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Ambito Biellese, Vercellese e Casalese
09 Agosto 2024 - 05:00
Andrea Fluttero ha ottenuto la proroga dell'incarico di commissario ad acta
La scelta del modello di gestione per i prossimi trent'anni - che la Regione fino a sei mesi fa definiva «urgente» - viene rinviata dalla stessa Regione a febbraio 2025. Il compenso (lordo) di Fluttero raddoppia: oltre ai 22.500 euro già sborsati per il primo semestre, Egato2 ne spenderà altri 26.250, e i soci di Asm (Iren e Comune di Vercelli) potranno lucrare qualche milione di euro sull'acqua ancora per un anno.
La scelta del modello di gestione del servizio idrico integrato (acquedotto, fognatura e depurazione) per l'ambito territoriale ottimale Biellese, Vercellese e Casalese per i prossimi trent'anni, che sei mesi fa sembrava urgente e indifferibile, evidentemente non è più tale: il presidente della Regione, Alberto Cirio, dopo averlo nominato il 1° febbraio scorso ha infatti prorogato l'incarico al commissario ad acta, Andrea Fluttero, per altri sette mesi, fino al 28 febbraio 2025.
L'inadempienza di Egato2
Come si è arrivati a questo punto? La Conferenza dell'Egato2, ente in cui sono rappresentati tutti i Comuni, le Province e le Unioni montane dell'area, entro il dicembre scorso avrebbe dovuto approvare il Piano d'Ambito 2024-2053 e scegliere il modello di gestione fra i tre previsti dalla normativa: affidamento ad un soggetto privato vincitore di gara; conferimento ad una società mista pubblico-privata; gestione diretta in house, ovvero ad una società completamente partecipata dagli stessi enti locali (Comuni, Province e Unioni montane).
Nella seduta del 21 dicembre 2023 la Conferenza non aveva trovato l'unanimità sul Piano d'Ambito, e quindi non aveva scelto nemmeno il modello di gestione: tutto era stato rinviato alla seduta del 22 gennaio. Nel frattempo - il 15 gennaio - l'assessore regionale all'ambiente aveva diffidato l'Egato “di approvare, entro il termine di 8 giorni, ogni documento o elaborato comunque denominato propedeutico all'affidamento della gestione, nonché ad adottare ogni atto necessario ad avviare la procedura di affidamento del servizio”.
Il 22 gennaio la Conferenza dell'Egato aveva sì approvato il Piano d'Ambito, ma non aveva raggiunto il quorum per deliberare sul modello di gestione: oltre il 67% dei partecipanti ha votato per la gestione in house, ma non si è raggiunta la soglia deliberativa del 75% soprattutto a causa della scelta del Comune di Vercelli (assessore Luigi Michelini, 6,47%, unico a votare per la gara) e della Provincia di Vercelli (presidente Davide Gilardino, 10,89%, che ha votato per la gestione mista pubblico-privata). L'indicazione politica della maggioranza (oltre i due terzi) degli enti è però chiara: vogliono la gestione in house.
Cirio manda il commissario ad acta
A questo punto interviene la Regione. Il 31 gennaio il presidente Cirio, «vista l'urgenza di assicurare l'adozione di tutti gli atti necessari a garantire il conseguimento del principio di unicità della gestione all'interno dell'ambito territoriale ottimale n. 2 “Biellese, Vercellese, Casalese”» informa la Giunta, «ricevendone condivisione», della necessità di procedere «all'esercizio dei poteri sostitutivi mediante la nomina di un commissario ad acta». Commissario che con decreto del 1° febbraio viene individuato nella figura di Andrea Fluttero, ex sindaco di Chivasso ed ex parlamentare, «in quanto in possesso di adeguata esperienza amministrativa, nonché delle necessarie sensibilità e competenza in materia ambientale, conoscenza del mondo imprenditoriale, con particolare riferimento a servizi pubblici, acquisite nel corso dello svolgimento di importanti incarichi istituzionali e amministrativi». Compito del commissario: «approvare, in esito alla ricognizione dello stato di attuazione e di avanzamento degli atti ad oggi assunti dall’Egato2, il Piano d’Ambito 2024-2053, nonché di avviare le procedure per l’affidamento del servizio idrico integrato al gestore unico di ambito entro il termine massimo del 31 luglio 2024».
Il compenso per il commissario è di 22.500 euro (lordi), «parametrato al 60 per cento del trattamento economico lordo annuo spettante al direttore dell’Egato2 commisurato proporzionalmente alla durata dell’incarico scadente il 31 luglio 2024, il cui onere complessivo è posto a carico dell’Egato2».
Fluttero chiede e ottiene una proroga dell'incarico
Il commissario - Cirio dixit - dovrebbe decidere con urgenza (è proprio l'urgenza di decidere, infatti, il motivo del commissariamento), ma sei mesi a Fluttero non bastano. A metà luglio protocolla in Regione «un sintetico riepilogo dell’attività svolta negli scorsi mesi e della attuale situazione» ed evidenzia «la necessità di una proroga della gestione commissariale fino al 28 febbraio 2025, ritenendo tale ulteriore lasso di tempo necessario e sufficiente a completare tutti gli ulteriori approfondimenti, nonché a completare positivamente il compito assegnatogli con la scelta del modello di affidamento e la predisposizione degli atti amministrativi conseguenti».
Cirio gli concede la proroga richiesta e, quanto al compenso, conferma il criterio adottato all'atto della nomina: altri 26.250 euro (lordi), corrispondenti ai 7/6 di quanto già percepito nel semestre febbraio-luglio. L'onere è posto a totale carico dell’Egato2.
I parametri decisivi: “bancabilità” e capacità di investire
Fluttero si concentra in particolare sul Piano Economico Finanziario (PEF) predisposto dalla società (Hydrodata, ndr) incaricata dall’Ente di governo d’Ambito quale documento propedeutico all’affidamento della gestione al gestore unitario. E' vero che è stato approvato dalla Conferenza dell'Egato a gennaio, ma - sostiene il commissario - rimane «fonte di contrasto e perduranti divergenze tra le diverse amministrazioni coinvolte nel percorso»; Fluttero ritiene quindi «necessaria una ulteriore attività di approfondimento del PEF, finalizzata a verificare le conclusioni raggiunte ed a contribuire al superamento delle sopra dette divisioni».
In un'intervista rilasciata a fine luglio, poi, Fluttero entra nel merito insistendo sui parametri che a suo avviso saranno decisivi per la scelta del modello gestionale: la “bancabilità” del soggetto gestore e la capacità industriale di realizzare investimenti: «Il lavoro svolto in questi mesi - dichiara - ha consentito di affinare il Piano Economico Finanziario prodotto a suo tempo da Hydrodata lavorando su struttura dei finanziamenti, piano tariffario, cronoprogramma degli investimenti e stima delle efficienze gestionali ottenibili a medio e lungo termine da un soggetto gestore unico. Questo lavoro ci ha portato un miglioramento complessivo dei parametri di bancabilità, seppure in misura diversa, di tutte e tre le opzioni di affidamento possibili. È ancora in corso una valutazione degli aspetti industriali connessi alle diverse possibili forme di affidamento, sia quelli in essere con l’attuale livello di frammentazione delle gestioni, sia prospettico in vista di future reali aggregazioni, per consentire una valutazione più ampia che includa, oltre alle questioni finanziarie, anche quelle di modalità di gestione tecnica del servizio su scala d’ambito».
In una successiva intervista dei primi di agosto Fluttero è ancora più esplicito: «Il Piano dovrà essere finanziato dalle banche: il modello che si sceglie dovrà quindi avere buone possibilità di avere i finanziamenti. Poi dovrà avere una capacità industriale di realizzare gli investimenti. La gestione in house, per rispondere a questi requisiti ed essere supportata, deve avere una vera società pubblica unica, mentre oggi il territorio è ancora diviso in quattro società pubbliche, che hanno costituito una società consortile: non una vera società, ma un contenitore. Le dimensioni sono troppo piccole».
Quindi BCV non va bene?
Il “contenitore” che secondo Fluttero non dà garanzie sufficienti per ottenere l'affidamento in house è la società consortile BCV Acque, costituita nel 2023 da Cordar Biella, Amc, Sii, Acqua2O, Am+ e Cordar Valsesia (ora, a seguito di fusioni, ridotti a quattro). Raccoglie 146 Comuni dei 171 che compongono l'Ambito; il presidente è Fabrizio Amatelli, l'amministratore delegato Leonardo Gili.
Quanto alla volontà politica del territorio, che si è espresso chiaramente (anche se con una percentuale non sufficiente a raggiungere il quorum) per la gestione in house, Fluttero dice: ora decido io; «ormai è una scelta commissariale, gli enti locali non hanno esercitato la loro potestà in merito all'individuazione della forma di gestione nei termini previsti dalla legge». Insomma: cari Comuni, non avete deciso quando spettava a voi? Bene, ora c'è un commissario, il commissario sono io e decido io. E la sua scelta, afferma, «non potrà che basarsi su analisi tecniche, finanziarie e di attesa capacità di gestione industriale».
Ovviamente Fluttero - che amministratore comunale è stato, e politico è e resta - sa benissimo che il confronto tra commissario e Amministrazioni comunali - perlomeno quelle capofila: Vercelli, Biella e Casale Monferrato - è necessario, e l'ha già avviato, perché alla fine i “soci” dell'Egato sono i Comuni, che resteranno (e parteciperanno alla Conferenza d'Ambito) anche dopo la fine del commissariamento ad acta. E quindi anche ai Comuni Fluttero fa capire, nemmeno troppo velatamente, che se vogliono una gestione in house devono attivarsi per la costituzione di una società unica, grande, solida e "bancabile". La consortile BCV Acque, così com'è ora, a suo parere non basta.
«A Cuneo con il modello consortile non ce la fanno»
In Piemonte un caso di società consortile pubblica che gestisce il servizio idrico c'è già: è quella dell'ambito Cuneese, la Co.Ge.Si., Consorzio Gestori Servizi Idrici (e il direttore di quell'Egato, Roberto Ronco, è lo stesso che nel giugno scorso è stato nominato con analogo incarico all'Egato2 Biellese-Vercellese-Casalese). Ma secondo Fluttero non funziona: «Non riescono ad essere finanziati dalle banche. Bisogna far tesoro delle esperienze altrui e predisporre un unico vero soggetto».
Intanto a Cuneo, checché ne dica Fluttero, la Co.Ge.Si. opera dal 2022, serve più di 123 mila utenze e si amplia: dall'aprile scorso anche Mondo Acqua, il gestore del servizio idrico di Mondovì e dell’area monregalese ne è entrato a far parte, aggiungendosi alle altre cinque società già consorziate. Inoltre nell'aprile scorso le Sezioni Unite della Corte di Cassazione hanno definitivamente respinto un ricorso di altra società che metteva in dubbio la legittimità dell'affidamento del servizio idrico a Co.Ge.Si.: formalmente, quindi, il problema non esiste. Ma Fluttero guarda alla sostanza.
Le conseguenze della proroga
Rinviare la scelta del modello di gestione - che già era urgente a fine 2023 - al febbraio 2025 comporta oggettivamente una serie di conseguenze. La prima, ovvia, è che il commissario Fluttero costerà quasi 50 mila euro (lordi), pagati da Egato2 (quindi dagli utenti di Biellese, Vercellese e Casalese) che non ha saputo decidere quand'era ora. La seconda è che, procrastinando l'affidamento a un unico gestore, nel Vercellese a fare utili sul servizio idrico (e a girare i dividendi ai soci) sarà ancora per un anno Asm, la multiutility pubblico-privata (più privata che pubblica) che da anni lucra sull'acqua e che all'approvazione di ogni bilancio procura milioni di euro al Comune di Vercelli (socio al 40%) ma soprattutto ad Ireti (socio al 60%), controllata di Iren. E poi c'è una terza conseguenza, forse la più importante: sette mesi di tempo in più serviranno per capire se gli enti pubblici dell'Ambito intraprenderanno il percorso per la costituzione di una società unica, condizione posta da Fluttero per l'affidamento in house.
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