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20 Gennaio 2025 - 19:55
La biblioteca civica di Pont Canavese non si sposta più
Per il momento la Biblioteca Civica di Pont, che l’amministrazione comunale intendeva spostare nell’attuale Scuola Elementare, rimane dov’era. Con delibera del 10 gennaio, la giunta ha infatti stabilito di non procedere con la progettazione, che si era finora fermata allo Studio di Fattibilità tecnico-economica.
Recita la delibera: “A seguito di verifiche, sopralluoghi e valutazioni sull’immobile, si è valutata la possibilità di destinare tali spazi ad altri usi, e non più alla biblioteca civica, vista anche l’impossibilità di spostare la scuola elementare nel breve periodo”. Lo studio, affidato all’architetto torinese Donatella D’Angelo, aveva rivelato che l’operazione non sarebbe stata facile e che avrebbe richiesto impegni di spesa considerevoli.
Nella presentazione, la progettista sottolineava che “la riconversione di un edificio ad altre destinazioni è di per sé problematica ma anche stimolante”. Proseguiva: “Le diverse mutate esigenze di un territorio comportano la progressiva dismissione di fabbricati che hanno progressivamente perso la loro funzione originaria. Sovente ci si trova anche davanti ad edificio che non piace, che è fuori dal contesto ma che comunque essendo pubblico non si può demolire. L’Istituto comprensivo di Pont Canavese si colloca proprio in questa dimensione. Ovviamente occorrerebbe un restyling dell’intero fabbricato, trovando i fondi necessari ma anche una densa copertura arborea porterebbe a risultati alquanto soddisfacenti”.
Paolo Coppo, sindaco di Pont Canavese
Anche l'interno appariva però dispersivo, non razionale e non funzionale per essere utilizzato come scuola e “per diversi motivi il Comune di Pont Canavese ha deciso di trovare altre destinazioni d'uso, alienandone una parte”.
L’architetto spiegava poi che “I vari incontri avuti con l’Amministrazione, i tecnici ed i responsabili della attuale Biblioteca ne hanno evidenziato le criticità: la mancanza di spazi, l'entrata stretta attraverso una scala ripida e una mancanza di atrio sono le principali”. Anche la struttura scelta per la nuova collocazione lasciava però a desiderare: volumi dispersivi, altezze notevoli che comportano uno spreco nel riscaldamento, un layout distributivo complesso non razionale. “In sostanza - concludeva - una struttura rigida e poco flessibile e non solo per via dei setti murari portanti, tipici dell’epoca d’impianto del fabbricato”.
La proposta di ristrutturazione prevedeva la sostituzione di tutti gli infissi interni ed esterni (questi ultimi avrebbero dovuto essere in PVC con vetro a doppia camera); la demolizione di una porzione di parapetto del terrazzo; nuove tramezzature interne in muratura; il rifacimento delle pavimentazioni sia interne che esterne. Era inoltre previsto l’inserimento di “una facciata continua autoportante, con controsoffittatura per passaggio impianti comprensivo di pannelli solari”.
La spesa totale (comprensive dello spostamento dei libri dalla sede attuale) ammontava a quasi 800.000 euro: per la precisione 799.273 che, con l’aggiunta delle spese per la sicurezza, di quelle tecniche e legali e dell’Iva, sarebbe arrivata a 1.106.784 euro.
Per ora non se ne farà nulla.
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