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«Perché ho fatto il ribelle»: la storia di Eligio Battù, partigiano di Casalborgone

Il suo diario rinasce con un saggio inedito grazie all'Anpi di Chivasso

«Perché ho fatto il ribelle»: la storia di Eligio Battù, partigiano di Casalborgone

Il partigiano Eligio Battù di Casalborgone

La Resistenza è stata un momento cruciale nella storia dell’Italia, e oggi, attraverso il racconto di chi l’ha vissuta, continua a essere fonte di ispirazione per le nuove generazioni. Uno di questi racconti è quello di Eligio Battù, partigiano della formazione Giustizia e Libertà legata al Partito d’Azione, una vita intera a Casalborgone, che con il suo diario «Perché ho fatto il ribelle» ha lasciato una preziosa testimonianza della sua scelta di unirsi alla lotta dal 25 luglio 1943 al 25 aprile 1945.

A ricordare la figura di Battù è Vinicio Milani, dell’Anpi di Chivasso, che sottolinea come la storia contenuta in questo diario sia «una storia semplice, priva di retorica, ma profondamente significativa». Scritta per «ricordare a sé stesso il proprio passato da “ribelle”», l’opera di Battù si rivolge anche alla società attuale, che Milani descrive come «carente di consapevolezza sui propri valori, minacciati da nuove forme di razzismo e ossessioni securitarie».

Il diario, pubblicato per la prima volta nel 2009, un anno dopo la scomparsa del suo autore, venne reso pubblico grazie all’impegno della figlia Annalisa e del genero Ermanno Vitale, con il supporto dell’Anpi di Chivasso. Fu un ritrovamento casuale, tra libri e documenti accumulati in casa, a riportare alla luce queste memorie partigiane.

Oggi, a distanza di quindici anni dalla prima edizione, i familiari di Battù ne propongono una versione digitale, arricchita da un saggio di Giuseppe Farinetti che colloca la vicenda personale di Eligio nel più ampio contesto della lotta di resistenza al fascismo e al nazismo. Questo saggio, scritto per la presentazione del diario a Casalborgone il 23 aprile 2010, era rimasto inedito fino a oggi.

Eligio Battù con la moglie

La seconda edizione del diario non è solo una cronaca delle azioni e della quotidianità vissute da Eligio in montagna, ma un documento che spiega le ragioni profonde di una scelta: «Bisognava fare qualcosa per porre fine a quei soprusi», «bisognava riscattare l’onta del periodo fascista».

Per Milani, il valore di queste memorie non si limita alla documentazione storica: «Sono un contributo fondamentale per comprendere i sentimenti e le motivazioni di chi decise di resistere. Oggi, più che mai, è necessario trasmettere ai giovani il significato della Resistenza, affinché possano comprendere quanto sia importante difendere i valori democratici».

Eligio Battù, con il suo racconto diretto e privo di artifici, offre uno sguardo universale sulla lotta per la libertà. Una lotta che, come ricorda Milani, «non appartiene solo al passato, ma rappresenta una lezione sempre attuale, in un mondo dove i diritti e la democrazia non possono mai essere dati per scontati».

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