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17 Gennaio 2025 - 11:17
Cosa sono le Pietre d’Inciampo? Scopri come Torino ricorda le vittime delle deportazioni
Per l’undicesimo anno consecutivo, Torino si unisce al progetto delle Pietre d’Inciampo (Stolpersteine) ideato dall’artista tedesco Gunter Demnig. Queste piccole targhe in ottone, incastonate su cubetti di cemento, rappresentano un monumento diffuso dedicato alle vittime della deportazione nazista e fascista. Ogni pietra è un tributo individuale che riporta la scritta “Qui abitava…”, seguita dal nome e cognome della vittima, dalla data di nascita e dal luogo di deportazione o morte.
La posa delle Pietre d’Inciampo è parte delle iniziative per celebrare il Giorno della Memoria e quest’anno, il 23 gennaio 2025, il progetto vedrà l’installazione di sei nuove pietre, portando il totale a 159 pietre presenti a Torino.
Organizzato dal Museo diffuso della Resistenza, della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e della Libertà di Torino, in collaborazione con la Comunità Ebraica di Torino, l’Associazione Nazionale Ex Deportati (Aned) sezione Torino e il contributo del Polo del ’900, il progetto rappresenta un invito a ricordare e riflettere. La posa delle Pietre d’Inciampo non è solo un atto simbolico, ma un modo per radicare la memoria nei luoghi del quotidiano.
Questi cubetti in ottone, che si incontrano camminando per le vie della città, diventano veri e propri “monumenti invisibili” che raccontano storie personali. Ogni pietra è posta di fronte all’ultima abitazione scelta liberamente dalla vittima, trasformando i marciapiedi in una mappa di ricordi che intrecciano il passato con il presente.
La cerimonia del 23 gennaio 2025 vedrà la posa di sei nuove pietre, ciascuna dedicata a una vittima della persecuzione nazifascista. L’appuntamento inizierà alle 9.00 in corso Vercelli 191, con la pietra dedicata a Mauro Finiguerra, proseguendo alle 9.40 in corso Giulio Cesare 46, con quella in memoria di Cesarina Levi, e alle 10.10 in via Porta Palatina 17, dove è stata posata la pietra di Giovanni Abati.
Successivamente, alle 10.45 in via Bellezia 15, verrà dedicata una pietra a Cesare Levi, seguita, alle 11.30 in via Verdi 10, dalla posa della pietra in ricordo di Luigi Ottino. La cerimonia si concluderà alle 12.20 in corso Galileo Ferraris 134, con la posa della pietra dedicata ad Arturo Levi, alla presenza delle istituzioni e degli enti promotori.
Per chiunque voglia approfondire le storie delle vittime ricordate dalle Pietre d’Inciampo, è disponibile una mappa interattiva che permette di geolocalizzare le pietre sul territorio torinese e di consultare le biografie di chi vi è commemorato. Questo strumento offre un’occasione unica per conoscere meglio la storia di Torino durante gli anni bui della Seconda Guerra Mondiale e per entrare in contatto con le vicende personali di chi ha vissuto la tragedia delle deportazioni.
La mappa è consultabile online e rappresenta un modo innovativo per avvicinare i cittadini, soprattutto le nuove generazioni, alla memoria storica.
Pietre d'inciampo
Le Pietre d’Inciampo, nate negli anni ’90, sono oggi il più grande monumento diffuso al mondo, con oltre 75.000 pietre posate in Europa. Il loro scopo è quello di riportare la memoria delle vittime delle persecuzioni nazifasciste direttamente nei luoghi in cui queste hanno vissuto, integrandola nella vita quotidiana delle città.
Come suggerisce il nome stesso, Stolpersteine (in tedesco “pietre su cui inciampare”), l’obiettivo non è ostacolare fisicamente, ma far riflettere. Ogni pietra rappresenta un “inciampo mentale”, un richiamo a fermarsi, chinarsi e leggere, riportando alla luce storie spesso dimenticate.
Le Pietre d’Inciampo non sono solo un tributo alle vittime, ma un monito per il presente e il futuro. Come ha sottolineato uno degli organizzatori della cerimonia, “La memoria non è un atto passivo, ma un esercizio attivo per costruire una società più consapevole e inclusiva”.
Torino, con le sue 159 pietre, si conferma una città impegnata a tenere vivo il ricordo delle vittime delle deportazioni. Questo progetto invita ogni cittadino e visitatore a fare la propria parte, fermandosi davanti a quei cubetti dorati, leggendo i nomi incisi e riflettendo su come possiamo, tutti insieme, evitare che la storia si ripeta.
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