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Otto ore di coda all’ufficio immigrazione: accuse di "disservizio razzista"

Marco Giusta denuncia carenze e degrado: "Un disservizio dal sapore di razzismo istituzionale"

Otto ore di coda all’ufficio immigrazione

Otto ore di coda all’ufficio immigrazione: accuse di "disservizio razzista" (foto di repertorio)

Un episodio che ha sollevato indignazione e polemiche si è verificato presso l’ufficio immigrazione di corso Verona, dove una persona di origine straniera ha atteso inutilmente otto ore per poi scoprire che la convocazione ricevuta era il frutto di un errore amministrativo.

La vicenda risale al 16 gennaio 2025, quando il cittadino, convocato per completare la documentazione necessaria al rinnovo del permesso di soggiorno di lungo periodo, si è presentato all’orario indicato, solo per affrontare una giornata di coda. Al termine dell’attesa, una volta entrato negli uffici, gli è stato comunicato che le carte erano in regola e che la convocazione era stata sbagliata.

L’episodio è stato portato all’attenzione pubblica da Marco Giusta, ex assessore ai diritti e attualmente collaboratore del gruppo Avs in consiglio regionale. In un post sui social, Giusta ha parlato di "disservizio che ha il gusto di razzismo istituzionale", puntando il dito contro le gravi carenze dell’ufficio immigrazione.

"Le persone si mettono in coda dalla sera prima, dormono all’aperto nel gelo per riuscire a ottenere un permesso. I bagni sono chiusi o inutilizzabili, ci sono solo 40 posti disponibili e molti operatori non sono stati confermati a causa della scadenza dei contratti", ha denunciato Giusta.

Le difficoltà evidenziate non si limitano all’episodio isolato. Gli uffici di corso Verona sembrano essere il simbolo di una gestione inefficiente che colpisce alcune delle fasce più vulnerabili della popolazione. Le risorse insufficienti, le attese interminabili e le condizioni inadeguate contribuiscono a generare rabbia sociale e a minare la fiducia nei confronti delle istituzioni.

Giusta ha sottolineato che episodi come questo sono una delle radici della "rabbia delle periferie", alimentando sentimenti di esclusione e proteste che si trasformano in radicalizzazione e violenza sociale.

Questo caso mette in luce la necessità di riformare e potenziare i servizi pubblici per garantire un trattamento dignitoso a tutti i cittadini. Gli uffici immigrazione, in particolare, rappresentano un punto critico, dove migliorare le condizioni operative è fondamentale per prevenire tensioni e discriminazioni.

L’episodio, diventato un simbolo delle difficoltà incontrate dalle persone migranti, richiama l’urgenza di un confronto serio tra istituzioni e cittadini per costruire un sistema più inclusivo e rispettoso dei diritti umani.

L’episodio è stato portato all’attenzione pubblica da Marco Giusta, ex assessore ai diritti e attualmente collaboratore del gruppo Avs in consiglio regionale

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