamento dell'assetto societario, con trasformazione da società consortile a spa, e una serie di garanzie economico-finanziarie necessarie per sostenere i cospicui investimenti che andranno fatti per il miglioramento della rete nei prossimi anni.
Fluttero in una lettera inviata nei giorni scorsi ai sindaci dell'Ambito spiega di aver «preso atto della preminente volontà di valutare prioritariamente l'opzione dell'affidamento in house, emersa dal territorio, sia con le votazioni effettuate nella Conferenza d'Ambito, ancorché non risolutive, che attraverso i numerosi colloqui intercorsi con le istituzioni territoriali», e ha quindi «ritenuto opportuno dare specifico mandato al direttore dell'Egato2, supportato dalla sua struttura tecnica, di effettuare un ulteriore approfondimento in collaborazione con i consulenti di BCV spa rispetto alla sostenibilità del modello di gestione in house». Tre gli aspetti su cui si sta lavorando: la “bancabilità” del progetto, ovvero la concreta possibilità di ottenere gli imponenti finanziamenti necessari; la capacità industriale di progettare, appaltare, realizzare le opere previste dal cronoprogramma e di erogare in modo efficiente il servizio sull’intero territorio dell’Ambito; l’adeguatezza della governance, ovvero l'efficacia della struttura societaria decisionale del nuovo potenziale gestore unico d’ambito interamente pubblico.
La controffensiva di IREN
L'affidamento del servizio in house a un unico gestore per tutto l'ambito comporterebbe, nell'area di Vercelli e di alcuni Comuni limitrofi, lo scorporo del ramo idrico dall'attuale gestore ASM, in modo che il Comune di Vercelli (socio di ASM al 40%) lo possa conferire in BCV Acque, entrando così nella società a capitale interamente pubblico, come già hanno fatto gli altri Comuni dell'Ambito mediante i rispettivi gestori. Lo stesso Fluttero ha spiegato che «si stanno valutando le modalità con le quali la Città di Vercelli potrà aderire alla gestione pubblica eventualmente concretizzata in BCV spa».
Una prospettiva, quella dell'affidamento in house a società pubblica, che spaventa IREN, la multiutility con sede a Reggio Emilia e soci a Torino, Genova, Parma, Piacenza, ecc. che attualmente, mediante la controllata IRETI, detiene circa il 60% delle quote di ASM e che negli ultimi anni ha drenato da ASM oltre 13 milioni di euro sotto forma di dividendi; denaro proveniente in massima parte dagli utili realizzati dal settore idrico dell'azienda a Vercelli e in alcuni Comuni limitrofi.
Ecco quindi che IREN nei giorni scorsi ha mosso il proprio principale braccio politico operativo, il PD Vercelli-Valsesia, per tentare di scongiurare l'affidamento in house a soggetto totalmente pubblico (BCV). Il PD vercellese già ai tempi dell'Amministrazione Forte fu il principale promotore della vendita (qualcuno dice svendita) di quote di ASM da parte del Comune a IREN, cedendo così la maggioranza al socio privato, e ora - con un comunicato diffuso nei giorni scorsi - tira la giacca a Fluttero per fargli scegliere non l'affidamento in house (a BCV) bensì «a una società mista pubblico-privata», facendo «coesistere i gestori pubblici e i gestori pubblico-privati (attenzione: l'unico privato, in questa partita, è IREN socio di maggioranza di ASM) che attualmente operano nel territorio».
Il PD motiva la sua posizione dicendo di voler evitare di «disperdere inutilmente ingenti risorse a carico del Comune di Vercelli, degli altri Comuni o degli altri operatori pubblici per acquisire il ramo idrico di ASM», dimenticando (o facendo finta di dimenticare) due aspetti fondamentali della questione:
1. lo scorporo del ramo idrico da ASM e il suo conferimento in BCV permetterebbe al gestore pubblico di ricavare ogni anno, alle tariffe attuali, tra i 2 e i 5 milioni di euro non più distribuiti all'esterno come dividendi (come è accaduto finora) ma utilizzabili per l'acquisizione del ramo idrico stesso o per il miglioramento dell'infrastruttura;
2. con lo scorporo del ramo idrico e l'uscita del Comune di Vercelli da ASM, l'azienda (e tutti gli altri asset: gas, energia elettrica, raccolta rifiuti, fabbrica dei pallet, ecc.) resterebbe di pressoché totale proprietà di IREN; a quel punto soltanto all'esito di una due diligence sul valore di tutti i rami d'azienda si potrà dire se, separandosi, il Comune di Vercelli dovrà versare somme a IREN, o viceversa. Insomma: IREN chiede il pagamento del valore residuo del ramo idrico ma non potrà tenersi “gratis” quel che resterà in ASM, e che in questi anni è stato costruito e finanziato anche grazie al denaro dei cittadini vercellesi.
Il nocciolo della questione, comunque, non sta nella frettolosa, parziale e interessata analisi che il PD vercellese inserisce nel suo comunicato, ma nel fatto che ancora una volta questa forza politica sedicente di sinistra “lavora ai fianchi” il decisore - in questo caso il commissario Fluttero - a favore del gestore privato (soggetto che sta nel settore idrico per lucrarvi) per contrastare sempre e comunque il modello di gestione totalmente pubblico: allineandosi perfettamente, in questo, a quanto già espresso in più occasioni dall'ex sindaco di destra Andrea Corsaro e dal suo inner circle.
La mossa di Gilardino
Se s'ode a sinistra (?) uno squillo di tromba, a destra gli risponde un altro (analogo) squillo: con un atto improvviso e irrituale il presidente della Provincia di Vercelli (nonché commissario provinciale di Fratelli d'Italia) Davide Gilardino ha convocato per il 4 febbraio a Gattinara, nella sala conferenze di Villa Paolotti, l'assemblea dei sindaci «per trattare il seguente argomento: Egato2 - Modalità di affidamento del sistema [sarebbe: del servizio, ma non sottilizziamo, ndr] idrico dell'Ambito Biellese Casalese e Vercellese. Atto di indirizzo». Gilardino ritiene che «la comunicazione inviata dal commissario Fluttero meriti un momento di riflessione da parte di tutto il nostro territorio» e chiama a raccolta i sindaci «per arrivare a una posizione condivisa su tale argomento».
Una convocazione che si presta ad (almeno) due considerazioni.
La prima: se c'è una sede propria e dedicata in cui i sindaci “riflettono” sulla gestione del servizio idrico, quella è la Conferenza d'Ambito dell'Egato2. Il fatto che Gilardino, che ne fa parte sia come sindaco di Ronsecco che come presidente della Provincia, non porti lì il dibattito ma preferisca spostarlo in una sede gestita e controllata da lui (l'Assemblea dei sindaci della provincia) costituisce un'evidente sgrammaticatura istituzionale.
La seconda: che a meno di un mese dalla conclusione del mandato del commissario, che sta lavorando “sul pezzo” da un anno, Gilardino supportato dai suoi fedeli sindaci (in maggioranza di area FdI-FI-Lega) gli voglia buttare tra le gambe un “atto di indirizzo” per indurlo a scegliere un modello piuttosto che dell'altro è un'evidente forzatura. Fluttero - che in passato è stato sindaco - in questi mesi ha interloquito più volte con le istituzioni del territorio e ha valutato tutte le opzioni, non è lì ad aspettare che in extremis Gilardino gli indichi la strada. Inoltre lo stesso Fluttero, in un'intervista dell'estate scorsa, alla domanda «Dopo le elezioni c'è stato un cambiamento in diverse Amministrazioni comunali, compresa soprattutto quella di Vercelli. E' quindi da “rivalutare” l'esito del voto dell'assemblea di gennaio dell'Egato2?» aveva risposto: «Questa ormai è una scelta commissariale, gli Enti locali non hanno esercitato la loro potestà in merito all'individuazione della forma di gestione nei termini previsti dalla legge». Chiaro e netto: ma ora arriva Gilardino che, all'ultima curva, vuole “indirizzarlo”.
A Vercelli si dorme
In questa grande partita la grande assente è l'Amministrazione comunale di Vercelli. In sei mesi nessun consigliere comunale (nemmeno quello che fa l'editorialista part time) è stato in grado di presentare una mozione per indurre sindaco e Giunta a prendere una posizione e deliberarla. Intanto il primo cittadino Roberto Scheda è in ambasce perché nella passata consiliatura aveva sottoscritto la mozione di Michelangelo Catricalà a favore dello scorporo del ramo idrico (e quindi dell'uscita del Comune) da ASM, ma ora è pressato dai nuovi alleati - segretari e capatàz dei partiti di destra - che temono di perdere le ricche prebende loro assicurate dalla cadrega che occupano nel cda di ASM quali rappresentanti del Comune; inoltre i funzionari di Palazzo Civico gli hanno spiegato che se il servizio passerà da ASM a BCV, il Comune non potrà più incassare i due milioni di dividendi annui che costituiscono ormai una voce strutturale del bilancio municipale. E quindi, per non mostrare anche stavolta la sua incoerenza, confidando nella scarsa memoria dei vercellesi e nell'ignavia dei consiglieri... Scheda tace: dice di non dormirci la notte, ma di giorno evita accuratamente di portare il tema in discussione in Consiglio comunale.
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